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Contatori di elettricità (e di libertà)

Contatori di elettricità (e di libertà)

L’editoriale del direttore

I modelli moderni sono più belli di quelli del passato e anche più utili, in quanto hanno svariate funzioni. Ma forse potrebbero avere anche quello di tagliarci la fornitura in base ai nostri comportamenti.


Per settimane sono stato inseguito da un signore che voleva a tutti i costi cambiare il mio contatore dell’energia elettrica. Prima mi ha fatto avvisare dal portiere, poi mi ha lasciato un messaggio nella cassetta delle lettere. Infine, mi ha fatto chiamare dalla società che si occupa della sostituzione. «Ma il mio contatore va benissimo, perché lo dovrei cambiare?» ho chiesto. «Il cambio del contatore ha la finalità di migliorare la gestione del servizio, ridurre la quota dei consumi stimati nelle bollette e monitorare meglio l’utilizzo di energia al fine di consentirne un uso più consapevole» mi è stato risposto, manco fosse uno dei call center che ti chiama a casa per proporti di cambiare gestione.

Premessa, normalmente non mi occupo di contatori, che so essere chiusi in un locale condominiale, a disposizione degli operatori che devono fare qualche intervento. La sola volta che mi è capitato di accedere a quell’area comune è stato tempo fa, a causa di un blackout che aveva disattivato l’erogazione dell’energia elettrica, e così ho notato che non si trattava di un contatore dell’era di Matusalemme, ma di uno di quelli recenti, con il display che premendo un pulsante evidenziava ogni genere di informazione, sui consumi e su altro. Dunque, di fronte all’insistenza con cui mi si chiedeva di sostituirlo mi sono chiesto quale fosse la ragione. Il marchingegno non era certo rotto e neppure di quelli elettromeccanici con la rotella. L’operatore naturalmente mi ha informato del fatto che l’intervento fosse gratis e anche che gran parte dei condomini avesse già acconsentito alla sostituzione, facendomi quindi intendere di essere un ritardatario.

Che io non stia al passo con i tempi è possibile, dato che appartengo alla metà del secolo scorso, ma del resto non mi adeguo volentieri alle mode, neppure quando queste promettono di migliorarmi la vita. Quando però il telefonista mi ha informato che in città erano già stati sostituiti quasi tutti i contatori, per un totale di oltre l’86 per cento delle utenze, mi sono incuriosito e ho cercato di informarmi un po’. Così mi sono imbattuto in una spiegazione molto intrigante. Il nuovo contatore pare essere costruito con una plastica ecologica, cioè rispettosa dell’ambiente in quanto riciclata. Fin qui, ho pensato, niente di trascendentale, perché se mi tengo il vecchio contatore non c’è bisogno di rigenerare niente e quindi neppure di sprecare tempo ed energia. Ma poi è venuto il bello e cioè l’illustrazione delle meravigliose capacità del nuovo strumento, che è ritenuto in grado di «rendere più sostenibile il consumo di energia, permettendo di bilanciare la curva della domanda e dell’offerta di energia elettrica, rappresentando un elemento chiave per la costruzione delle smart city, le città intelligenti e circolari». Tutto fantastico, perché con il contatore ultramoderno si possono tenere sotto controllo i propri consumi in tempo reale, adottando comportamenti più ecologici. Senza contare che lo strumento di ultima generazione permette di orientarsi fra «prezzi dinamici e altamente flessibili»

Confesso che il controllo dei consumi io lo faccio quando mi arriva la bolletta, cioè a latte versato, e neppure con il contatore 2.0 mi verrebbe in mente di scendere in cantina per controllare quanto sto spendendo, ma probabilmente la tecnologia mi permetterebbe di vedere tutto sull’app del telefono e così potrei cominciare a rimproverare coniuge e figli, invitandoli a spegnere il computer e il condizionatore, suggerendo di usare responsabilmente il ferro da stiro e il forno, oltre che la lavastoviglie (sono segnalati fra gli elettrodomestici che consumano di più). Così, mentre pensavo a me che sul cellulare controllo i picchi di chilowattora, mi è venuto in mente Giuliano Amato, quello del prelievo notturno sui nostri conti correnti. In una recente intervista, a proposito del cambiamento climatico, ha detto che bisogna spingere le persone a cambiare i propri comportamenti, in casa e in viaggio. E per farlo, secondo lui, serve una santa alleanza europea che costringa a adottare misure urgenti.

Certo, i contatori moderni sono più belli di quelli del passato e anche più utili, in quanto hanno svariate funzioni. Ma forse potrebbero avere anche quello di tagliarci la fornitura in base ai nostri comportamenti. No, non penso a una spia dentro casa, anche se qualcuno ha ipotizzato pure questo rischio, tuttavia è evidente che il controllo sulla fornitura con un contatore intelligente può essere esercitato in almeno due direzioni. Non a caso in Olanda, di fronte alle direttive europee che spingono per adeguare il sistema (sì, quando si parla di consumi, la Ue c’entra sempre), un tribunale ha contestato l’applicazione, sostenendo che potrebbe violare alcune norme. In sostanza, i nuovi contatori potrebbero imporci di limitare i consumi, magari indirizzandoci nelle fasce orarie preferite dal distributore o dall’autorità politica. Oppure, come secondo il quotidiano britannico The Telegraph sarebbe accaduto in Gran Bretagna a 350 mila consumatori, i contatori intelligenti potrebbero essere commutati da remoto verso tariffe meno convenienti. La profilazione dell’utente sarà certamente più accurata. Ma anche un po’ più controllata. Forse a fin di bene, o forse no. In sostanza, quello che sembra oggi un vantaggio, in futuro potrebbe non esserlo. E Amato, quello che vien di notte come la Befana ma non per portarci i doni semmai per prenderli, potrebbe essere contento.

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