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Il progetto segreto della Cina per vincere la corsa ai microchip

Il progetto segreto della Cina per vincere la corsa ai microchip

A Shenzhen un team di scienziati cinesi ha costruito la prima macchina Euv per la produzione di microchip all’avanguardia. L’obiettivo è chiaro: rompere il monopolio dell’olandese ASML e vincere la “guerra tecnologica” con gli Usa, ma la strada è ancora lunga

Secondo quanto pubblicato da un report esclusivo di Reuters, in un laboratorio di massima sicurezza nella città di Shenzhen, in Cina, un gruppo di scienziati avrebbe costruito ciò che Washington ha cercato di impedire per anni: un prototipo di macchina Euv (extreme ultra-violet) in grado di produrre chip semiconduttori all’avanguardia.

Si tratta, senza troppe esagerazioni, di una delle tecnologie più importanti del XXI secolo. I chip prodotti da queste macchine, infatti, alimentano l’intelligenza artificiale, gli smartphone e le armi fondamentali per il dominio nel campo militare.

La macchina ultra complessa, che secondo le persone informate sentite da Reuters occuperebbe addirittura un intero piano di un edificio industriale, sarebbe stata completata a inizio anno, e sarebbe ora in fase avanzata di testing.

Il ‘progetto Manhattan’ cinese

Se dovesse iniziare a produrre semiconduttori all’avanguardia (cosa niente affatto scontata), la Cina avrebbe rotto uno dei pochi monopoli esistenti oggi. Per ora, infatti, l’unica azienda al mondo in grado di costruire macchinari Euv è l’olandese ASML.

Le sue macchine, che costano circa 250 milioni di dollari, sono indispensabili per la produzione di chip avanzati progettati da aziende come Nvidia e AMD e realizzati da produttori di chip come TSMC, Intel e Samsung.

Proprio la disponibilità di componenti provenienti da macchine più vecchie dell’azienda olandese avrebbe permesso alla Cina di costruire un prototipo nazionale, con l’obiettivo fissato dal governo di produrre chip funzionanti sul prototipo entro il 2028.

Le persone al lavoro al macchinario, dalle fonti definito come una sorta di ‘progetto Manhattan’ cinese, sono tenute isolate le une dalle altre per proteggere la riservatezza del progetto. In pratica, ogni squadra di lavoro “non sa su cosa lavorano gli altri team”.

Agli scienziati che lavorano al progetto sono state assegnate identità false, inclusi ad alcuni stranieri. Proprio a questi ultimi, cui è stato rilasciato un passaporto cinese, sarebbe addirittura stato concesso eccezionalmente di mantenere la doppia cittadinanza (cosa vietata dalla legge cinese).

Secondo le persone sentite da Reuters, sembra che un obiettivo più realistico per la produzione del primo chip all’avanguardia sia il 2030, il che sarebbe comunque molto prima del decennio che gli analisti ritenevano necessario alla Cina per eguagliare l’Occidente nel settore dei chip.

A cosa serve la macchina Euv

Le macchine Euv sono al centro di una vera e propria “guerra fredda tecnologica” tra Stati Uniti e Cina. Washington ha infatti imposto stringenti sanzioni per impedire che queste macchine, o i loro componenti, finiscano nelle mani di Pechino, potendo contare in questo sul sostegno del governo olandese, dove ha sede ASML.

Le macchine prodotte dall’azienda utilizzano fasci di luce ultravioletta estrema per incidere circuiti migliaia di volte più sottili di un capello umano su wafer di silicio. Più piccoli sono i circuiti, più potenti sono i chip.

La macchina cinese è operativa e genera con successo luce ultravioletta estrema, ma non ha ancora prodotto chip funzionanti, secondo quanto riferito dalle fonti.

“L’obiettivo è che la Cina sia finalmente in grado di produrre chip avanzati su macchine interamente fabbricate in Cina”, ha affermato una delle persone sentite da Reuters. Pechino vuole “che gli Stati Uniti siano espulsi al 100% dalle sue catene di approvvigionamento”, ma è facile ipotizzare che l’obiettivo sia anche quello di fornire un’alternativa ad ASML e diventare una superpotenza globale del silicio.

La strada per Pechino è ancora lunga

Per quanto straordinario possa sembrare il risultato raggiunto dal team cinese, il prototipo realizzato risulta comunque essere parecchio in ritardo rispetto alle macchine ASML.

Una delle ragioni è che i ricercatori hanno avuto difficoltà a procurarsi sistemi ottici come quelli della tedesca Carl Zeiss AG, uno dei principali fornitori di ASML e certamente l’azienda di punta in questo settore.

I macchinari Euv, infatti, sparano raggi laser sullo stagno fuso 50.000 volte al secondo, generando plasma a 200.000 gradi Celsius. La luce viene focalizzata utilizzando specchi che richiedono diversi mesi per essere prodotti.

Tutte le componenti per la litografia avanzata rientrano però nei controlli dual-use del Wassenaar Arrangement (un accordo multilaterale che include Germania, Paesi Bassi e USA), che richiede licenze di esportazione per tecnologie con potenziale uso militare.

Anche le lenti Zeiss, quindi, sono irreperibili per la Cina. Secondo le due persone sentite da Reuters, i principali istituti di ricerca cinesi hanno svolto un ruolo chiave nello sviluppo di alternative locali.

L’Istituto di ottica, meccanica di precisione e fisica di Changchun dell’Accademia cinese delle scienze, ha compiuto un passo avanti nell’integrazione della luce ultravioletta estrema nel sistema ottico del prototipo, consentendone l’entrata in funzione all’inizio del 2025, ha affermato una delle persone, l’ottica richiede però ancora notevoli perfezionamenti.

Il primo chip all’avanguardia interamente “Made in China” è quindi ancora lontano, la volontà politica del governo sembra però chiarissima: Pechino deve vincere la guerra tecnologica con gli Stati Uniti.

Basti pensare che, a partire dal 2014, solo per il settore dei microchip sono stati stanziati circa 150 miliardi di dollari attraverso il National Integrated Circuit Industry Investment Fund. Pechino, nonostante le oggettive difficoltà, fa sul serio.

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