Per Giancarlo Tancredi e Giuseppe Marinoni oggi è il giorno del Riesame nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica milanese. I due ex membri dell’amministrazione guidata da Beppe Sala, rispettivamente con i ruoli di assessore all’urbanistica e capo della commissione paesaggio, hanno presenziato in mattinata alla seduta del Riesame, che si pronuncerà entro i prossimi 10 giorni in merito alle misure restrittive da applicare ai due indagati.
Nel frattempo, i pubblici ministeri, dopo aver subito la prima battuta d’arresto dal Tribunale del Riesame con la scarcerazione di Bezziccheri e Scandurra, si stanno preparando per l’udienza odierna. Hanno già depositato la memoria difensiva e le conversazioni estratte dai dispositivi mobili degli indagati.
Per quanto riguarda Tancredi e Marinoni, nella richiesta di conferma della custodia cautelare, i pm evidenziano: «Va ricordato che Tancredi, quando ricopriva ancora l’incarico di dirigente comunale fino all’ottobre 2021, aveva seguito le pratiche più rilevanti del Piano di Governo del Territorio. In tale veste si era trovato a deliberare sull’ex Pirellino acquisito da Manfredi Catella B (sviluppatore immobiliare del gruppo Coima), lo stesso immobile che successivamente avrebbe dovuto valutare come assessore all’Urbanistica e che Marinoni avrebbe a sua volta esaminato nel suo ruolo di presidente della commissione Paesaggio».
Intanto, al centro dell’inchiesta sull’urbanistica pare essere finito anche Cristian Malangone, braccio destro del sindaco Sala. Dalle intercettazioni tra Catella-Tancredi, Catella-Malangone e Catella-Sala emerge, secondo i pubblici ministeri, «un quadro generale delle condotte che assume autentico allarme sociale». L’accusa parla di un vero e proprio «mercimonio della funzione pubblica» orchestrato dall’assessore Tancredi in sintonia con il segretario generale del Comune Malangone.
Secondo i pm, a rimarcare il conflitto d’interessi «c’è la questione di incompatibilità dei due ruoli sollevata già dall’Anac nel 2018, secondo cui un dirigente di un Comune con una popolazione superiore ai 15mila abitanti non può assumere, nello stesso Comune, un ruolo politico». In un messaggio del 10 luglio scorso Tancredi sollecita Manfredi Catella a leggere il seguente messaggio che gli ha inviato su Cassina (storica azienda di design): «Ciao Manfredi, Cassina sta cercando una superficie di 3mila metri quadri per realizzare un Museo sulla sua storia e sulla produzione, mi sembra una buona opportunità per il tuo progetto via Valtellina o per Scalo Romana. Che ne pensi?».
Per i magistrati Petruzzella e Siciliano, il pericolo persiste anche dopo le dimissioni di Tancredi da assessore e il suo ritorno come dirigente in un settore diverso dall’urbanistica. Il motivo? L’ex assessore «è sempre stato in strettissimo contatto con il direttore generale Malangone», con cui condivide la conoscenza delle complicate “pratiche Coima” dello sviluppatore immobiliare Manfredi Catella.
Si tratta di dossier ancora aperti e particolarmente delicati: Pirelli 39, largo De Benedetti, Scali ferroviari, Scalo Romana, Villaggio Olimpico, via Monte di Pietà e largo Treves. Tutti progetti citati nelle chat intercettate. Secondo l’accusa, per risolvere queste pratiche «sulla base del coordinamento sostanzialmente direttivo di Catella, sia Tancredi sia Malangone si sono spesi attivamente per anni». Il loro intervento avrebbe influenzato non solo gli uffici comunali sottoposti all’assessore, ma anche la Commissione Paesaggio attraverso «contatti e pressioni sul presidente Marinoni».
