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“Il troppo e il vano…”: una ennesima alluvione di norme ingarbugliate in nome del Covid

“Il troppo e il vano…”: una ennesima alluvione di norme ingarbugliate in nome del Covid

Il Consiglio dei ministri nella tarda serata di ieri ha approvato l’ennesimo decreto-legge di incentivi sul Covid, il cosiddetto Decreto Agosto.

Visto che la delibera è avvenuta come al solito “salvo intese”, ci vorrà ancora qualche giorno per leggere il testo “vero” in Gazzetta ufficiale.


Intanto, con qualche margine di indeterminatezza, possiamo dire che sono stati approvati un centinaio di articoli “variegati”, che vanno dal sostegno dei lavoratori marittimi alla decontribuzione per il Sud, dal pagamento dello straordinario dei medici agli adempimenti dei tesorieri dei comuni, dal procedimento per le assemblee di condominio al riassetto della SACE. E cosi via.

Come ben ricordiamo, in questi mesi di emergenza sono stati emanati una serie di decreti per sostenere l’emergenza: il cura Italia, il decreto rilancio, il decreto semplificazione, tutti provvedimenti che somigliano al cesto dei giocattoli di un bambino piccolo. Colorati, variegati, confusi.

Il decreto-legge n. 28 del 2020 era composto di 127 articoli, a cui si sono aggiunti molti bis, ter e quater in sede di conversione parlamentare. Lo stesso è accaduto ai 266 articoli del d.l. n. 34 del 2020. Come sta avvenendo in questi giorni per il d.l. n. 76 del 2020 che di articoli ne ha 65 e su cui sono da discutere 2.889 emendamenti. In pratica negli ultimi quattro mesi sono stati inserite a forza nell’ordinamento quasi 600 piccole toppe colorate che vanno a rammendare malamente il complicato tessuto delle nostre leggi.

Sono tutti piccoli rattoppi nel senso soltanto apparentemente risolvono questo o quel problema, mentre in effetti complicano di molto l’interpretazione e l’applicazione delle regole generali, aggiungendo deroghe, eccezioni, interpretazioni temporanee. Disordinate come le toppe di una coperta patchwork.

Da anni ci lamentiamo non solo di avere troppe leggi, ma anche di avere leggi confuse, sovrapposte, stratificate. Perché non solo tra Regno e Repubblica sono state emanati oltre 200 mila atti legislativi e regolamentari (si, ho detto 200 mila, un numero impressionante, e chi non ci crede le può consultare tutte su normattiva.it), ma soprattutto perché sono leggi spesso scoordinate, contraddittorie, ingarbugliate.

Ovviamente tutto questo non fa bene ai cittadini, alle imprese, ai lavoratori che vedono diventare ancora più complicato il sistema legislativo. Complicato e senza una visione unitaria, qualità che invece dovrebbero essere proprio il grande pregio delle leggi di uno stato che funziona bene: con poche leggi, chiare e facilmente applicabili. Esattamente il contrario di quanto accade da noi.

In fondo, il Covid ha fatto male anche al nostro sistema legislativo, rendendolo ancora più complesso e farraginoso con questa alluvione di norme e normette sparse.Per riparare a tutto questo non serve certo un buon ministro o una buona riforma. Penso che ormai serva un novello Giustiniano, cioè colui che con opera monumentale dalle leggi trasse “il troppo e ‘l vano…”.

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