Un altro caso scuote il calcio italiano, poche settimane dopo le polemiche per la sentenza del Collegio di Garanzia del Coni che ha ordinato la ripetizione di Juventus-Napoli, partita fantasma per la mancata presentazione del club partenopeo allo Stadium lo scorso 4 ottobre. Succede ancora a Napoli, nell’immediata vigilia della sfida della squadra di Gattuso contro l’Empoli negli ottavi di finale della Coppa Italia. Una vicenda dai contorni non del tutto definiti in cui l’unica certezza è che il protocollo della Federcalcio, quello che ha consentito al pallone di tornare a rotolare a giugno e far ripartire la stagione dopo l’estate, è stato messo da parte.
I fatti. Tre calciatori della squadra toscana, l’allenatore Dionisi e un magazziniere sono stati posti in isolamento dall’autorità sanitaria locale di Napoli a poche ore dal fischio d’inizio della gara dopo essere risultati contatti stretti di una persona, poi testata positiva, in occasione del volo di ritorno dalla trasferta di Cosenza del 4 gennaio. Un provvedimento inusuale per il calcio, anche perché i cinque avevano tamponi negativi effettuati nella mattinata della trasferta a Napoli, visto che la comunicazione era arrivata al club nella serata della vigilia dando così tempo di ottemperare a quanto previsto dal protocollo Figc. Le norme, infatti, prevedono che si possa ‘bucare’ la quarantena per allenarsi e per disputare un incontro ufficiale a patto di essere negativi a un test effettuato nel giorno stesso della gara.
E dunque? L’Empoli ha accettato l’imposizione dell’Asl e non avrebbe potuto fare nulla di diverso. E’ chiaro, però, che applicando il metro di intervento dei dirigenti campani l’attività del calcio italiano è destinata a fermarsi contro anche la volontà dello stesso Governo e dei tecnici del CTS che quel protocollo, che prevede la deroga per i calciatori, hanno sottoscritto insieme alla Federcalcio contribuendo anzi a scriverlo.
Sconcerta che l’interpretazione ‘stringente’ arrivi ancora una volta da Napoli, dopo le polemiche per la mancata disputa della gara di Torino contro la Juventus finita poi a carte bollate (sportive) con l’intervento del Collegio di Garanzia del Coni a cancellare i provvedimenti della giustizia sportiva. Come se l’Asl di Napoli avesse dichiarato guerra al patto fondamento della ripresa dell’attività di un settore allo stremo, che conta i danni e non sa come arrivare a fine stagione tra stipendi sospesi, richieste inascoltate al Governo di dilazionare i versamenti previdenziali e appelli per rimettere nell’agenda politica il tema della parziale riapertura degli stadi. Un problema non da poco per Figc e Lega che stanno facendo di tutto per tenere in vita il campionato anche in un momento di forte pressione dei contagi. La storia di Napoli-Empoli non li aiuta. Anzi.
