Home » Attualità » Politica » La passerella d’onore di Elly Schlein, ospite al «Conclave» del suo Pd

La passerella d’onore di Elly Schlein, ospite al «Conclave» del suo Pd

La passerella d’onore di Elly Schlein, ospite al «Conclave» del suo Pd

I parlamentari sono arrivati a Gubbio al grido di «fare squadra», però senza il segretario che si è palesata per 170 minuti

3 ore, anzi, meno. È quanto è durata la permanenza di Elly Schlein al famoso «Conclave» del Pd a Gubbio. Al netto delle polemiche sulla scelta della location a 5 stelle e delle tenere notizie sul viaggio in pullman in cui il meglio del Pd ha persino cantato «Perdere l’amore» come nelle gite scolastiche dei tempi che furono i 170 minuti sono stati ricchi di significato.

Certo, in molti stanno prestando attenzione alle varie dichiarazioni pesanti della segretaria Pd. Si è cominciato con l’affondo sul caso «Report» e l’interrogazione di Fratelli d’Italia in Commissione Vigilanza Rai. «Meloni peggio di Berlusconi. Questi attacchi al diritto di inchiesta nemmeno con l’editto bulgaro». Poi il solito refrain sul Salario Minimo: «Non dobbiamo mollare questa battaglia». Su Israele: «Non dobbiamo mandare armi ad Israele che potrebbero esser usate contro la popolazione civile a Gaza»

Ma la vera notizia è in realtà un’altra.

Ieri all’arrivo del pullman, mentre scaricavano i bagagli ogni singolo parlamentare Pd ha ripetuto ai giornalisti la seguente frase: «Siamo qui a fare squadra». Tutti, lo hanno detto tutti. Gubbio era l’occasione per fare squadra. O meglio, per rifarla, o per farla per la prima volta dato che il Partito Democratico detiene il primato mondiale di correnti e divisioni interne.

Il problema è che nel «Team Building Dem» c’è stata un’assenza ingiustificata: quella della sua segretaria. Perché i suoi 170 minuti sono stati giusto il tempo del comizio elettorale e basta. Assente ieri nella prima giornata, niente cena, niente chiacchiere e risate notturne con le amiche e colleghe; niente colazione comune, niente. La segretaria è arrivata come un ospite d’onore più che come una capo-popolo.

Chi conosce il mondo del calcio, ma la cosa vale anche per le dinamiche interne a qualsiasi ambiente di lavoro, sa benissimo che quando una squadra va in ritiro è perché le cose vanno male e comunque al ritiro partecipa anche l’allenatore. Quando invece una squadra si ritrova senza il loro Mister è per un motivo ed uno solo: lo vogliono cacciare.

Non sappiamo come finirà. Non sappiamo se Schlein ad esempio si candiderà alle prossime europee. Non sappiamo, in caso di candidatura, se accetterà il seggio a Bruxelles o no. Non lo sappiamo noi e non lo sanno nemmeno i suoi parlamentari perché il dubbio non l’ha sciolto nemmeno oggi, nemmeno nel conclave di Gubbio dedicato proprio all’Europa.

Adesso che il pullman è ripartito diretto a Roma (e non sappiamo cosa abbia offerto il karaoke di bordo) è l’ora dei bilanci di questa 36 ore in terra umbra. 36 ore che hanno cambiato nulla dentro il Pd e soprattutto 36 ore che fanno sfigurare le 3 del segretario, mai così lontano dalla sua squadra con la sua auto blindata.

© Riproduzione Riservata