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Quanto ci costa il Csm

Quanto ci costa il Csm

Alle prese con l’ennesimo tentativo di riforma, il Consiglio superiore della magistratura ha intanto varato il bilancio per il 2022: 44,4 milioni di euro. Somma record destinata in gran parte ai ricchi compensi dei suoi membri, e alle «indennità di carica».


Lo sanno tutti: Csm sta per Consiglio superiore della magistratura. Ma c’è chi sostiene voglia dire anche «Costa sempre molto». E forse anche troppo. Alle prese da qualche settimana con l’ennesimo, improbabile e forse inutile tentativo di riforma lanciato dal governo Draghi, il Consiglio ha appena varato un bilancio previsionale che aumenta i suoi costi di gestione del 12 per cento. Nel 2021 il Csm aveva registrato un totale di uscite sui 39,8 milioni di euro, ma quest’anno arriverà alla vetta più alta della sua storia: 44,4 milioni. Per intenderci, è più di quanto il governo ha appena destinato al sostegno della filiera delle società sportive e alberghiere, messe in ginocchio dal Covid.

La spesa, tradizionalmente, serve a coprire soprattutto i compensi dei 27 membri del Csm e il funzionamento di una macchina che, secondo l’ultimo Regolamento del personale del 2018, dispone di ben 243 dipendenti, 19 dei quali autisti. Nel 2022, il Consiglio presieduto da Sergio Mattarella e governato dal suo vice David Ermini, ex deputato del Partito democratico, aumenterà la spesa per i primi del 20 per cento, alzandola da 6 a oltre 7,2 milioni. Il capitolo più gravoso di questi costi aggiuntivi riguarda le «Indennità di cessazione della carica» destinate agli otto membri eletti dal Parlamento: insediatasi nel maggio 2018, l’attuale consiliatura terminerà infatti il prossimo maggio e a quel punto una legge del 1980 prevede che i membri «laici» abbiano diritto a una specie di trattamento di fine rapporto.

Ognuno di loro incasserà quindi 181.250 euro lordi, per un totale di 1.450.000 euro. Il resto della somma andrà in assegni ai membri del Csm (1,6 milioni) e in indennità di seduta e di missione, oltre che in indennità speciali per i soli membri «togati», i magistrati del Csm (3,5 milioni). Ma i consiglieri incasseranno anche 700 mila euro per rimborsi trasporti e alberghi, oltre che per il catering degli eventi istituzionali. E altri 450 mila euro finiranno in spese elettriche e telefoniche, e per il riscaldamento.

Se i consiglieri del Csm quest’anno festeggiano, i dipendenti del Csm dovranno invece accontentarsi, in tutto, di appena 47 mila euro in più. Oddio, non si può dire che la spesa per il personale sia proprio risicata: il suo bilancio di previsione supera di poco i 26,4 milioni. Divisa per 243 dipendenti, si tratta di una media di 109 mila euro a testa. In particolare, oltre 16 di quei milioni finiscono negli stipendi del personale di ruolo, cui si sommano 900 mila euro di straordinari.

L’incremento più forte della spesa del Csm, nel 2022, si concentra sul capitolo «acquisto di beni e servizi», che quasi raddoppierà da 6,2 a 10,5 milioni. La voce più pesante riguarderà il «Fondo per gli interventi straordinari sulla sede», cioè Palazzo dei Marescialli, un edificio ottocentesco che a Roma sorge vicino alla Stazione Termini. Integrato dalle spese per l’emergenza Covid, il Fondo nel 2021 ha già assorbito molte risorse: 1,6 milioni. Quest’anno, malgrado la pandemia cominci a dare segnali di attenuazione, dovrebbe raddoppiare a 3 milioni.

Un forte capitolo di spesa riguarderà poi un progetto di reingegnerizzazione del sistema informativo del Csm, che incasserà 2,6 milioni. Altri 100 mila euro andranno in carta, e 120 mila nel noleggio di mezzi di trasporto, e 20 mila nelle nuove divise degli autisti… Insomma, pure nell’anno del Signore 2022 il Consiglio superiore della magistratura non baderà a spese. Visto però che la sua riforma è in ballo, non pare proprio si possa dire che – almeno in questo – sia partita con il piede giusto. Anche se va sottolineato un elemento anomalo, peraltro già emerso nella storia del Csm: si tratta della voce «avanzo di amministrazione», cioè l’insieme delle somme stanziate che il Consiglio, alla fine di ogni anno, non riesce e a spendere.

Al dicembre 2021 l’avanzo era imponente: quasi 15,2 milioni. Il bilancio di quest’anno scenderà di poco, a 14,8 milioni. Intorno al 2017, grazie a una battaglia ingaggiata dal membro laico Pierantonio Zanettin, di Forza Italia, un avanzo di circa 10 milioni che giaceva sul conto aperto dal Csm presso la periclitante Banca popolare di Bari (e quindi sottoposto a qualche rischio…) venne restituito al ministero dell’Economia. Fu un risultato inusitato, nella storia della pubblica amministrazione italiana. Se però in pochi anni l’avanzo si è riformato, evidentemente nei conti dello Stato c’è qualcosa che non funziona. Resta il fatto che il Csm continua a costare sempre molto. Obiettivamente, un po’ troppo.

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