Abbandonate – a malincuore – le comode poltrone della politica, gli indomiti esponenti del Movimento non si perdono d’animo, reinventandosi ruoli «strategici» e piccole società personali: oggi sono inviati (poco) speciali, consulenti green, youtuber, scrittori, gestori balneari, specialisti in marketing, fondatori di eccentriche startup. Ammirevoli esempi di resilienza di chi evita in ogni modo (come cantava Lucio Dalla) «l’impresa eccezionale di essere normale».
Il titolo del suo libro autobiografico, Non mollare mai, è diventato una profezia. Dopo aver sfondato in politica, Danilo Toninelli, memorabile ex ministro dei Trasporti, s’è reiventato youtuber. Con la rubrica Controinformazione, prova a sbertucciare i nuovi potenti. Ma le scudisciate non sempre rendono. Così, l’ingegner Toninelli ha deciso di tener fede al proponimento annunciato nella sua fatica letteraria. S’è dunque lanciato nell’agone imprenditoriale assieme all’amata moglie: Maruska Lavezzi. Sfruttando l’ormai famigerato brand domestico, il 17 aprile 2023 fondano la Toninelli consulting. Ha sede nella casa di famiglia: a Castellone, nel cremonese. Comunque, promette scintille. Fornirà irrinunciabile supporto ai fortunati clienti, nel settore gestionale e della pianificazione.
Barcolla, ma non molla. Come tanti deposti grillini. Negli ultimi mesi, uno dopo l’altro, hanno speranzosamente avviato le loro Srl. Nessuno ha avuto la sfacciata fortuna dell’ex capo politico dei Cinque stelle: Luigino Di Maio. L’ex ministro degli Esteri italiano ha ottenuto dall’Unione europea una scialuppa di salvataggio extralusso: l’incarico di inviato speciale nel Golfo Persico. Stipendio eccellente, in linea con quello da parlamentare: 12 mila euro netti mensili. E invece ai suoi vecchi epigoni, falcidiati dalle ultime elezioni o dal doppio mandato, tocca reinventarsi come piccoli imprenditori.
Stefano Buffagni, per esempio, ve lo ricordate? Era un bomber mediatico. Imperversava ovunque. I talk show se lo contendevano. Davanti alle telecamere, rintuzzava gli avversari e ravviava il ciuffo. Ex commercialista, già sottosegretario agli Affari regionali, poi viceministro allo Sviluppo economico. Fervente dimaiano, sempre. Non ha però abbandonato il Movimento per Impegno civico, il defunto partito di Giggino nato dalla tentazione garibaldina di riacciuffare la poltrona. Da maggio scorso Buffagni è l’amministratore unico della U.N., società della moglie attiva nei «servizi di fotocopiatura». Visti i prestigiosi pregressi, lui avrà l’ambizioso compito di far lievitare i ricavi dell’anno scorso, fermi a 13 mila euro. Intanto, a giugno 2023 è stato nominato sindaco effettivo di Tec Cargo Italia, società di spedizioni milanesi.
Anche Angelo Tofalo, ex sottosegretario della Difesa e dimaiano d’acciaio, s’è buttato nella mischia imprenditoriale. Lungimirante autore di Intelligence collettiva. Appunti di un ingegnere rapito dai servizi segreti, ha messo a frutto la sopravvenuta passione fondando AT Agency. La sigla, modestamente, compendia le sue iniziali. Sembra di essere in un libro di Tom Clancy. Invece la società ha sede a Pellezzano, in provincia di Salerno, nello stesso domicilio del già sottosegretario. Creata con tempismo agli sgoccioli della sua carriera politica, ha già presentato il suo primo bilancio. Ebbene: nel 2022, a dispetto di una certa notorietà acquisita, il fatturato è stato di 16.393 euro. Pochini, viste le notevoli premesse. Ma basta dare un’occhiata al sito per capire che è solo questione di tempo: «AT Agency è la prima società italiana di consulenza strategica che opera esclusivamente nell’ambito della difesa, dell’intelligence e della sicurezza».
L’ex sottosegretario alla presidenza, Riccardo Fraccaro, era soprattutto un fedelissimo di Conte. L’inumana legge dei due mandati gli è stata fatale. S’è dunque adoperato pure lui, in perfetta continuità con la defunta e gloriosa carriera. Già esperto di superbonus ed efficientamenti, è ora socio al 20 per cento di Clust energy, che offre consulenza nel settore delle rinnovabili. Identica quota è nelle mani del suo ex segretario particolare: Daniele Della Bona. La maggioranza delle azioni, il 60 per cento, è detenuta da Clustervibe. La società, che ha sede in Estonia, ha brevettato molecole di origine vegetale «destinate a rivoluzionare il trattamento delle emissioni delle caldaie domestiche». Insomma, ristrutturazioni e affini. Lo scorso maggio Fraccaro viene nominato anche amministratore unico di una «start up innovativa» costituita lo scorso maggio a Trento. Si chiama Carbon planet. Oggetto sociale: produzione di software per monitorare e verificare l’effetto serra. Tra i soci, con il 25 per cento, c’è anche la moglie dell’ex sottosegretario alla presidenza: Francesca Guerra. Sul sito della start up, a quattro mesi dalla nascita, campeggia la promessa: «Siamo in arrivo!».
Coming soon. Come Idee creative: la srl bresciana creata, ancora nel maggio 2023, da Girgis Giorgio Sorial, poliedrico ex deputato grillino, classe 1983. Il multiforme Girgis è l’inarrivabile simbolo delle palingenesi pentastellate. Già capogruppo alla Camera, si ricandida invano nel 2018. A quel punto, Giggino o’ Navigator lo chiama con sé al ministero dello Sviluppo economico: vice capo di gabinetto, 110 mila euro l’anno. Entra quindi nel cda della Marina di Portisco, che gestisce l’omonimo porto turistico a Olbia. Poi è nominato presidente della società per il Traforo del Monte Bianco, controllata dai Benetton, i più detestati dal Movimento. Adesso pure Girgis si mette in proprio con Idee creative, di cui è amministratore e socio unico. Il capitale iniziale è modesto: appena cento euro. Il proposito aziendale, in compenso, è brillante: «Produzione di waffle da asporto».
Il vulcanico Alessio Villarosa, già sottosegretario dell’Economia, si cimenta nella confinante industria dello svago. Già a marzo del 2022, mentre ancora battagliava alla Camera, il deputato siciliano si porta avanti. Con un altro socio crea la Volare snc, di cui possiede l’80 per cento. Da luglio 2022 gestisce uno stabilimento sul lungomare di Barcellona Pozzo di Gotto. Ma l’ex sottosegretario, come aveva del resto assicurato al termine della sua fulminante esperienza parlamentare, «ha tanti progetti». Per questo, a fine 2022, fonda la sua impresa: Villarosa Alessio Mattia, che spazia dalla consulenza aziendale alle strategie di marketing.
E di consulenza si occupa pure la srl personale creata due mesi fa dall’ennesima dispersa nella breve traversata del partito di Giggino: la calabrese Dalila Nesci, già sottosegretaria al Sud nel governo Draghi, sconfitta alle ultime elezioni. Un altro indiscusso resiliente è il giornalista Emilio Carelli, un illustre passato da direttore di Sky TG24, anche lui travolto dalla disfatta di Impegno Civico. Lo scorso febbraio è chiamato a guidare la comunicazione dell’ateneo telematico Uninettuno, dove dirige il master in Giornalismo. Adesso, come gli ex colleghi, si lancia nell’imprenditoria. Il 13 aprile 2023 fonda una srl, in compagnia di due soci: la Caput mundi entertainment, specializzata in «produzione cinematografica, di video e programmi televisivi». L’ex deputato ha il 40 per cento ed è l’amministratore della società.
Non si rassegna neppure l’ex senatore Nicola Morra. Espulso dai Cinque stelle dopo il voto contrario al governo Draghi, continua a battagliare come scatenato presidente della commissione parlamentare Antimafia. Volto stropicciato, voce roca, capello brizzolato. Perfetto interprete della celebre massima di Leoluca Orlando, già eterno sindaco di Palermo: «Il sospetto è l’anticamera della verità». Morra è un talento che, negli anni al potere, si distingue. E anche adesso, fuori da Palazzo Madama, l’ex professore di storia e filosofia non demorde. Assieme a un’ex grillina irregolare come Barbara Lezzi crea l’ennesimo aspirante partitino: l’associazione politica Equa. Dovesse andar male potrà sempre raccogliere i frutti della Morra Nicola, l’impresa individuale fondata lo scorso marzo. È ufficialmente attiva nel fornire dritte alle aziende in uno dei settori prediletti dagli ex pentastellati: lotta all’inquinamento e gestione dei rifiuti. Morra, del resto, l’aveva promesso: «Torno a fare un altro lavoro, da cittadino». Più o meno, sarà un indomabile consulente al vaffa.