“Mio padre è una persona perbene” scandisce Maria Elena Boschi ospite della presentazione del libro di Bruno Vespa “Donne d’Italia”. Si lamenta, la responsabile delle Riforme del governo Renzi, che l’uomo sia finito sui giornali “non per quello che fa ma perché mio padre”. E tenta, con tutte le sue forze, di far finta che dietro la faccenda del decreto “salva banche”, tra cui anche quella Etruria di cui il padre Pier Luigi è stato vicepresidente, non si celi per lei un gigantesco conflitto d’interessi.

Il ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, durante la presentazione del libro PhotoAnsa 2015 presso Palazzo Giustiniani a Roma, 03 dicembre 2015.

L’ex ministro per le riforme costituzionali e i rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi

Maria Elena Boschi con Ignazio Marino in occasione della Festa dell’Unità Pd a Roma, 30 Luglio 2015

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante le votazioni degli emendamenti alla Riforma Costituzionale, Roma, 6 ottobre 2015.

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante le votazioni degli emendamenti alla Riforma Costituzionale, Roma, 6 ottobre 2015

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante le votazioni degli emendamenti alla Riforma Costituzionale, Roma, 6 ottobre 2015.

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante le votazion – Roma 3 Ottobre 2015

Il ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

Il ministro delle Riforma, Maria Elena Boschi, architetto della legge sulla fine del bicameralismo paritario

Il ministro Maria Elena Boschi in aula del Senato durante la discussione sulle riforme Costituzionali, Roma, 17 settembre 2015.

Il ministro Maria Elena Boschi in aula del Senato durante la discussione sulle riforme Costituzionali, Roma, 17 settembre 2015.

Il ministro Maria Elena Boschi in aula del Senato durante la discussione sulle riforme Costituzionali, Roma, 17 settembre 2015

Il ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi in Aula alla Camera durante le dichiarazioni di voto sulla legge elettorale Italicum, Roma, 04 maggio 2015.

Il ministro delle riforme e rapporti col parlamento Maria Elena Boschi alla Camera durante dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta sull’articolo 1 della Legge Elettorale (Italicum), 29 aprile 2015

I ministri Angelino Alfano, Dario Franceschini e Maria Elena Boschi in Aula alla Camera durante le dichiarazioni di voto sulla legge elettorale, Roma, 4 maggio 2015

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi nell’aula della Camera dei Deputati durante la discussione generale sull’Italicum, Roma, 27 Aprile 2015

Il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi alla Camera durante esame e votazione delle questioni pregiudiziali sulla Legge Elettorale (Italicum), Roma 28 Aprile 2015

Maria Elena Boschi

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi alla Camera durante la nottata della terza ”seduta fiume” per l’esame della riforma della Parte II della Costituzione -Roma, 13 Febbraio 2015

Il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante l’esame del DDL sulle Riforme, Roma 15 Luglio 2014.

Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi arriva a Palazzo Vecchio per partecipare al convegno ‘The State Of The Union’, Firenze, 9 maggio 2014. ANSA/ MAURIZIO DEGL’INNOCENTI

Il Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi nella sala Aldo Moro della Camera durante la presentazione di un libro su Nilde Iotti, Roma 4 Dicembre 2014.


Maria Elena Boschi

Il ministro Maria Elena Boschi

Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi

Il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante la richiesta di rinvio ad altra seduta della discussione generale del DDL sulle Riforme
Succede infatti, nel giro di poche ore, che la Ue bacchetti l’Italia per il salvataggio di quattro istititui di credito in crisi emanato dal governo di cui lei fa parte e che la procura di Civitavecchia apra un’inchiesta sul suicidio di un cliente della Banca Etruria ai vertici della quale c’era mezza famiglia Boschi. Non solo papà Pier Luigi, ma anche Emanuele, fratello di Maria Elena e numero due dell’ufficio “incagli”, quello da cui passano i crediti che non si riescono a recuperare.
Ma andiamo per ordine. Il cliente in questione è un pensionato di 68 anni residente a Civitavecchia. Nella lettera scritta prima di togliersi la vita, l’uomo punta il dito contro chi ha gestito i suoi soldi mandando in fumo 110 mila euro, i risparmi di una vita. Luigi, questo il suo nome, accusa gli amministratori dell’Istituto di credito, quindi implicitamente anche il padre e il fratello della Boschi, di aver fatto, per suo conto ma a sua insaputa, investimenti ad alto rischio, le cosiddette obbligazioni subordinate. Parla di “truffa organizzata”. Scrive di essere stato preso in giro tutte le volte che, quando si recava in banca per ricevere chiarimenti, quelli lo liquidavano con false rassicurazioni solo per toglierselo di torno.
Nel febbraio scorso l’istituto aretino fondato nel 1882 da 1800 dipendenti e 175 filiali in 8 regioni, finisce in amministrazione straordinaria. Gli ispettori della Banca d’Italia (uno dei quali pure indagato per aver acquistato “a un prezzo illecitamente maggiorato” azioni della Cassa di risparmio di Rimini di cui era stato anche in quel caso commissario) avevano infatti certificato perdite per 526 milioni di euro, crediti deteriorati per 2,8 miliardi e un patrimonio ridotto ad appena 20 milioni. La Procura di Arezzo apre un’inchiesta nei confronti dei vertici per vari reati. Pier Luigi Boschi e gli altri lasciano i loro incarichi.
Intanto l‘Unione europea ha bocciato il “salvataggio” delle CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria da parte del governo di cui fa parte anche la figlia dell’ex vicepresidente di una delle quattro banche. Banche accusate da Bruxelles di aver venduto “prodotti inappropriati a persone che forse non sapevano cosa compravano, con conseguenze personali dure e difficili” proprio come è stato per il signor Luigi. Banche di cui, secondo la Ue, la responsabilità è del governo.
Il premier Matteo Renzi ha però difeso il “suo” decreto fatto per “salvare – ha detto – i conti concorrenti dei cittadini e migliaia di posti di lavoro”. E annunciato un fondo di solidarietà selettivo, aperto anche ai piccoli azionisti, oltre che agli obbligazionisti. Secondo le regole europee, infatti, salvare in modo definitivo questi ultimi è infatti impossibile.