Si sono trovati 3 miliardi per Alitalia, decine di milioni per le ferrovie, 120 milioni per il bonus mobilità finalizzato all’acquisto di bici e monopattini, ma per gli autobus turistici niente. E il settore rischia di essere distrutto dalla crisi.
Era inevitabile che la pioggia di aiuti e di bonus destinati alle imprese colpite dalla crisi del coronavirus avrebbe scontentato qualcuno: perché a lui sì e a me no? Ma c’è chi, oltre al danno di non prendere un quattrino, ha subito pure la beffa di veder sparire sotto il naso un aiuto previsto da un atto del governo. Una storia che rivela, dopo tante promesse, le difficoltà di questo esecutivo a far quadrare i conti.
Il settore “beffato” è quello dei bus turistici, quelli che trasportano i turisti in giro per l’Italia e gli studenti nelle gite scolastiche: 25 mila dipendenti, seimila imprese e 2,5 miliardi di giro d’affari annuo, come ricorda il neocostituito Comitato Bus Turistici.
Quando il governo nel decreto Rilancio ha stanziato 70 milioni di euro per quest’anno e altri 80 da erogarsi annualmente fino al 2034 per le imprese ferroviarie (Italo e Trenitalia) che si sono dovute fermare a causa dell’emergenza Covid, il Comitato Bus Turistici è riuscito a far approvare un emendamento che ha allargato la platea dei beneficiari di questo fondo anche alle imprese di trasporto passeggeri con autobus. Approvato dalla commissione Bilancio della Camera, l’emendamento prevedeva l’erogazione alle società dei bus turistici di un aiuto da definire successivamente ed è stato accolto con cauta soddisfazione dal presidente del Comitato, Riccardo Verona: «Vedremo nel concreto quali saranno i fondi per il settore. Cogliamo con soddisfazione il fatto che verso il segmento dei bus turistici, per la prima volta, viene dato un concreto segnale di esistenza».
«Il lavoro svolto insieme al Comitato Bus Turistici Italiani» ha aggiunto il sottosegretario di Stato alle infrastrutture ed ai Trasporti, Salvatore Margiotta, «è un segnale che risulterà comunque utile all’intero settore».
Tutto bene, dunque. Invece no: la doccia fredda è arrivata il 7 luglio quando l’emendamento è stato stralciato dopo il parere negativo della Ragioneria dello Stato. Morale: si sono trovati 3 miliardi per Alitalia, decine di milioni per le ferrovie, 120 milioni per il bonus mobilità finalizzato all’acquisto di bici e monopattini, ma per gli autobus turistici nisba.
«Non destinare fondi al trasporto passeggeri con autobus, rappresenta la volontà di farci sparire. Siamo ancora una volta condannati a non ripartire, come invece hanno potuto fare aerei e treni» commenta Verona del Comitato bus turistici Italiani. Il lockdown in tutta Italia, sottolinea una nota del Comitato, ha costretto oltre seimila imprese a fare i conti con l’azzeramento di stipendi e fatturato, con la mancata erogazione della cassa integrazione e, ancora una volta, con l’assenza di prospettive di una reale ripartenza.
Tra l’altro a complicare la situzione ci si sono messe le regole sul distanziamento: «Sui bus a noleggio» dice Verona «in molti Paesi europei non è obbligatorio il distanziamento sociale mentre in Italia la regolamentazione cambia da regione a regione; alcune hanno eliminato la norma del limite dei posti a bordo per garantire la corretta distanza fra i passeggeri, altre no. In questo modo, è impossibile pianificare e garantire le diverse esigenze di viaggio». Un’altra beffa.
