donnaSabato 7 maggio è accaduto un piccolo miracolo a Milano. A 400 metri di distanza dall’Università Bicocca, che il primo marzo aveva cancellato un corso sul sommo scrittore Fëdor Dostoevskij (salvo poi fare un piccolo dietrofront, peraltro inuitle), al Teatro Arcimboldi si è tenuto un tributo alla grande cultura russa, a cui hanno partecipato fianco a fianco ballerini russi e ucraini.
In tempi di russofobia dilagante, nel teatro milanese è stata omaggiata la memoria di un ballerino russo (Rudolf Nureyev) da due ballerini russi (le étoiles Natalia Osipova e Danil Siimkin), con musiche di grandi musicisti russi (Pyotr Ciajkovskij, Sergej Prokofiev e Sergej Rachmaninov). Senza alcuna contestazione, polemica o protesta. Anzi.
Gli oltre 1.500 spettatori hanno seguito il Gala Nureyev con grande emozione, spellandosi le mani dagli applausi di fronte alla tecnica impeccabile, fatta di giri e balzi estremi, di Natalia Osipova, già star del Bolshoi e ora Principal del Royal Ballet di Londra, nata a Mosca 35 anni fa. Grande emozione hanno suscitato in una platea esaurita anche i virtuosismi mozzafiato, le pirouettes interminabili e i salti unici di Daniil Simkin, stella dell’American Ballet di New York, nato a Novosibirsk 34 anni fa.
Ma a rendere la serata straordinaria è stata la presenza, sulla stessa scena, di tre ballerini ucraini: Viktor Ishchuk, Natalia Matsak e Sergiy Kryvokon, tutti e tre del Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev. Sergiy Kryvokon e Natalia Matsak hanno danzato sulle note di Giselle, il balletto romantico per eccellenza, e di Feeling you, del polacco Fryderyk Chopin. Viktor Ishchuk ha invece interpretato Paquita, di Edouard Deldevez, e Don’t say a word, del russo Sergej Rachmaninov.