L’ Ucraina ha accettato un’intesa con gli Stati Uniti riguardante i diritti minerari, un accordo che, secondo il presidente Trump, verrà formalizzato venerdì in una cerimonia alla Casa Bianca alla presenza del leader ucraino Volodymyr Zelensky. Fonti vicine ai colloqui hanno riferito che il testo dell’accordo è stato finalizzato e che gli Stati Uniti hanno rinunciato alla precedente richiesta di ottenere 500 miliardi di dollari dalle potenziali entrate derivanti dallo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine. Trump, impegnato nei negoziati per porre fine al conflitto, ha dichiarato che l’intesa sulle risorse minerarie contribuirebbe a compensare gli aiuti finanziari concessi dagli Stati Uniti all’Ucraina per sostenere la resistenza all’invasione russa.«Si tratta di un’intesa di grande rilievo. Potrebbe valere fino a un trilione di dollari. Stiamo investendo centinaia di miliardi di dollari tra Ucraina e Russia per una guerra che non sarebbe mai dovuta scoppiare», ha dichiarato Trump ai giornalisti martedì scorso.
L’accordo per l’accesso alle risorse naturali dell’Ucraina, comprese quelle di petrolio e gas, ha rappresentato un nodo critico nelle relazioni tra Kiev e Washington nell’ultima settimana. La questione è emersa quando Zelensky ha rifiutato di firmare un’intesa sui diritti minerari proposta dall’amministrazione Trump. Funzionari europei hanno manifestato sorpresa di fronte ad alcune richieste avanzate dagli Stati Uniti nell’offerta, tra cui la pretesa di un massimo di 500 miliardi di dollari di entrate derivanti dallo sfruttamento minerario, una cifra ben superiore a quanto Washington abbia finora destinato all’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Secondo il Wall Street Journal, se l’accordo dovesse essere finalizzato, rappresenterebbe un successo per Zelensky nel suo rapporto, spesso complesso, con Trump. Il presidente ucraino ha insistito per un incontro diretto con Trump, rifiutandosi di siglare l’intesa con un rappresentante di grado inferiore, il Segretario del Tesoro Scott Bessent.
Il rifiuto di Zelensky di sottoscrivere l’accordo ha portato a un rapido peggioramento delle relazioni tra Washington e Kiev. Per mesi, il presidente ucraino aveva dichiarato che i partner dell’Ucraina nella guerra contro la Russia avrebbero potuto ottenere accesso alle risorse minerarie del paese. Tuttavia, ha spiegato di non poter accettare un’intesa che non prevedesse garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Anche i rappresentanti europei hanno espresso stupore di fronte ad alcune delle condizioni poste dagli Stati Uniti, tra cui la richiesta di un massimo di 500 miliardi di dollari di entrate derivanti dall’attività mineraria, una cifra superiore all’ammontare degli aiuti economici forniti dagli Stati Uniti all’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. «Non voglio che qualcosa diventi un debito che dieci generazioni di ucraini dovranno ripagare», ha dichiarato domenica in una conferenza stampa.
Dopo che Zelensky ha respinto la proposta iniziale, Trump lo ha etichettato come «un dittatore» e ha accusato, in modo infondato, l’Ucraina di aver dato inizio al conflitto. Nel frattempo, alti funzionari americani si sono incontrati con le loro controparti russe per discutere possibili soluzioni alla guerra, escludendo l’Ucraina dai colloqui. Inoltre, gli Stati Uniti hanno espresso voto contrario a una risoluzione delle Nazioni Unite che condannava l’invasione russa. Sebbene il nuovo documento non preveda garanzie di sicurezza, i rappresentanti ucraini sperano che possa agevolare il ripristino delle relazioni del Paese con Trump. Quest’ultimo ha dichiarato che in Ucraina potrebbero essere dispiegate forze di peacekeeping, senza specificare se gli Stati Uniti avrebbero fornito supporto o inviato truppe per la missione di deterrenza.Nonostante la contrarietà della Russia alla presenza di forze europee sul territorio ucraino, Trump ha assicurato ai giornalisti, martedì scorso, che l’accordo prevederebbe «una forma di peacekeeping accettabile per tutti».
Il Financial Times aveva già riportato in precedenza il contenuto del testo finale dell’accordo. Secondo i termini previsti, l’Ucraina destinerà una parte dei ricavi derivanti dallo sviluppo futuro delle sue risorse minerarie a un fondo dedicato a investimenti in progetti nel Paese. Le risorse che attualmente garantiscono entrate al governo ucraino, come la produzione di petrolio e gas, non saranno incluse nell’accordo. La quota di partecipazione degli Stati Uniti nel fondo e gli eventuali accordi di comproprietà verranno stabiliti in successivi negoziati. Si ritiene che l’Ucraina abbia depositi di almeno 20 dei 50 minerali che gli Stati Uniti considerano critici. Tra questi, litio, titanio, manganese, minerali ferrosi, mercurio, carbone, gas di scisto, uranio e terre rare, una raccolta di 17 elementi essenziali per tutto, dagli smartphone all’industria della difesa. Inoltre l’Ucraina e il terzo più grande esportatore di ferro al mondo e detiene oltre 19 milioni di tonnellate di riserve accertate di grafite , che vengono utilizzate per realizzare le batterie dei veicoli elettrici
Secondo gli analisti del settore, il loro valore potenziale complessivo è stimato in migliaia di miliardi di dollari. Tuttavia, fino al 40% di quei depositi minerali si trovano in aree del paese attualmente sotto occupazione russa. Gran parte di ciò che è sotto il controllo ucraino non è mai stato estratto. Renderli commercialmente sostenibili richiederà, in alcuni casi, anni di studi e centinaia di milioni di dollari di investimenti, capitale che sarà difficile reperire mentre la guerra è ancora in corso. Infine, la Russia e gli Stati Uniti stanno esplorando opportunità per sviluppare progetti economici congiunti, ha affermato mercoledì Kirill Dmitriev, economista e rappresentante russo per la cooperazione economica e gli investimenti internazionali, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa TASS. Dmitriev, nominato domenica dal presidente Vladimir Putin, è considerato – secondo la Reuters – una figura centrale negli sforzi di Mosca per rafforzare i rapporti con la nuova amministrazione del presidente statunitense Donald Trump.