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Nessuna sorpresa Schlein. Campo largo e matrimonio con Conte

Nessuna sorpresa Schlein. Campo largo e matrimonio con Conte

La prima settimana di Elly Schlein da segretario pd non offre sorprese e il copione si svolge con una regolarità noiosa. Archiviato Letta, si torna a battere soltanto sull’antagonismo e il pericolo fascista per polarizzare l’elettorato e trovare nuovi accordi con il M5s. Proposte per il Paese: nessuna.


Tutto come previsto. La prima settimana di Elly Schlein da segretario pd non offre sorprese e il copione si svolge con una regolarità noiosa. Primo passo, la richiesta di dimissioni di Piantedosi per il naufragio di Catanzaro. Fatto tragico, ma dov’è la proposta politica della sinistra? È ancora l’accoglienza per tutti senza un piano di controllo esterno né di integrazione interna dei migranti? La Schlein si ferma al più semplice degli schemi oppositivi, segno della ricerca di una polarizzazione che mira soltanto a ringalluzzire i propri elettori ma non a conquistarne altri. Un po’ poco se si è alla guida di un partito che non arriva al 20%. Secondo passo, il solito antifascismo. Di fronte ad un episodio di violenza grave, ma non più di molti altri che avvengono ogni anno tra scuole e università, la sinistra ha montato un caso contro il pericolo squadrismo. Peccato che dati e fatti alla mano non esista alcuno squadrismo ma soltanto una rissa tra due fazioni. Gruppuscoli studenteschi di destra e sinistra ci sono sempre stati e saltuariamente ci sono episodi di violenza dove spesso i centri sociali e gli anarchici la fanno da padroni. La strumentalizzazione del caso, avvenuto in una delle ultime roccaforti della sinistra, è funzionale alla narrazione sull’antifascismo. Un messaggio che per Schlein sfocia nella politicizzazione della scuola pubblica che deve diventare luogo di presidio dell’antifascismo, come è sempre stato per altro. Dov’è la novità? È la strategia di Letta della scorsa estate quando con i media internazionali cercava di dipingere la Meloni come emblema del pericolo fascista. Oggi Letta è fuori dai giochi mentre Meloni è un presidente del Consiglio ben inserita nelle partite internazionali. Terzo passo, il matrimonio con Conte. Troppo presto, troppo veloce. Il Pd non ha fatto nemmeno in tempo a metabolizzare la nuova leadership che si ritorna a Conte e al campo largo.

Le idee sentite in questi giorni sono fotocopiate: assistenzialismo, ambientalismo, tasse e confini aperti. Schlein può anche rosicchiare qualche punto percentuale al Movimento in questi mesi, ma l’elettorato così resta sigillato. Chi andrà a votare a sinistra dal centro o da destra? Difficile immaginare transumanze se questa è l’offerta politica. Da ultimo, questo cambio di scenario riflette implicazioni anche per il centrodestra di governo. Inutile gettarsi nella mischia politica della polarizzazione, la strategia migliore è restare fermi al centro. Niente eccessi sulle questioni etiche, difesa della proprietà privata, della libera impresa e dei confini, europeismo dialettico, posizione saldamente atlantica. Occupare lo spazio al centro in funzione anti-progressista, non c’è altro da fare. Non occorre affannarsi in continue dichiarazioni, non occorre radicalizzarsi. L’antipatia verso la sinistra e il suo approccio ideologico e antropologico, l’anticomunismo se volessimo semplificare, è un sentimento molto più diffuso nella popolazione dell’antifascismo militante ed esclusivo di Schlein.

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