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Sventato attentato a Zelensky in Polonia: la notizia emerge prima del vertice NATO

Sventato attentato a Zelensky in Polonia: la notizia emerge prima del vertice NATO

Secondo Kiev, l’attacco era un “regalo per Putin”: l’allarme arriva mentre Zelensky si prepara all’incontro con Trump all’Aja

«Volodymyr Zelensky ha subìto un attentato in Polonia». La notizia, rivelata dal governo di Kiev, sarebbe di quelle clamorose. Eppure non ha trovato largo spazio tra le cronache nazionali ed estere. Il motivo? Perché il fatto, avvenuto ad aprile 2024, non si è concretizzato e per ragioni di sicurezza è stato rivelato soltanto adesso che la procura polacca – Paese scelto per compiere l’attentato e dunque di sua competenza – ha spiccato un mandato d’arresto e formulato l’accusa di «spionaggio» contro gli autori. 

La rivelazione ha un timing quasi perfetto: i servizi di sicurezza ucraini ne hanno dato notizia a poche ore dal vertice Nato, che si terrà all’Aja alla presenza dello stesso presidente Zelensky e di Donald Trump in persona, a sua volta vittima di un attentato a pochi mesi dalle elezioni che lo hanno poi visto tornare a sedere trionfante sulla poltrona più ambita, quella dello Studio Ovale della Casa Bianca. I «due nel mirino» hanno anche in programma di incontrarsi domani per un faccia a faccia a margine del vertice, e chissà che non discuteranno dello scampato pericolo che li accomuna (in comune, in effetti, i due hanno poco altro). 

Intanto, però, corroborati dalle informazioni che giungono dalla Polonia, emergono i dettagli dell’episodio che ha condotto all’arresto di un presunto attentatore, e di due complici. I fatti. Il mese scorso un cittadino polacco è stato arrestato a Lublino e sottoposto a interrogatorio. Si tratta di un ufficiale polacco in pensione, identificato come come Paweł K.,  veterano dell’Unione Sovietica reclutato decenni fa e tutt’oggi fermamente convinto della causa sovietica. Il profilo che ne ha fatto la procura polacca è di un vero e proprio «agente dormiente», riattivato solo di recente proprio per assassinare Zelensky all’aeroporto di Rzeszów in Polonia, dove il leader ucraino si è recato più volte. 

L’uomo aveva preso in considerazione varie opzioni per assassinare il presidente Zelensky, tra cui l’uso di un drone e di un cecchino. Ma il suo piano è stato scoperto in tempo dall’Agenzia per la sicurezza interna (Abw) polacca, grazie ai sospetti della controparte di Kiev, l’Sbu, dato che i due servizi segreti lavorano a stretto contatto per garantire la sicurezza del leader ucraino.

A tradire l’uomo sarebbero state non tanto le «azioni preparatorie per l’assassinio» quanto piuttosto il contatto diretto con i servizi di sicurezza russi. L’agente dormiente sarebbe stato intercettato mentre dichiarava la propria «disponibilità ad agire a favore di un servizio d’intelligence straniero, anche contro la Repubblica di Polonia». I compiti a lui assegnati dall’Fsb russo includevano la raccolta d’informazioni sull’aeroporto di Rzeszów-Jasionka, che averbbe fatto da teatro delle operazioni. Secondo l’intelligence ucraina, infatti, l’attentatore con queste informazioni «avrebbe messo in grado i servizi russi di pianificare un attentato alla vita del presidente ucraino». Per questo è stato incriminato dalla procura polacca con l’accusa di spionaggio, reato punibile con una pena detentiva fino a otto anni.

L’attentatore avrebbe anche rivelato di aver progettato il «fattaccio», sfruttando la complicità di due ufficiali ucraini di alto livello: due colonnelli dell’esercito che si occupavano della rete di protezione del presidente Zelensky, che in segreto erano stati reclutati e lavoravano direttamente per l’Fsb, il servizio segreto di Mosca erede del Kgb. 

Vasyl Malyuk, capo del servizio segreto ucraino, Sbu, ha confermato che l’omicidio di Zelensky sarebbe dovuto essere un «regalo» per la cerimonia d’insediamento del quinto mandato presidenziale di Vladimir Putin, dunque a maggio del 2024. Malyuk ha aggiunto che il piano sarebbe stato coordinato dai tre infiltrati direttamente in territorio polacco, e che lo stesso Malyuk era tra gli obiettivi secondari della rete russa, insieme al capo dell’intelligence militare ucraina (Hur), Kyrylo Budanov. 

Solo la tempestività nell’agire ha evitato il peggio. Se il piano fosse andato a buon fine, infatti, in un solo colpo Mosca avrebbe azzerato il vertice del comando ucraino nel contesto della guerra. Un colpo dal quale Kiev difficilmente si sarebbe ripresa. I due colonnelli doppiogiochisti, ancora secondo quanto dichiarato dal capo dei Servizi di Sicurezza ucraini, si erano progressivamente accreditati presso il più stretto cerchio della sicurezza personale del presidente, ma sono stati scoperti prima di poter agire. Sebbene manchevole di dettagli, la circostanza è confermata sia da Varsavia sia da Kiev, che per bocca di Malyuk ha inoltre rivelato che un altro attentato contro il presidente ucraino – sempre nel 2024 – è stato sventato, stavolta presso il suo quartier generale a Kiev. La qual cosa, se confermata, sarebbe ancora più grave, perché alimenta il sospetto che gli agenti di Mosca abbiano già bucato la rete di protezione ucraina del presidente. E dunque in futuro potrebbero riprovarci.

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