Home » Attualità » Economia » Verso lo SPID a pagamento anche con Poste Italiane, per 20 milioni di cittadini

Verso lo SPID a pagamento anche con Poste Italiane, per 20 milioni di cittadini

Verso lo SPID a pagamento anche con Poste Italiane, per 20 milioni di cittadini

In arrivo un possibile canone di 5 euro l’anno: il caso Poste, i precedenti degli altri provider e la strategia del governo tra CIE e IT Wallet

Verso l’addio dello SPID gratuito anche per Poste Italiane. È l’identità digitale di oltre 20 milioni di italiani e infatti Poste è il leader del settore, coprendo circa il 70% del mercato. Ora però cambio di rotta. L’azienda starebbe valutando l’introduzione di un canone annuale di circa 5 euro, che si tradurrebbe in un fatturato intorno ai 100 milioni di euro in un mercato in trasformazione, dove diversi provider hanno già introdotto tariffe per gli utenti. E la questione si intreccia con le strategie del governo che punta a un progressivo disimpegno dallo SPID, spingendo verso la Carta d’Identità Elettronica (CIE) e l’IT Wallet.

SPID a pagamento: il caso Poste e i precedenti sul mercato

L’ipotesi di un canone sullo SPID di Poste arriva dopo che negli ultimi mesi diversi gestori privati hanno introdotto tariffe per avere o rinnovare l’identità digitale. Aruba ha fissato il prezzo a 4,90 euro più IVA, InfoCert a 5,98 euro, mentre Register chiede 9,90 euro IVA inclusa. Attualmente restano attivi alcuni fornitori gratuiti, ma la tendenza sembra ormai chiara: i costi, almeno in parte, ricadono sui cittadini. Tra i motivi che spingono e hanno spinto al canone c’è il rapporto tra i gestori e lo Stato. Alla fine del 2022, infatti, sono scadute le convenzioni che regolavano i rapporti economici con i provider. Una proroga d’ufficio ha garantito la continuità del servizio fino all’aprile 2023. Ma il nodo dei finanziamenti è rimasto irrisolto per quasi due anni. Solo nel marzo 2025 è arrivato lo sblocco di 40 milioni di euro promessi dal governo. Troppo tardi per evitare i canoni.

Identità digitale in Italia: la strategia del governo tra CIE e IT Wallet

L’obiettivo del governo è chiaro e dichiarato: mandare in pensione lo SPID puntando su CIE e IT Wallet. La Carta d’Identità Elettronica sta crescendo infatti in modo costante: si è passati da 5,5 milioni di attivazioni nel 2024 a oltre 7,3 milioni nel 2025. E allo stesso tempo l’IT Wallet, il portafoglio digitale integrato nell’app IO, ha superato i 10 milioni di documenti caricati in meno di un anno. Oggi può raccogliere patente, tessera sanitaria, carta europea di assicurazione sanitaria e documento di disabilità, ma ci sarà un ampliamento, anche per armonizzarsi con il futuro wallet digitale europeo previsto entro il 2026. L’arrivo dello SPID di Poste a pagamento, dunque, si inserisce in una fase di mutamento che non riguarda solo i costi per i cittadini, ma il futuro stesso dell’identità digitale in Italia.

© Riproduzione Riservata