Home » Attualità » Esteri » Tutti gli ostaggi (ancora in vita) di Hamas rilasciati dopo due anni. Seguiranno le salme di quelli morti.

Tutti gli ostaggi (ancora in vita) di Hamas rilasciati dopo due anni. Seguiranno le salme di quelli morti.

Tutti gli ostaggi (ancora in vita) di Hamas rilasciati dopo due anni. Seguiranno le salme di quelli morti.

Hamas completa la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita. I prigionieri, consegnati alla Croce Rossa, sono ora in Israele per le prime cure. Netanyahu: «Una vittoria del coraggio, ma la guerra non è finita».

Hamas ha rilasciato alle 10.00 di questa mattina gli ultimi 13 ostaggi israeliani ancora in vita, completando così la fase finale dello scambio previsto dagli accordi di tregua. La consegna è avvenuta nell’area di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, dove gli operatori del Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno preso in custodia i prigionieri per trasferirli in territorio israeliano.

Le immagini diffuse dalle televisioni locali mostrano il momento della liberazione: i veicoli della Croce Rossa che lasciano la zona sotto stretta sorveglianza, mentre droni militari israeliani monitorano dall’alto l’operazione per garantire la sicurezza dei convogli. Con questo rilascio, tutti i rapiti ancora in vita sono stati liberati, ponendo formalmente fine alla lunga e drammatica prigionia iniziata il 7 ottobre 2023, quando i miliziani di Hamas fecero irruzione nel sud di Israele massacrando oltre 1.200 civili e sequestrando più di 250 persone.

Gli ostaggi verranno ora trasferiti presso la base militare di Re’im, dove verranno sottoposti ai primi accertamenti medici e psicologici, prima di essere portati in diversi ospedali israeliani. Le autorità sanitarie hanno fatto sapere che le condizioni dei liberati sono «generalmente stabili», anche se molti presentano segni evidenti di malnutrizione, disidratazione e traumi legati alla lunga prigionia.

Il governo israeliano, in un comunicato diffuso dall’Ufficio del Primo Ministro, ha espresso «profonda gratitudine a tutte le forze impegnate nel rimpatrio» e ha ribadito che «nessun cittadino israeliano sarà mai dimenticato, vivo o morto». Nelle prossime ore, secondo quanto riferito da fonti militari, verranno restituiti anche i corpi di 28 ostaggi uccisi durante la detenzione o nei bombardamenti degli ultimi mesi. A Tel Aviv e Gerusalemme centinaia di persone si sono radunate nelle piazze per accogliere la notizia del rilascio, tra applausi e lacrime. «È la fine di un incubo», ha dichiarato una portavoce del Forum delle famiglie degli ostaggi, ricordando che la battaglia per la verità e la memoria «non si ferma qui, perché troppi innocenti non torneranno più».

Il premier Benjamin Netanyahu ha commentato la liberazione definendola «una vittoria del coraggio e della perseveranza del popolo israeliano», ma ha ribadito che la guerra contro Hamas non è conclusa: «Riporteremo a casa anche chi non può più parlare e garantiremo che nessun gruppo terroristico possa mai più minacciare Israele». Mentre si chiude la pagina più dolorosa della crisi degli ostaggi, resta il dolore per i bambini e le madri che non torneranno più. Tra loro Shiri Bibas e i suoi due figli, Kfir e Ariel, divenuti simbolo della brutalità dei sequestratori.Un epilogo che segna la fine di una prigionia ma non della tragedia, perché dietro ogni nome liberato restano i fantasmi di chi non ce l’ha fatta e la memoria delle atrocità commesse da Hamas, che il mondo non può permettersi di dimenticare.

La lista completa

L’ala militare di Hamas aveva diffuso i nomi di 20 ostaggi ancora in vita rilasciati oggi, con un’iniziativa simile alle precedenti liberazioni di persone rapite. Si tratta di Elkana Bohbot, Matan Angrest, Avinatan Or, Yosef-Haim Ohana, Alon Ohel, Evyatar David, Guy Gilboa-Dalal, Rom Braslavski, Gali Berman, Ziv Berman, Eitan Mor, Segev Kalfon, Nimrod Cohen, Maxim Herkin, Eitan Horn, Matan Zangauker, Bar Kupershtein, David Cunio, Ariel Cunio, Omri Miran. Non sono inclusi nel gruppo i nomi del soldato rapito Tamir Nimrodi e del cittadino nepalese Bipin Joshi.

© Riproduzione Riservata