Home » Attualità » Esteri » John Bolton, ex consigliere di Trump, incriminato per diffusione di segreti di Stato

John Bolton, ex consigliere di Trump, incriminato per diffusione di segreti di Stato

John Bolton, ex consigliere di Trump, incriminato per diffusione di segreti di Stato

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale dovrà rispondere di 18 capi d’imputazione. Lui grida alla vendetta politica, ma la situazione potrebbe rivelarsi più complessa di così

John Bolton è stato formalmente incriminato da un gran giurì federale. Consigliere per la sicurezza nazionale dal 2018 al 2019, il diretto interessato dovrà affrontare ben 18 capi d’imputazione: in particolare, è stato accusato di aver indebitamente trattenuto e trasmesso circa mille pagine di informazioni riservate a due suoi famigliari: sembrerebbe si tratti della moglie e della figlia. Secondo The Hill, Bolton deve rispondere di “otto capi d’accusa per trasmissione di informazioni sulla difesa nazionale e di dieci capi d’accusa per conservazione di informazioni sulla difesa nazionale”. “In nessun momento Bolton è stato autorizzato a conservare o trasmettere le informazioni riservate che ha inviato agli individui 1 e 2 tramite i suoi dispositivi elettronici e i suoi account personali. Né, in nessun momento, gli individui 1 e 2 sono stati autorizzati a conoscere o conservare le informazioni riservate che Bolton ha fornito loro”, si legge nell’atto d’accusa.

Hacker iraniani e ritorsioni politiche

Non solo. Secondo i procuratori, alcune delle informazioni riservate al centro del caso sarebbero state trafugate da hacker iraniani penetrati nell’account email personale di Bolton, dopo che quest’ultimo aveva lasciato il suo incarico alla Casa Bianca nel 2019. “Non vedo l’ora di combattere per difendere la mia condotta legittima e per denunciare il suo abuso di potere”, ha dichiarato l’ex consigliere per la sicurezza nazionale, riferendosi a Donald Trump, da lui paragonato a Josif Stalin. Interpellato sulla questione, il presidente americano ha affermato di non essere stato anticipatamente a conoscenza dell’incriminazione, definendo comunque Bolton “una persona cattiva”.

Le indagini e il peso politico del caso

Chiunque abusi di una posizione di potere e metta a repentaglio la nostra sicurezza nazionale sarà ritenuto responsabile. Nessuno è al di sopra della legge”, ha affermato, dal canto suo, la procuratrice generale degli Stati Uniti, Pam Bondi. “L’indagine dell’ufficio ha rivelato che John Bolton avrebbe trasmesso informazioni top secret utilizzando account personali online e avrebbe conservato tali documenti in casa sua, in aperta violazione della legge federale”, ha aggiunto il direttore dell’Fbi, Kash Patel. Ricordiamo che, ad agosto, gli agenti federali avevano effettuato una perquisizione nell’abitazione privata di Bolton, sequestrando smartphone, cartelle e chiavette Usb. La linea dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale, lo abbiamo visto, è quella di presentarsi come una vittima delle ritorsioni politiche di Trump. Ora, è senz’altro vero che i rapporti tra i due sono da tempo pessimi. Bolton lasciò la prima amministrazione Trump in polemica con il presidente americano. Nel 2020, poco prima delle elezioni presidenziali di allora, pubblicò inoltre un controverso libro, The Room Where It Happened, che era particolarmente critico dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Ciò detto, bisogna fare attenzione. Come ha riferito l’Associated Press, “l’atto d’accusa è significativamente più dettagliato nelle sue accuse rispetto ai precedenti casi contro l’ex direttore dell’Fbi, James Comey, e la procuratrice generale di New York, Letitia James”. “A differenza degli altri due casi presentati il mese scorso da un procuratore statunitense nominato frettolosamente, questo è stato firmato da procuratori di carriera per la sicurezza nazionale”, ha inoltre specificato la testata, che ha poi sottolineato come “l’indagine fosse già in corso quando Trump è entrato in carica per la seconda volta lo scorso gennaio”. Reuters e Cnn hanno infatti riportato che l’inchiesta penale alla base dell’incriminazione è iniziata nel 2022. Insomma, il caso contro Bolton potrebbe rivelarsi ben più solido di quanto sostiene il diretto interessato.

© Riproduzione Riservata