Alle Amministrative del prossimo 12 giugno tanti i vip e i «figli di». E tutti che mettono la loro non-esperienza al servizio dei cittadini…
Due anni di pandemia. Poi la guerra in Ucraina. Ma adesso, oplà, è in arrivo una tornata elettorale destinata a risollevare gli animi. Dodici giugno 2022. Il voto di fine primavera promette di ridestare la politica dalla perdurante letargia. Nulla sarà come prima. Vabbè: in Sicilia Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro tornano pupari. Ma il resto della Penisola è spazzato da un tornado. Basta mestieranti. Dopo il buio del virus e le tenebre belliche, ogni città in lizza sarà rischiarata dal sacrificio di esimi cittadini. Disposti a dedicarsi, senza remore e tornaconti, al bene comune. Acclamate vecchie glorie, direttori d’orchestra, deejay e influencer. Persino i virologi, i Caronte che ci hanno guidato nell’impari lotta sanitaria, offrono generosamente alla res publica i propri discendenti.
Sarà finalmente la catarsi, il miglior frutto del defunto grillismo, l’apotesi dell’«Uomo qualunque» di Guglielmo Giannini. Nel senso antipolitico, ovviamente. Perché, per esempio, tutto si può dire di Claudio Cecchetto, meno che le sue qualità siano dozzinali. L’esatto contrario, piuttosto. Con quell’aria da eterno ragazzino, ci fa dimenare da mezzo secolo. E l’autore dell’intramontabile Gioca Jouer: «Spray, macho, clacson, campana, ok!». Poi fonda Radio Deejay, scopre talenti pazzeschi tipo Fiorello e Gerry Scotti, diventa illuminato produttore. Adesso si candida sindaco a Riccione, dopo averci provato tre anni fa nella confinante Misano Adriatico. Sarebbe l’inevitabile compimento. Alla guida della sua città adottiva, simbolo del divertimento tricolore: scivoli acquatici, discoteche e vitelloni. «Un sindaco è come un dj che deve soddisfare la pista. Bisogna fare lo stesso con la cittadinanza». Cecchetto ha le idee chiare. Jovanotti, un’altra sua scoperta, già lo incorona: «Siete una bella coppia, tu e Riccione!».
Pattuglione eterogeneo, stavolta. Non solo ipnotici tormentoni, ma pure sinfonie di Beethoven. Alberto Veronesi, celebre direttore d’orchestra, figlio dell’indimenticato oncologo Umberto, è l’aspirante sindaco di Lucca con il terzo polo, da Azione a Italia viva. Pure lui al secondo tentativo, dopo aver corso senza fortuna alle Regionali del 2020 per il Pd. Ci riprova, travolto da identica abnegazione. Già la scorsa estate apre uno sportello d’ascolto nel centro storico, su cui campeggia la scritta «Veronesi per Lucca». E con siderale anticipo s’è mosso anche Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma, colonna della nazionale e sindacalista dei calciatori. Lo scorso ottobre, nonostante sia residente a Valpolicella, scende ufficialmente in campo con il centrosinistra per guidare Verona: «Siamo una comunità. Lo sport mi ha insegnato che si gioca con un solo pallone, non è che ognuno ha il suo. Per questo mi piacerebbe che la città segnasse il record dei votanti». Tra cui mancherà però l’amata moglie: «Non tifa per la mia elezione» rivela Tommasi. Tornata scoppiettante, comunque.
Contro il sindaco uscente, Federico Sboarina, si candida pure il suo più illustre predecessore: l’ex leghista Flavio Tosi. Cinque anni fa, la sfidante fu invece l’allora fidanzata e oggi moglie, Patrizia Bisinella, già senatrice del Carroccio. Il ruolo di antagonista rimane almeno in famiglia. Solo che la tenzone nel centrodestra potrebbe finire per favorire l’ex centrocampista giallorosso.
Ancora più spumeggianti le premesse nella vicina Padova. Sempre in quota campionissimi, si butta nella mischia Mauro Bergamasco, candidato con l’attuale sindaco, Sergio Giordani. L’ex rugbista, 106 presenze in nazionale, uno dei più forti giocatori italiani di sempre, oggi è mental coach e commentatore tv. Ma non ha perso lo spirito del gladiatore: «Ho deciso di andare ancora una volta in sostegno. Voglio mettere a disposizione della mia squadra competenze, esperienze e passioni. Per andare assieme in meta». L’altra superstar del centrosinistra, sebbene luccichi ancora di riflesso, è Giulio Crisanti, candidato in consiglio comunale per Coalizione civica. Rientrato in Italia dopo aver studiato a Cambridge, Inghilterra, frequenta un dottorato in Fisica all’Università di Padova, dove insegna papà Andrea, celeberrima virostar. Che già due anni fa, con sopraffino intuito, annunciava: «Il vero genio della famiglia è lui». E sarà proprio Crisanti junior, adesso, a sprigionare l’inespresso talento paterno: «Nel pieno della pandemia, sia il Pd che i Cinque stelle, mi hanno chiesto di candidarmi a Verona Nord per il collegio suppletivo» rivela il microbiologo. «Ci ho pensato un attimo, ma ho detto no. Sapevo che la pandemia poteva tornare e volevo fare il mio lavoro».
Ma la speranza resta viva: quando tutto sarà finito, lo stimato professore si metterà a servizio del popolo? Intanto, si fa avanti il promettente Giulio: «La competizione politica si arricchisce di una persona di elevato rigore morale e specchiata onestà intellettuale. Penso che indipendentemente dall’affetto come figlio, lo voterò per la persona che conosco» rivela Crisanti senior. Non seguiranno il suo disinteressato endorsement due esimi colleghi ed elettori a Padova. Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, sostiene difatti il candidato del centrodestra, Francesco Peghin. Mentre l’immunologa Antonella Viola si conferma quell’eroica e inflessibile accademica che non smetteremo mai di apprezzare: «Non sono candidata in nessuna lista e rimango a servizio della città, del Paese e della scienza».
C’è però il terzo incomodo, Salim El Maoued: 60 anni, medico di base, origini libanesi. Prima, fonda Padova di tutti, civica multietnica a sinistra del Pd. Poi, convince la sua mutuata più illustre a entrare in lista: Sara Piccione, 19 anni, 515 mila seguaci su TikTok, 336 mila su Instagram, insomma la Chiara Ferragni locale. «I social sono il mio lavoro e i follower la mia famiglia» racconta l’influencer veneta. «Spero che molti di loro vogliano seguirmi in questa nuova esperienza». Si preannuncia un successo sensazionale. Qual è il programma? «Vivere in sicurezza, avere posti in cui ritrovarci e la possibilità di un lavoro» spiega Piccione. «Farò campagna elettorale anche sui miei profili social. Sono certa che i follower apprezzeranno».