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Il lamento non cambia il mondo

Il lamento non cambia il mondo

L’editoriale del direttore

Non ho mai visto alcun film di Benedetta Porcaroli, ma la sua intervista mi è bastata. Lei è bella, fortunata, baciata dal successo. Che bisogno c’è di atteggiarsi a vittima della gerontocrazia, dei cosiddetti Boomers?


Di Benedetta Porcaroli conoscevo il nome, ma non le opere. Così, dopo aver letto alcune frasi di una sua intervista a La Stampa di Torino, ho colmato la lacuna. Su Wikipedia, l’enciclopedia online scritta dagli utenti, ho scoperto che è un’attrice italiana, che a 24 anni ha già avuto modo di recitare con ruoli da protagonista o da comprimaria in 11 film, tre serie televisive e alcuni videoclip. In pochi anni di carriera si è aggiudicata un Nastro d’argento, ha vinto un premio David Giovani ed è stata candidata per il David di Donatello. Non ho mai visto nessuna delle sue interpretazioni, ma immagino che un tale successo sia meritato. Tuttavia, alla ragazza non basta. Infatti, nell’intervista al foglio sabaudo l’attrice si è scagliata contro l’invadenza dei «boomers», ovvero contro chi è nato negli anni Sessanta ed è cresciuto nel periodo del boom economico. «Viviamo in una gerontocrazia» ha confessato alla cronista del quotidiano di casa Agnelli. «Tra noi giovani ci sono un sacco di talenti, abbiamo molta consapevolezza e partecipazione, un pensiero preciso su quello che vogliamo, dobbiamo sistemare un sacco di cose, salvare il pianeta, sotto tanti punti di vista, ma ce la faremo, perché siamo bravi».

Ovviamente, non ho alcun motivo per nutrire dubbi sulle capacità dei ventenni e mi fa piacere che le nuove generazioni siano impegnate a salvare il pianeta e abbiano un «sacco» di progetti per il futuro. Però non capisco che cosa c’entrino i boomers, la gerontocrazia e tutto il resto. Porcaroli e i suoi coetanei sono bravi, hanno consapevolezza e un pensiero preciso su ciò che vogliono? Bene: si rimbocchino le maniche e dimostrino ciò che sanno fare. Non credo che i giovani di cinquant’anni fa, quelli nati nel periodo del boom o figli del dopoguerra, si siano trovati davanti la strada spianata.

Ho quasi 65 anni e nessuno mi ha aperto la porta dicendomi prego, venga lei a fare il mio mestiere che io mi faccio da parte. Tutti noi, boomers o no, ci siamo affacciati al mondo del lavoro facendo la gavetta e conquistando pezzetto dopo pezzetto il nostro futuro. Anche la generazione del Sessantotto, che è un po’ precedente alla mia (io a quell’epoca avevo dieci anni), voleva cambiare il mondo, riteneva i genitori sorpassati e pensava di avere un sacco di «cose» da fare, considerandosi più brava di chi stava al potere. Quei giovani, oggi ultrasettantenni, scesero in piazza con slogan e bandiere, qualche volta con molotov e pistole. Puntavano a mandare in pensione l’intera classe dirigente per prenderne il posto. Tutti sanno com’è finita. Il mondo non lo hanno cambiato, semmai lo hanno solo un po’ peggiorato. Erano pieni di ideali, di frasi fatte come quelle uscite dalla bocca della giovane interprete di Baby e della Scuola cattolica, un misto di banalità e roboanti progetti. Per parte mia, non ho mai visto cantanti, attori o in genere artisti cambiare il mondo. Grazie alle loro «battaglie», tutte buoniste, sempre in difesa degli ultimi, dell’ambiente e delle cause superiori, hanno cambiato il loro conto in banca. Infatti, è sufficiente fare l’elenco delle star di Hollywood impegnate nelle buone cause per rendersi conto che, oltre a stare dalla parte giusta, anno dopo anno stanno meglio, sebbene i loro protetti, quelli per cui dicono di battersi, ovvero poveri e migranti, stiano progressivamente peggio.

Sì, non ho mai visto alcun film di Benedetta Porcaroli, ma la sua intervista mi è bastata. Lei è bella, fortunata, baciata dal successo. Che bisogno c’è di atteggiarsi a vittima della gerontocrazia? Forse qualche vecchia interprete le ha rubato una parte? Oppure ce l’ha con chi è al governo? Prego, si accomodi: in Italia sono molti quelli che non vedono di buon occhio la maggioranza che guida il Paese. Vuole impegnarsi in politica perché lei e i suoi amici hanno un sacco di talenti, consapevolezza, partecipazione e devono sistemare il pianeta? Faccia pure. Siamo in una democrazia e, come si è visto negli ultimi anni, basta candidarsi e si trova chi ti vota. Il caso più recente è quello di un altro artista. Anche se appartiene a una diversa generazione, pure Beppe Grillo voleva salvare il Paese e forse anche il pianeta. Tra i suoi sogni c’erano la decrescita felice, le case di legno, la fine dell’auto e il Parlamento aperto come una scatola di tonno. E pure in questo caso, si sa com’è finita: oggi il comico gira fra teatri mezzi vuoti, portando in scena il suo ultimo spettacolo.

La più recente apparizione in politica è all’ambasciata cinese, al ricevimento per il nuovo rappresentante diplomatico di Pechino. Insomma, se Benedetta vuole, c’è spazio anche per lei e per i giovani. La prego solo di non compiangersi. Non c’è ragione. I millennials e la Generazione Z sono giovani, godono delle fortune costruite da chi è venuto prima, e a loro sono consentiti agi e un’istruzione che i boomers non hanno avuto. Dunque, smettano di lamentarsi. Se vogliono godetersela, lo facciano. Se vogliono conquistare il potere e scalzare chi oggi lo esercita, si accomodino: basta smettere di frignare e cominciare a lavorare.

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