Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha comunicato ai familiari degli ostaggi di approvare, in linea di massima, l’ultima proposta avanzata dall’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, che prevede una tregua temporanea e un’intesa per la liberazione degli ostaggi detenuti a Gaza» – hanno riportato giovedì alcuni organi di stampa.«Secondo quanto riferito da due fonti al quotidiano “Times of Israel”, Hamas si sarebbe detta favorevole all’accordo, pur mantenendo alcune riserve». Ma poi è arrivato il no di Hamas e l’intesa si allontana sempre di più. Anche se i negoziati «potrebbero proseguire».
Un alto esponente di Hamas avrebbe dichiarato alla BBC che il movimento rigetta la più recente proposta di cessate il fuoco e di scambio di ostaggi avanzata dall’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Secondo fonti vicine ai negoziati, il gruppo avrebbe esaminato attentamente la bozza trasmessa da Washington, concludendo di non poterla accettare nella forma attuale e chiedendo modifiche sostanziali.
Stando a quanto riferito al Jerusalem Post da persone a conoscenza del dossier, Hamas si sentirebbe «tradito» dagli Stati Uniti, accusando l’amministrazione Trump di aver presentato un piano sbilanciato a favore di Israele e privo di reali garanzie per una cessazione definitiva del conflitto. Una fonte interna avrebbe commentato che Hamas si considera «fregato» dagli americani e, per questo, non intende procedere alle condizioni proposte. Tali dichiarazioni smentiscono quanto pubblicato dal quotidiano saudita Al-Hadath, secondo cui Hamas sarebbe invece orientato ad accettare un cessate il fuoco della durata di 60 giorni. In base a quanto riportato dal giornale, l’intesa prevederebbe la liberazione di dieci ostaggi israeliani in vita e la restituzione di diciotto corpi, in cambio del rilascio da parte israeliana di 125 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo e di altri 1.111 prigionieri arrestati dopo il 7 ottobre. L’accordo include inoltre un sensibile incremento degli aiuti umanitari destinati alla popolazione della Striscia. Il contrasto tra le diverse ricostruzioni mette in evidenza la fragilità del processo negoziale e la profonda mancanza di fiducia che lo pervade. Sebbene alcuni attori internazionali continuino a sperare in una svolta, le attuali posizioni espresse da Hamas lasciano intendere che, senza significative e ulteriori concessioni o garanzie, un’intesa resta ancora lontana. Resta ora da capire quali siano i margini per rivedere ulteriormente la proposta senza snaturarla e quale ruolo potranno giocare i mediatori, tanto a Doha quanto al Cairo tuttavia, la tregua rimane nuovamente in bilico.
La guerra continua
La guerra intanto continua e durante la giornata di ieri le forze israeliane dopo aver distribuito volantini nei quartieri settentrionali della Striscia per invitare la popolazione a sfollare verso sud, hanno condotto attacchi su diversi obiettivi lungo tutta la Striscia di Gaza, compreso il quartiere di Shujayieh, nella zona orientale della città di Gaza. Il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha dichiarato su X che «infrastrutture civili nell’area di Nuseirat sono state colpite a causa del loro utilizzo per attività terroristiche». Stamattina, gli abitanti delle aree al confine con Gaza hanno riferito di intensi bombardamenti aerei avvenuti durante la notte sull’intero territorio della Striscia, secondo quanto riportato da Kan News. I raid sono seguiti a un raro messaggio di evacuazione diffuso dal portavoce in lingua araba delle Forze di Difesa israeliane (IDF), che conferma il proseguimento dell’operazione terrestre nel nord della Striscia.Nel comunicato diffuso giovedì sera, l’IDF ha annunciato l’estensione delle operazioni offensive, dichiarando che le zone indicate rientrano ora tra quelle classificate come «aree di combattimento ad alto rischio». Ai civili è stato ordinato: «Abbandonate immediatamente queste aree». L’ordine di evacuazione riguarda gran parte del settore settentrionale di Gaza. I militari israeliani hanno diretto la popolazione verso una ristretta zona nel centro di Gaza City o più a sud, oltre il corridoio di Netzarim. Questo sviluppo indica l’ingresso in una nuova fase dell’offensiva, condotta dalla 162ª Divisione dell’esercito israeliano, attiva con manovre militari nel settore settentrionale dell’enclave.
Di seguito il testo integrale della proposta di accordo
Quadro per la negoziazione di un accordo per un cessate il fuoco permanente
1. Durata: cessate il fuoco di 60 giorni. Il Presidente Trump garantisce il rispetto del cessate il fuoco da parte di Israele per il periodo concordato.
2. Rilascio degli ostaggi: 10 ostaggi israeliani vivi e 18 ostaggi deceduti, tratti dalla “lista dei 58”, saranno rilasciati nei giorni 1 e 7. Metà degli ostaggi vivi e deceduti (5 vivi e 9 deceduti) saranno rilasciati il giorno 1 dell’accordo. La restante metà degli ostaggi (5 vivi e 9 deceduti) sarà rilasciata il giorno 7.
3. Assistenza umanitaria: gli aiuti saranno inviati a Gaza immediatamente non appena Hamas avrà accettato l’accordo di cessate il fuoco. Qualsiasi accordo raggiunto sugli aiuti alla popolazione civile sarà rispettato per tutta la durata dell’accordo. Gli aiuti saranno distribuiti attraverso canali concordati, che includeranno le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa.
4. Attività militari israeliane: Tutte le attività militari offensive israeliane a Gaza cesseranno con l’entrata in vigore del presente accordo. Durante il periodo di cessate il fuoco, i movimenti aerei (militari e di sorveglianza) nella Striscia di Gaza saranno sospesi per 10 ore al giorno, o per 12 ore al giorno nei giorni in cui avviene lo scambio di ostaggi e prigionieri.
5. Ridistribuzione delle IDF: a. Il 1° giorno, dopo il rilascio degli ostaggi israeliani (5 vivi e 9 deceduti), ridispiegamento nella parte settentrionale della Striscia di Gaza e nel corridoio di Netzarim, in conformità con l’articolo 3 relativo agli aiuti umanitari e in base a mappe da concordare. b. Il settimo giorno, dopo il rilascio degli ostaggi israeliani (5 vivi e 9 deceduti), ridispiegamento nella parte meridionale della Striscia di Gaza, in conformità con l’articolo 3 relativo agli aiuti umanitari e sulla base di mappe da concordare. c. I team tecnici definiranno i confini definitivi del ridispiegamento durante le negoziazioni di prossimità.
6. Negoziati: il primo giorno inizieranno i negoziati sotto gli auspici dei mediatori-garanti sulle disposizioni necessarie per un cessate il fuoco permanente, tra cui: a. Chiavi e termini per lo scambio di tutti i restanti ostaggi israeliani con un numero da concordare di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. b. Questioni relative ai ridispiegamenti e ai ritiri delle forze israeliane e agli accordi di sicurezza a lungo termine all’interno della Striscia di Gaza. c. Accordi relativi al “giorno dopo” nella Striscia di Gaza che verrebbero sollevati da entrambe le parti. d. L’annuncio di un cessate il fuoco permanente.
7. Sostegno presidenziale: il Presidente è seriamente intenzionato a far rispettare l’accordo di cessate il fuoco da parte delle parti e insiste sul fatto che i negoziati durante il periodo di cessate il fuoco temporaneo, se conclusi con successo con un accordo tra le parti, porterebbero a una risoluzione permanente del conflitto.
8. Rilascio dei prigionieri palestinesi: in cambio del rilascio dei 10 ostaggi israeliani vivi, in conformità con i termini e le condizioni della fase 1 dell’accordo del 19 gennaio 2025 relativo agli ostaggi e ai prigionieri, Israele rilascerà 125 prigionieri “ergastolani” e 1.111 detenuti di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023. In cambio del rilascio delle spoglie di 18 ostaggi israeliani, Israele rilascerà 180 cittadini di Gaza deceduti. Il rilascio avverrà simultaneamente secondo un meccanismo concordato e senza cerimonie o manifestazioni pubbliche. Metà di questi rilasci avverrà il giorno 1 e l’altra metà il giorno 7.
9. Status degli ostaggi e dei prigionieri: Il decimo giorno, Hamas fornirà informazioni complete (prova di vita e rapporto sullo stato di salute/prova di morte) su ciascuno degli ostaggi rimanenti. In cambio, Israele fornirà informazioni complete sui prigionieri palestinesi detenuti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre e sul numero di cittadini di Gaza deceduti in Israele. Hamas si impegna a garantire la salute, il benessere e la sicurezza degli ostaggi durante il cessate il fuoco.
10. Rilascio degli ostaggi rimanenti previo accordo: i negoziati sulle disposizioni necessarie per un cessate il fuoco permanente dovranno essere completati entro 60 giorni. Una volta raggiunto un accordo, i restanti ostaggi (vivi e deceduti) inclusi nella “lista dei 58” fornita da Israele saranno rilasciati. Qualora i negoziati per un cessate il fuoco permanente non si concludano entro il suddetto periodo di tempo, il cessate il fuoco temporaneo potrà essere prorogato alle condizioni e per una durata da concordare tra le parti, purché le stesse negozino in buona fede.
11. Garanti: I mediatori-garanti (Stati Uniti, Egitto, Qatar) garantiranno che il cessate il fuoco continuerà per il periodo di 60 giorni e per qualsiasi proroga concordata, garantiranno che si terranno discussioni serie sugli accordi necessari per un cessate il fuoco permanente e faranno ogni sforzo per assicurare il completamento dei negoziati sopra menzionati.
12. L’inviato presiede: l’inviato speciale, l’ambasciatore Steve Witkoff, si recherà nella regione per finalizzare l’accordo. Steve Witkoff presiederà i negoziati. 13. Presidente Trump: Il Presidente Trump annuncerà personalmente l’accordo di cessate il fuoco. Gli Stati Uniti e il Presidente Trump si impegnano a lavorare per garantire che i negoziati in buona fede proseguano fino al raggiungimento di un accordo definitivo.

