Home » La nostra inchiesta sul Cnr arriva in Senato

La nostra inchiesta sul Cnr arriva in Senato

La nostra inchiesta sul Cnr arriva in Senato

Dopo gli articoli con cui abbiamo raccontato quanto costa, cosa fa e soprattutto raccolto le lamentele dei ricercatori stessi che fanno parte del Cnr il senatore dell’Udc ha presentato un’interrogazione parlamentare. Il tutto mentre sui social altri ricercatori denunciano mancanze e carenze dell’ente pubblico.


«Basta bistrattare la ricerca in questo paese per poi lagnarsi della scarsità di fondi ad essa destinata il governo draghi cambi rotta con i fatti altrimenti restiamo nella retorica delle belle parole». Il senatore Udc Antonio Saccone ha raccolto le notizie della nostra inchiesta in tre puntate sul Cnr ed ha presentato un’interrogazione in Senato sul tema.

Nei nostri articoli abbiamo raccontato delle falle del sistema di Ricerca italiano di uno dei centri piu importanti d’Europa. Questo Ente pubblico che dispone di 90 sedi e 8600 dipendenti riceve ogni anno 600 milioni di fondi dal Governo che servono a malapena a pagare stipendi, utenze e ordinaria manutenzione. Una mancanza di fondi che blocca inevitabilmente i progetti di ricerca penalizzando l’Italia che è costretta a rincorrere sulla tecnologia gli altri Paesi. Durante la pandemia i ricercatori nonostante si fossero offerti di collaborare sono stati messi in lockdown, senza poter contribuire con il lavoro allo stato di emergenza. Inoltre sono stati tenuti fuori dallo sviluppo del vaccino italiano, anzi hanno anticipato loro 3 milioni di euro alla società Reithera. In più come se non bastasse da circa un anno sono allo sbando perché senza presidente e con serie difficoltà ad acquistare addirittura un computer. Un quadro critico descritto dalla nostra inchiesta che ha scatenato le reazioni di altri ricercatori Cnr sui social ed é finito come dicevamo in Parlamento.

I commenti social

“Nel mio Istituto ci viene trattenuto il 20% per contribuire alle spese di gestione che l’Ente non copre. Per non parlare dei salti mortali amministrativi necessari a giustificarne il prelievo in fase di rendicontazione dei progetti. la Carta Europea del Ricercatore è completamente disattesa. è una vergogna nazionale!- scrive un ricercatore Cnr dell’istituto INM – Istituto di Ingegneria del Mare – sede di Roma.


La nostra inchiesta sul Cnr arriva in Senato


Dello stesso avviso è un altro ricercatore Cnr: “Con la ristrettezza di fondi di ricerca che abbiamo sperimentato io devo dedicare il 10% del poco che riesco a trovare (sicuramente colpa mia) alle spese generali di area tipo riscaldamento, giardinaggio ecc.. Io come molti colleghi ci siamo visti sottrarre i residui dei fondi dalla sera alla mattina senza preavviso. Questo dipende da una ideologia anti-casta che per anni ha riempito le bocche dei politici: hanno i soldi e non li sanno neanche spendere.L’idea dei politici di vari colori (Tremonti e Renzi in primis) é che i sindacati, il posto fisso e la burocrazia del CNR sono irriformabili, quindi la soluzione é farlo morire per inedia e trasferire i soldi a ITT e HT che hanno statuti privati, e possono spendere e licenziare senza farsi troppi problemi. Un vero peccato, perché il CNR é pieno di gente molto brava che potrebbe fare per la società molto di più se avesse più soldi e meno burocrazia.Istituto di sistemi complessi.”

L’interrogazione del senatore Saccone al Ministro Dell’Università e Ricerca Scientifica

Premesso che:come riportato tra l’altro da organi di stampa, quali panaroma.it l’incarico del Presidente del CNR è scaduto da oltre un anno, dopo la decadenza del Presidente in proroga oltre un mese fa, l’ente è retto da un vice Presidente nominato con modalità non previste dalle norme vigenti:

se quanto sopra evidenziato, derivi dal fatto che ben due Ministri, non ritenendo di proprio gradimento i cinque nomi di volta in volta proposti, abbiano preferito soprassedere alla procedure previste;

il CNR è tra le prime dieci istituzioni governative al mondo in termini di produzione scientifica, la proposta dei ricercatori dell’Ente di mettere a disposizione della gestione dell’emergenza pandemica le proprie professionalità è stata inspiegabilmente ignorata, la retribuzione media del personale del CNR è, nella migliore delle ipotesi pari al 50% di quella dei colleghi di istituzioni estere simili;

nonostante che i nostri ricercatori e le nostre ricercatrice siano considerati delle eccellenze e sono trai i primi, tanto che hanno ricevuto prestigiosissimi premi dall’Unione Europa, restiamo solo ottavi però, per le ricerche realizzate in università e centri del nostro paese;

i fondi attualmente stanziati dal governo per la ricerca sono pari allo 0,7% del PIL, a fronte del 3% di Francia e Germania (e del 10% della Cina !), il 95% dei fondi stanziati per la ricerca è impegnato per gli stipendi e le spese per le sedi;

per poter svolgere le proprie attività di ricerca, i ricercatori sono sempre più costretti a trovare da sé dei “fondi di ricerca competitivi”, a causa di ciò molti, troppi, giovani ricercatori sono costretti ad abbandonare il Paese che li ha formati per trovare opportunità di lavoro all’estero;

parte dei fondi che l’Italia riceverà per il c.d. “RecoveryFund” potrebbero essere utilmente utilizzati per colmare questo gap e per consentire ai nostri giovani di restare in Italia.l’Interrogante chiede di sapere al Ministro in indirizzo:

le ragioni per le quali un Ente strategico come il CNR sia ancora senza una governance nei pieni poteri;

se tra le priorità del nuovo governo, a differenza di quanto sin qui accaduto, vi sia quella di rilanciare la ricerca italiana, allineando la dotazione finanziaria per la ricerca, e gli stipendi dei ricercatori, alla media europea quali concrete misure intende adottare il Ministro in indirizzo per evitare che le straordinarie ed irripetibili opportunità offerte dal Recovery Fund non vadano sprecate, consentendo alla ricerca italiana di tornare ad essere competitiva.

© Riproduzione Riservata