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L’insostenibile prezzo dell’Europa «green»

L’insostenibile prezzo dell’Europa «green»

L’editoriale del direttore

Il suo nome è sconosciuto alla maggioranza degli italiani. Tuttavia è Frans Timmermans che dovremo ringraziare se fra qualche anno saremo costretti a rottamare la nostra autovettura a combustione per comprarne una elettrica e altre follie in nome dell’ecologia.


Sarà sempre merito del vicepresidente e commissario per il clima e il green deal dell’Unione europea Frans Timmermans se entro una decina d’anni saremo chiamati a ristrutturare le nostre case al fine di renderle ecologicamente più compatibili. Sì, nonostante nessuno lo conosca, questo politico olandese, nato 61 anni fa a Maastricht, è l’uomo che ci vuole lasciare al verde. In nome della difesa dell’ambiente, l’ex ministro degli Esteri dei Paesi Bassi si prepara ad andare all’assalto dei nostri portafogli.

Nel 2018, i socialisti lo avevano designato loro candidato ufficiale alla guida della Ue, ma alla fine la sua ambizione si scontrò con il veto della Germania, che gli ha preferito una sua pupilla, ovvero quell’Ursula von der Leyen che Angela Merkel aveva voluto al suo fianco nel governo già 15 anni prima. Risultato, Timmermans ha abbozzato, salvo poi vendicarsi. Siccome la baronessa tedesca si è rivelata un peso piuma della politica, il suo vice è diventato il suggeritore ufficiale della presidente, con i risultati a tutti noti, soprattutto in un tema economicamente sensibile come l’ambiente.

Si devono a lui i provvedimenti che rischiano di metterci in ginocchio. Non parlo ovviamente della forsennata campagna per ridurre le emissioni di CO2, che stanno fiaccando parecchie imprese. Mi riferisco ai provvedimenti più recenti, ovvero quelli riguardanti l’auto e la casa. Attenzione, non nego che si debba fare qualche cosa per evitare l’inquinamento di aria, acqua e territori. E pure penso che sia utile adottare tutti i provvedimenti necessari per consumare meno combustibile fossile, per l’ambiente e soprattutto per il bilancio familiare. Tuttavia, alcune misure che in apparenza appaiono improntate a tutelare la natura, non solo non è detto che davvero siano in grado di farlo, ma rischiano di non essere a costo zero per le famiglie. Anzi, dopo i salassi dovuti al rialzo dei tassi c’è un pericolo concreto di gettare sul lastrico parecchie persone.

Ovviamente, a tutti farebbe piacere avere un’auto che non inquini e magari pure l’ultimo modello. Ma se la vettura non ce la si può permettere perché già si fa fatica a mantenere la vecchia utilitaria, che si fa? Non la si può rottamare per far contento Timmermans. Prevengo già le obiezioni: ma la direttiva con cui l’Europa ha deciso di decretare la fine della produzione delle macchine con motore endotermico non impedisce di usare l’auto di 10 o 15 anni prima. Certo, ma a quello ci penseranno sindaci come Beppe Sala, che a Milano ha vietato la circolazione ai diesel più datati, condannando chi non può permettersi il modello nuovo ad andare a piedi. Le vetture a batteria sono belle, ma costano, senza contare che a oggi nessuno sa bene come e dove ricaricarle. Tralascio le considerazioni sull’impatto che il provvedimento europeo avrà sulla cosiddetta filiera dell’automotive: bene che vada si perderanno migliaia di posti di lavoro. E anche i disoccupati dovranno ringraziare Timmermans, che per sembrare più buono e più vicino alla natura si è fatto crescere una barba che lo fa apparire uguale al nonno di Heidi.

Sempre grazie al vicepresidente, avremo case green. O meglio: saremo obbligati ad averle, perché altrimenti la classificazione energetica metterà la nostra abitazione in fondo alla lista. Al momento, per chi non vive in un appartamento con pompe di calore, vetri termici e cappotto antidispersione del calore non è prevista alcuna sanzione, né il divieto di vendita o di affitto, come prima si era ventilato. Ma è evidente che un conto è essere proprietari di un alloggio a zero emissioni e un altro è possederne uno che sul mercato immobiliare sarà presentato come un edificio vecchio e non efficiente. Chi lo metterà in vendita dovrà per forza accettare un deprezzamento oppure farsi carico dei costi per migliorare la qualità della sua proprietà. Bene che vada, saranno spese su spese, anche solo per la certificazione energetica, che da obbligatoria ogni dieci anni ora diventerà necessaria ogni cinque. Considerando che in Italia gli immobili classificati nella classe G, quella meno efficiente, sono 11 milioni, diciamo che ci sono 11 milioni di famiglie che hanno un motivo in più per ringraziare Timmermans.

Si dirà: tutto ciò, auto elettriche e case green, aiuterà l’ambiente, perché alla fine inquineremo di meno e i nostri figli potranno crescere sani. Siamo sicuri? Dalla California arriva l’ultima ricerca che dimostra come le vetture a batteria siano tutt’altro che ecologiche. Secondo lo studio, i materiali usati rischiano di creare più problemi di quelli che risolvono. E se un giorno scoprissimo che anche le pompe di calore, i vetri blindati e i cappotti esterni non sono così utili? Ho un’ultima domanda: e se avessero ragione quegli scienziati come Antonino Zichichi che mettono in dubbio l’azione dell’uomo sul processo di riscaldamento globale? Con chi ce la prenderemmo? Io un’idea ce l’ho: con Timmermans.

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