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Generazione silver economy

Generazione silver economy

Il rapido invecchiamento demografico dell’Occidente ha come rovescio positivo della medaglia la crescita di una «economia d’argento» dei senior. I quali, per restare alla sola Italia, si calcola abbiano un potenziale di spesa di 200 miliardi di euro. Così crescono beni, servizi e imprese che si focalizzano sui bisogni degli over 65. Un’opportunità che crea nuove attività e lavoro anche per le generazioni più giovani.

È dovuta intervenire nientemeno che la Regina Elisabetta. Più che una lezione di bon ton all’incauto interlocutore è stata una sentenza di modernità. La Sovrana ha letteralmente mandato a quel paese la patinata rivista Oldie che voleva assegnarle il premio «Anziana dell’anno». Dall’alto dei suoi 95 anni, ha detto che non si considerava «adatta a ricevere il premio» perché «vecchio è chi vecchio si sente, non conta l’età». E lei, agée non si sente. Che dire poi della leggendaria Iris Apfel, regina dell’art design e icona di stile che a 100 anni, 1,5 milioni di fan su Instagram, si autoproclama «l’adolescente più attempata del mondo». Per non parlare del fotografo Oliviero Toscani, al giro di boa degli 80: oltre al nuovo libro Ne ho fatte di tutti i colori (La nave di Teseo), non ha perso lo stile della provocazione e con ironia dispensa la ricetta per restare giovani: «Non ho mai parlato di bollette, scartoffie e problemi imbecilli».

Voci diverse ma il messaggio è corale: la vecchiaia è una categoria vetusta, ora esiste la longevità. Oggi nel mondo metà della popolazione ha meno di trent’anni, ma secondo stime Onu nel 2040 l’età mediana supererà i 47 anni in Europa, i 52 in Italia e i 35 a livello globale. E gli over 65 cresceranno su scala mondiale dal 9 per cento di oggi al 14.

L’economista Lynda Gratton, professoressa di Management practice presso la London Business School, nel libro La nuova longevità scrive che «per chi oggi è sui 40-50 anni, la sfida non è soltanto spostare avanti il confine di un’esistenza attiva. Si tratta anche di immaginare come intrecciare il tempo del lavoro, quello della formazione, lo spazio dedicato all’amore, alle relazioni sociali, alla famiglia in una dimensione temporale che va espandendosi».

La vita di chi è libero dal lavoro diventa sempre più interessante. E non solo per la medicina con le case farmaceutiche che concentrano gli investimenti sulla terza età, ma anche per settori tradizionalmente focalizzati sui giovani come l’industria della moda, del fitness, del tempo libero, del cinema. Uno studio dell’americano Pew Research Center ha riscontrato il decollo dell’utilizzo delle nuove tecnologie da parte della terza età.

La finanza guarda con interesse a questo fenomeno demografico. «La silver economy presenta interessanti opportunità di investimento» afferma Roberto Magnatantini, portfolio manager di Decalia, gestore dei fondi Decalia Silver Generation e Decalia Eternity, tra le società di gestione del risparmio più innovative. Bastano poche cifre per comprendere come gli anziani siano un business e un potenziale strumento di sviluppo economico.

L’Istat certifica che in Italia ci sono cinque anziani per ogni bambino, gli over 65 sono 14 milioni, pari al 23 per cento della popolazione, e tra meno di 10 anni, nel 2030, diventeranno 16 milioni. È un fenomeno demografico irreversibile che inchioda il nostro Paese sul podio dei più vecchi del mondo. Una debolezza che può trasformarsi in elemento di forza. Il Centro studi di Confindustria ha tracciato l’identikit dell’over 65: proprietario di casa, conduce una vivace vita sociale e frequenta spesso gli amici, fa sport (il 14,4 per cento tra i 65 e i 74 anni), va in vacanza e si dedica sempre più al volontariato. E ha un’alta capacità di spesa, avendo goduto di un’epoca di crescita economica con salari stabili. Genera una domanda di beni e servizi crescente, diversificata, ben diversa da quella che le statistiche fotografavano un decennio fa. L’«economia d’argento» ha un valore in Italia stimato, tra Pil diretto, indiretto e indotto, di circa 620 miliardi di euro e secondo il Centro studi di Confindustria la spesa di questa fascia di età vale 200 miliardi, quasi un quinto dell’intero ammontare dei consumi delle famiglie e nel 2030 sarà a circa il 25 per cento del totale.

L’Oxford Economics e Technopolis Group ha calcolato, per conto della Commissione europea, che entro il 2025 solo nel Vecchio continente la silver economy arriverà a valere 5,7 trilioni di euro, pari a un terzo del Pil dell’Unione, e darà lavoro a 88 milioni di persone (quasi il 38 per cento del totale). Se fosse uno Stato sovrano, sarebbe la terza potenza economica mondiale, subito dopo Stati Uniti e Cina. Uno studio pubblicato dalla Rome Business School indica che il reddito lordo medio globale degli anziani sarà entro il 2030 tra il più alto tra tutti i gruppi di età e già oggi controllano tre quarti del patrimonio netto mondiale.

Il motore di questo sviluppo è il mutamento nella cognzione dei senior: non più adulti ma nemmeno anziani, perché il concetto di «persona anziana», che ha bisogno di aiuto per svolgere le proprie attività quotidiane, oggi calza più agli ultraottantenni che agli over 65. I sessantenni sono diventati i clienti privilegiati di qualsiasi industria. Tant’è che è nato il Silver Economy Network, rete di imprese che produce e offre servizi per questa fascia di età. D’altronde basta andare su Instagram per scoprire una quantità inaspettata di influencer over 70 che spesso diventano testimonial di noti brand, perché su di loro si fanno grandi affari. Scordatevi la nonna tradizionale col grembiule che insegna a fare le fettuccine. Joan McDonald, 76 anni, si fa riprendere in video mentre solleva un bilanciere da 80 chili e dispensa consigli al suo milione e mezzo di follower su come tonificare i muscoli e mantenersi in forma. Negli Stati Uniti, da tempo esiste una catena di palestre dove tutto, dalle macchine all’arredamento alla musica di sottofondo, è pensato per una clientela di sessantenni.

I maggiori imprenditori del mondo si sono da tempo focalizzati sulla terza età con progetti di ricerca avanzati. Jeff Bezos sta finanziando Unity Biotechnology e Altos Labs, aziende che lavorano su tecnologie per prolungare la vita; Bill Gates ha investito nella «rivoluzione alimentare» con il progetto Impossible Foods, mentre Sergey Brin e Larry Page hanno fondato la start-up Calico, dedicata alla lotta contro l’invecchiamento. Il demografo Alessandro Rosina ha lanciato l’idea di una silver ecology, intesa come «valorizzazione dell’impegno dei senior nella transizione ecologica». Di questa economia così florida si sono accorte anche le società di gestione del risparmio che hanno puntato su quelle aziende che si occupano di biotecnologia, tecnologia medica ma anche di salute, benessere e dei nuovi stili di vita.

«Quando si verificano grandi fenomeni demografici come questo della crescita delle persone anziane, generalmente si presentano interessanti opportunità di mercato» aggiunge Magnatantini. «L’invecchiamento della popolazione è un fatto ineluttabile e il nostro obiettivo è approfittare di questo trend fornendo nuove opportunità di guadagno, investendo in società che lavorano per migliorare la qualità della vita e quindi far sì che questa duri più a lungo e in una condizione di benessere». Il raggio d’azione è ampio. Magnatantini spiega che si va da aziende che fanno leva sul potere d’acquisto degli anziani, a compagnie di assicurazione e previdenziali, da gruppi della moda come Lvmh, il miglior portafoglio di marchi di lusso, a società che lavorano per rendere più sani gli alimenti, che operano nel wellness o fanno prodotti dietetici specifici, o che fanno ricerca sull’invecchiamento.

Quadrivio Group, uno tra i maggiori operatori nel settore del private equity e degli investimenti alternativi, ha lanciato Silver Economy Fund, un fondo da 400 milioni di euro che investe in aziende attive in prodotti e servizi per gli over 50, dai baby boomers agli ultra 70enni. In particolare in imprese che lavorano nel settore della prevenzione, qualità della vita, assistenza domiciliare avanzata e catena di distribuzione per la sanità. «L’Italia in questi ambiti ha molte eccellenze e su di queste noi vogliamo investire» sottolinea Walter Ricciotti, ceo e cofondatore di Quadrivio.

Sarebbe un errore pensare che questi investimenti siano rivolti solo a un pubblico anziano. Magnatantini è convinto che siano proprio i giovani i più interessati a quelle imprese innovative che fanno uso dell’intelligenza artificiale per la comprensione dei processi della vita, per dilatare l’orizzonte dell’esistenza e migliorarne la qualità.

Con gli anziani motore dell’economia si può creare quella solidarietà generazionale che sconfigge l’emarginazione dettata dall’anagrafe. Perché vale sempre la massima di Enzo Ferrari: «Un uomo non è mai vecchio se alzandosi al mattino ha qualcosa da desiderare».

Anche la finanza entra nell’età d’argento

Fondi d’investimento. Assicurazioni e realtà immobiliari a misura di anziani. I capitali di tutto il mondo stanno convergendo sull’affare del secolo: l’invecchiamento della popolazione. E si sono messi a caccia di aziende focalizzate su servizi e soluzioni per questo «cluster demografico» in costante crescita. Perché sì, sulla longevità si può guadagnare.

di Laura Della Pasqua

Un affare miliardario con caratteristiche da ingolosire gli investitori: è anticiclico cioè non strettamente correlato alla congiuntura economica, garantisce una redditività stabile nel tempo e può intercettare segmenti di domanda con alte capacità di spesa. Fondi di investimento, fondi immobiliari e assicurazioni hanno capito che, per dirla in modo un po’ cinico, sugli anziani si fanno soldi, e si sono messi a caccia di aziende focalizzate su servizi e soluzioni per questo «cluster demografico», con una forte componente innovativa in grado di avere buone risultati di mercato. La silver economy fa gola.

Cpr Asset Management (gruppo Amundi) ha individuato otto settori interessanti per i consumi senior che sono un trend di investimento potente, quali benessere, servizi di investimento, attrezzature sanitarie, assistenza, tempo libero, industria automobilistica, prodotti farmaceutici e sicurezza. «Come investitori abbiamo a che fare con un enorme mercato potenziale al quale le aziende si stanno avvicinando sempre di più e con strategie focalizzate. Quindi c’è l’opportunità di beneficiare di questo trend solido e prevedibile, andando a selezionare quelle aziende che investono sulla longevity in una prospettiva di medio e lungo termine» afferma Carlo Mogni, portofolio manager di Allianz Investitori Sgr.

Ci sono fondi tematici azionari che investono a livello globale sui cambiamenti demografici e altri specializzati nella crescita della silver economy. Il fondo Schroder ISF Global Sustainable Growth punta molto sulla demografia, considerata come uno dei fattori della crescita sostenibile, ed è orientato soprattutto sul mercato americano. Cpr Invest Global Silver Age ha come slogan «approfittate dell’invecchiamento per ringiovanire i vostri investimenti», che la dice lunga sull’adeguamento di strategia nel posizionare i soldi e su un marketing che toglie la terza età alla condizione di marginalità sociale e economica. Sui cambiamenti demografici punta anche Mediolanum Global Demographic Opportunities.

Secondo una ricerca di Morningstar, i fondi disponibili in Italia per gli investitori retail, dedicati all’invecchiamento della popolazione sono circa una decina. Un altro settore della «finanza d’argento» è quello assicurativo, poiché gli anziani acquistano varie forme di copertura, dalla polizza vita alle spese mediche, alle tutele nei viaggi. Il prodotto assicurativo non è più quello legato esclusivamente al rimborso delle prestazioni in caso di infortuni o problemi, ma è diventato uno strumento per pianificare vita e salute sul tempo lungo. Generali investirà nei prossimi tre anni 500 milioni di euro per nuove soluzioni, partnership e digital health per l’erogazione delle cure.

Nel piano del colosso assicurativo c’è un fondo di private equity per investimenti in strutture sanitarie per l’erogazione di cure con elevati standard qualitativi e una joint venture Generali Welion-Cdp Venture Capital, denominata Convivit, per un nuovo modello abitativo di senior living dedicato agli over 65 autosufficienti. Entro 10 anni, in tutta Italia ci saranno oltre 20 residenze per 2.500 persone con 2 mila appartamenti moderni che integrano servizi, internet, spazi comuni e aree verdi.

Convivit prevede la nascita di un nuovo network di residenze per anziani ancora attivi, che vogliono momenti di socialità e puntano a mantenere il più a lungo possibile la pienezza di vita nelle migliori condizioni di salute. Sono previsti servizi quali connettività wifi illimitata, portineria h24, lavanderia. Ogni inquilino potrà indossare dispositivi per il monitoraggio costante dei parametri di salute e godere di servizi sanitari da operatori specializzati. Le residenze disporrano anche di beauty center, parrucchiere, attività ricreative e palestra.

Gli investitori vedono ampie possibilità di crescita per il segmento senior housing. Da una ricerca di Savills dal titolo European Senior Living & Care Home Investment emerge che tale settore, nel primo semestre 2021, ha registrato a livello europeo operazioni per 4 miliardi di euro. Le transazioni sono state effettuate da una platea crescente di acquirenti, superando del 38 per cento la media quinquennale riferita al primo semestre. Regno Unito e Germania hanno rappresentato il 54 per cento delle operazioni, ma Paesi come Svezia, Spagna e Italia stanno rapidamente attirando l’interesse degli investitori.

A livello europeo, i rendimenti netti annuali per prodotti senior housing oscillano tra il 3,3 e il 5,75 per cento, mentre i rendimenti netti primari per le case di riposo oscillano tra il 3,85 e il 6 per cento, a seconda della posizione e della qualità dell’asset. «Il costante aumento della popolazione anziana, la necessità di diversificare i portafogli di investimento e la ricerca di redditività stabile nel tempo porterà a una crescita degli investimenti in tale comparto» commenta Giacomo De Feo, director Capital markets di Savills. E sottolinea che «il senior housing rappresenta un’opportunità assolutamente fondamentale anche per l’incidenza che avrà in futuro in maniera esponenziale, sull’immobiliare».

L’Italia, nonostante l’alta percentuale di popolazione anziana, è ancora molto arretrata nello sviluppo e nell’offerta di soluzioni abitative per i senior, soprattutto a causa di una normativa che lascia l’onere della regolamentazione in alcuni casi addirittura ai comuni. Qualcosa si sta muovendo ultimamente. L’Inps insieme a Inarcassa (la cassa di previdenza e assistenza di ingegneri e architetti) ed Enpap (l’Ente di previdenza e assistenza per gli psicologi), ha lanciato un progetto per lo sviluppo di residenze per la terza età, attraverso il suo fondo di gestione immobiliare Aristotele Sanità, ridenominato Aristotele Senior. Si tratta della prima operazione di sistema del genere in Italia. Il fondo, gestito da Fabrica Sgr, svilupperà un programma di investimenti da 500 milioni di euro, aperto ad altri investitori istituzionali.

In grande espansione sono i fondi di previdenza integrativa. Nessuno può più pensare di ottenere una pensione interamente erogata dallo Stato ed è quindi meglio mettere da parte delle risorse. Come emerge dal monitoraggio della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, a fine 2021 gli iscritti sono risultati 403 mila in più dell’anno precedente, con una crescita del 4,3 per cento e punte del 6,6 nei fondi aperti e del 6 in quelli negoziali. Le risorse destinate alle prestazioni sono aumentate di 14,7 miliardi di euro rispetto al 2020.

Invecchiare, o meglio, la longevità, è diventato un affare. È il nuovo petrolio della finanza.

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