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Fisco amico: eldorado Italia

Fisco amico: eldorado Italia

Sono sempre più numerosi i pensionati stranieri (ma anche i ricchi da tutto il mondo) che scelgono di trasferirsi nel nostro Paese. La molla? Gli ottimi sconti sul reddito.


Altro che Grecia, Albania, Croazia, Portogallo. È l’Italia il vero paradiso, non solo fiscale, per pensionati e ricchi di tutto il mondo. L’immagine dell’anziano che passa, chiuso in casa, l’ultimo scorcio di vita, appartiene al passato. Mai come in questi ultimi anni, negli aeroporti, si incrociano persone in età armate di valige e guide dettagliate e con un unico obiettivo: «ripiantare radici» dove la pensione vale di più, ovvero dove la mano del fisco è meno invasiva. Questo vale anche per i super ricchi, sempre a caccia di località dove l’esclusività delle dimore è a prezzi contenuti e le tasse abbordabili. Se poi al vantaggio delle tasse si aggiunge un buon clima, ambiente sociale accogliente, cucina appetitosa e salubre e, dulcis in fundo, un buon sistema sanitario, l’identikit è quello dell’Italia. Né Miami, Montecarlo o Dubai: la Dolce vita per gli stranieri è davvero nel nostro Paese. I dati del fenomeno sono stati resi noti dal Dipartimento delle Finanze che ha pubblicato le dichiarazioni dei redditi 2023 relative all’anno d’imposta 2022. Sono i 37.331 contribuenti che, trasferendo la residenza in Italia, hanno trovato il loro paradiso fiscale. I pensionati, infatti, versano solo il 7 per cento della loro rendita previdenziale. Poi, c’è chi paga il 10 per cento del reddito guadagnato in Italia e chi calcola le imposte dovute sul 50 per cento del reddito annuo. Ai Paperoni, invece, è sufficiente versare 100 mila euro per mettersi in regola con il fisco italiano.

Nel 2017, infatti, è stato introdotto un regime fiscale agevolato per cittadini esteri a elevata capacità contributiva che trasferiscono la residenza in Italia, a condizione però che questa non siano già stati residenti nel Paese per almeno nove degli ultimi dieci anni. A prescindere dallo svolgimento di una particolare attività lavorativa, a costoro è applicata un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero e questa ammonta in via forfettaria a 100 mila euro per ciascun periodo d’imposta in cui risulta valida l’opzione. Va quindi liquidata, in un’unica soluzione, entro il 30 giugno di ogni anno. L’agevolazione può essere estesa anche ai familiari: per loro la tassa è ridotta a 25 mila euro. Tale sconto è valido per 15 anni e copre anche l’imposta di successione per i beni in Italia.

«Allo scadere di questo termine, lo straniero pagherà le tasse come tutti gli italiani e non sarà possibile cumulare questi vantaggi con quelle per il rientro di docenti e ricercatori e di lavoratori “impatriati”» spiega a Panorama Matteo Benigni, socio dello studio Benigni & Quirici di Lucca, uno dei principali che segue chi vuole trasferire la residenza nel nostro Paese. «La tassa “piatta” di 100 mila euro conviene a redditi molto alti, cioè oltre il milione di euro. Il fatto che, chi ha questa disponibilità economica scelga l’Italia per vivere, è significativo di quanto essa sia attrattiva.Costoro spesso prediligono località del Nord in Lombardia e Piemonte, soprattutto se hanno figli, perché diventa più facile trovare scuole internazionali. Vanno a caccia di immobili di prestigio sia come residenze sia come investimento. D’altronde , da noi il costo del mattone di lusso è pur sempre inferiore a uno equivalente negli Stati Uniti o in Gran Bretagna».

Un’agevolazione fiscale è prevista, come accennato, anche per gli «impatriati», cioè coloro che non sono stati residenti in Italia negli ultimi due anni precedenti al rientro e che qui riacquisiscono la residenza e svolgono attività lavorativa prevalentemente o completamente nel nostro Paese. Si tratta della normativa per far rientrare i « cervelli in fuga». A inizio d’anno, il decreto sulla fiscalità internazionale ha portato la tassazione del reddito da lavoro al 50 per cento (prima era al 30 per cento) e non per tutti. Questo regime dura 5 anni e poi si versano tasse normali. Nel 2022 i docenti e ricercatori che hanno beneficiato di un’esenzione delle tasse del 90 per cento sono stati oltre 3.300, per un ammontare lordo medio da lavoro dipendente di 56.492 euro, mentre il regime di coloro che sono rientrati ha coinvolto oltre 32.600 dipendenti per un lordo medio da lavoro di 114.501 euro. Per i pensionati stranieri il trattamento fiscale è poi super. Sull’assegno previdenziale di fonte estera si applica un’aliquota, a titolo d’imposta sostitutiva, del 7 per cento. Il 93 per cento è quindi esentasse… Per accedere a questo sconto, però, si richiede che la residenza sia posta in Sicilia, Calabria, Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, in comuni con popolazione non superiore a 20 mila abitanti. L’obiettivo è di attrarre la terza età in località che si stanno spopolando. Nel 2022 sono arrivati nel Mezzogiorno, secondo i dati del fisco, 474 pensionati che hanno dichiarato un reddito previdenziale di provenienza estera per un totale di 19 milioni di euro (40.210 euro in media) e un totale di redditi di fonte estera di 28,7 milioni. L’imposta sostitutiva dichiarata ha sfiorato i due milioni di euro.

Sul sito del ministero del Turismo (Italia.it) sono indicati alcuni piccoli comuni dove trasferirsi come Rocchetta a Volturno in Molise, borgo medievale di mille abitanti, Monteleone Rocca Doria, il più piccolo centro del Sassarese in Sardegna dove vive appena un centinaio di persone, o Arsita, piccolo comune abruzzese, con meno di mille residenti. «L’età media dei Paperoni che si trasferiscono in Italia è intorno ai 50 anni, soprattutto americani, anche se mi è capitato di assistere un paio di trentenni che, dopo aver lanciato una startup, avevano fatto cassa rivendendola e volevano godersi la vita» sottolinea Benigni. In base alla sua esperienza i pensionati invece sono una quota minoritaria. «L’ostacolo principale è la lingua e, dovendo vivere nei piccoli borghi, l’assistenza sanitaria meno capillare delle gradi città».

Il Sistema sanitario nazionale, riconosciuto per qualità delle prestazioni ed economicità, è uno dei fattori che ancora fa la differenza rispetto al resto dell’Europa e ancora di più nel mondo. «Un’assicurazione sulla salute negli Stati Uniti non costa meno di settemila euro, mentre in Italia con mille euro sono protetti. La vita per la “middle class” americana è molto costosa: con seimila dollari al mese, una famiglia fatica ad andare avanti e non solo a New York o Boston. I costi, in generale, da noi sono ben più bassi. Siamo in assoluto il Paese più a buon mercato dell’area Schengen. A spostarsi sono soprattutto le donne, il 60 per cento. Quanto alla provenienza gli Stati Uniti sono in testa alla classifica» afferma Ivano Valeri, team leader di Expats Living in Rome, un’associazione che segue gli stranieri per la residenza in Italia. «Dopo il Covid le richieste sono triplicate. Oltre a benestanti e pensionati, vengono nella Penisola anche tanti studenti e chi è interessato all’arte e alla lingua italiana. Hanno le idee chiare e si rivolgono a noi con l’obiettivo di trasferirsi in modo permanente». Quindi, nonostante certi media esteri non perdano occasione di evidenziarne i lati negativi, l’Italia resta la meta «top» di chi ama godersi la vita. A tutte le età.

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