L’attacco israeliano contro Hamas nel territorio del Qatar sta creando delle fibrillazioni nel rapporto tra Washington e Gerusalemme.
“Questa mattina, l’amministrazione Trump è stata informata dall’esercito degli Stati Uniti che Israele stava attaccando Hamas che, purtroppo, si trovava in una zona di Doha, la capitale del Qatar. Questa è stata una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non da me. Bombardare unilateralmente l’interno del Qatar, una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti, che sta lavorando duramente e correndo coraggiosamente rischi con noi per mediare la pace, non promuove gli obiettivi di Israele o dell’America”, ha dichiarato Donald Trump su Truth.
“Tuttavia, eliminare Hamas, che ha tratto profitto dalla miseria di chi vive a Gaza, è un obiettivo lodevole. Ho immediatamente incaricato l’inviato speciale Steve Witkoff di informare i qatarioti dell’imminente attacco, cosa che ha fatto, purtroppo troppo tardi per fermarlo. Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco. Voglio che tutti gli ostaggi e i corpi dei morti vengano rilasciati e che questa guerra finisca ora! Ho anche parlato con il primo ministro Netanyahu dopo l’attacco. Il premier mi ha detto che vuole fare la pace”, ha proseguito, per poi concludere: “Credo che questo sfortunato episodio possa rappresentare un’opportunità per la pace. Ho anche parlato con l’emiro e il primo ministro del Qatar e li ho ringraziati per il loro sostegno e la loro amicizia verso il nostro Paese. Ho assicurato loro che una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio. Ho incaricato il Segretario di Stato, Marco Rubio, di finalizzare l’Accordo di Cooperazione in materia di Difesa con il Qatar”.
Dal canto suo, la Cnn ha confermato che vari consiglieri dello stesso Trump sarebbero “arrabbiati” per l’attacco israeliano. Non si tratta del resto della prima volta che il presidente americano resta sorpreso e irritato da alcune azioni militari dello Stato ebraico. A luglio, aveva per esempio protestato con Netanyahu dopo che le forze israeliane avevano colpito la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza: un episodio che, secondo Gerusalemme, sarebbe avvenuto per errore. Tornando all’attacco in Qatar, la dichiarazione di Trump mostra il tentativo di trovare un equilibrio. Pur avendo preso le distanze dall’azione militare su Doha, l’inquilino della Casa Bianca ha ribadito la necessità che gli ostaggi siano liberati, definendo inoltre “lodevole” l’obiettivo di eliminare Hamas. Al contempo, come abbiamo visto, il presidente americano ha difeso la sovranità del Qatar, annunciando anche la finalizzazione dell’accordo in materia di Difesa con Doha.
Il tentativo di trovare un bilanciamento nasce dall’esigenza di evitare un deragliamento dell’attuale politica americana in Medio Oriente. Da una parte, Trump deve mantenere saldi i rapporti con Israele in vista di un eventuale rilancio degli Accordi di Abramo e di una possibile ricostruzione della Striscia di Gaza. Dall’altra parte, il presidente americano non può permettersi di rompere le relazioni con il Qatar: Paese che ha personalmente visitato lo scorso maggio, firmando un accordo che, secondo la Casa Bianca, dovrebbe generare “uno scambio economico del valore di almeno 1,2 trilioni di dollari”. Più in generale, il presidente americano ha necessità di preservare i legami con il mondo arabo, seguendo una strategia politico-diplomatica basata su un rapporto paritetico e lontano dal vecchio paternalismo in salsa neocon. Trump vuole infatti recuperare influenza sul Medio Oriente, arginando la concorrenza della Cina in loco.
