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La Nazionale italiana di basket bella e convincente davanti al Mondiale

La Nazionale italiana di basket bella e convincente davanti al Mondiale

Con Alessandro Mamoli, celebre commentatore per Sky Sport della pallacanestro che dal prossimo 25 agosto ci racconterà il torneo più ambito, analizziamo l’ottimo pre-mondiale degli azzurri di Pozzecco

«C’è un ottimo clima. Il gruppo è molto affiatato, sono felici di stare insieme, di giocare insieme. E la cosa si vede fuori campo ma soprattutto in campo». Da Atene dove la nazionale di basket ha vinto il prestigioso Torneo dell’Acropoli battendo la Serbia e ieri i padroni di casa, le parole di Alessandro Mamoli (una delle voci più conosciute, amate e competenti della squadra basket di Sky Sport) confermano quello che pare visibile anche dalla Tv: la Nazionale italiana è una squadra, è un gruppo.La strada che porta ai mondiali tanto attesi nelle Filippine (Giappone ed Indonesia) e che Sky racconterà dal prossimo 25 agosto al 10 settembre si sta quindi lastricando di soddisfazione, risultati, entusiasmo.

«La squadra c’è, si vede ed ha una chiara identità di gioco ed una chiarissima unione di intenti. Che vinca o che perda l’Italia mette in campo la sua idea di basket, come si dice nel calcio «se la gioca» con tutti, senza paura. Il tutto con un poster dove di fatto solo due giocatori superano i 10 punti a partita nei loro club: Spissu e Spagnolo. Gli altri non sono di certo le punte di diamante delle loro squadre. Ma la combinazione creata da coach Pozzecco è ben riuscita e ci accorgiamo così di avere giocatori di livello superiore a quello che appare nella stagione regolare. C’è anche il giusto mix tra senatori e giovani. È evidente che Datome e Melli sono i leader carismatici della squadra ma l’atteggiamento con cui Procida o Severini stanno giocando in questa fase di amichevoli è davvero sorprendente».

L’Italia in questo pre mondiale ha fatto un grosso uso del tiro da tre punti, è evidente che la strada sia questa: affidarsi però così tanto al tiro da fuori ti espone, in caso di serata no, ad una sconfitta quasi certa, soprattutto nelle gare ad eliminazione diretta. Non è un rischio?«Direi proprio di no. Questo è il tipo di gioco perfetto per questa squadra che non ha grossi centri ma ha buone mani da fuori; che ha gioventù, coraggio e la giusta faccia tosta. Però le partite di Atene hanno mostrato come la squadra legga bene i mismatch, andando spesso spalle a canestro. Il tiro da tre punti è un riferimento chiaro, certo, se ti capita la sera storta al tiro rischi di perdere ma snaturando il gioco ti avrebbe portato sicuramente a perdere magari le altre gare».

Quanto merito ha Pozzecco in questo brillante momento della Nazionale?

«È evidente che c’è molto di lui, soprattutto nell’idea di squadra e nel clima che è riuscito a creare dentro lo spogliatoio. Entusiasmo e serenità. Poi, diciamo la verità, il Poi non è più la testa calda che si raccontava ai suoi esordi da coach».

Ai Mondiali ci aspetta un girono pieno di insidie. Repubblica Dominicana, Angola e soprattutto le Filippine sono pericolose, per vari motivi…

«Cominciamo con l’Angola, e non dovrebbero esserci problemi; la partita chiave è la seconda, con la Repubblica Dominicana arrivare alla terza gara con un dentro-fuori contro i padroni di casa delle Filippine che saranno sospinti da 25mila spettatori in un clima dantesco. Non sarà semplice ma sicuramente fattibile».

Qual è il limite tra successo e fallimento della spedizione ai mondiali?

«Sicuramente il superamento della fase a gironi. Essere eliminati subito sarebbe un risultato molto negativo, da quel punto in poi si arriva alla sufficienza che può arrivare anche al 10 e lode…».

Dalla nazionale al basket italiano in generale. Quanto fa bene alla pallacanestro di casa una così netta differenza tra i due top team, Virtus Bologna e Olimpia Milano, e tutte le altre?

«La differenza di budget è chiara, netta ma dovuta soprattutto alla necessità di avere dei roster di altissimo livello e profondità per poter partecipare all’Eurolega. Le altre squadre devono per forze economica fare di necessità virtù; pensiamo al passato, pensiamo alle imprese di Tortona o allo scorso campionato di Varese che, al netto dei suoi guai di bilancio, ha mostrato un basket divertente ed efficace. La strada però è questa e di sicuro non per colpa di chi investe decine di milioni di euro ogni anno a Bologna e Milano»

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