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Adolescenti e paghetta: quanto prendono, cosa chiedono

Adolescenti e paghetta: quanto prendono, cosa chiedono

6 ragazzi su 10 ricevono la paghetta: si tratta di 150milioni al mese spesi dalle famiglie, di cui l’82% in contanti, il resto con carta prepagata. Ecco i dati relativi alle abitudini dei giovani italiani

Che sia il sabato mattina o il primo del mese. Che sia in contanti o su carta prepagata. Qualunque sia l’entità e la modalità, la paghetta ai figli in Italia si dà: la ricevono 6 giovani su 10 e facendo i conti si tratta di 150 milioni di euro al mese per i genitori.
E non è solo una tradizione o una moda, è sempre più una cosa seria tanto che ci sono Paesi dove la legge stessa interviene. In Germania nel Codice civile c’è un paragrafo dedicato alla paghetta ai figli, che, dai 7 anni in su, possono comprarsi qualcosa con i propri soldi senza chiedere il permesso. Tutto eccetto articoli che non possono acquistare (alcol e sigarette per esempio) o che superano la normale paghetta in termini di prezzo (un computer, uno smartphone).

E in Italia? Il 59,8% dei bambini e ragazzi tra i 10 e i 18 anni riceve abitualmente la paghetta, se si guarda alla fascia di età 15-18 la percentuale supera il 71%, scende invece al 51% tra i 10 e i 14 anni (che vuol dire 1 su 2). I numeri sono di un’indagine di Facile.it con mUp Research e Norstat che stima che i ragazzi tra i 10 e i 18 anni ricevono quasi 54 euro al mese: 70 euro (tra i 15 e i 18 anni), 40 euro (tra i 10 e i 14 anni). E di questi 150milioni al mese spesi dalle famiglie per la maggior parte si tratta di contanti (82,1%), ma un giovane su cinque ottiene la paghetta con metodi diversi: carta prepagata fisica o digitale (un mezzo “antiscippo” secondo molti genitori). E qui c’è una differenza geografica. Tra le famiglie che preferiscono la carta prepagata quella fisica è scelta soprattutto al Sud e nelle Isole (14,7% contro 11,8% dato nazionale), quella digitale o app soprattutto nel Nord Ovest (8,9% contro il 6,1% media italiana).

Il contante è meno sicuro secondo molti genitori ed esperti. C’è il rischio scippo e rapina, per i più piccoli o più distratti il rischio perdita, c’è meno controllo sulle spese. I ragazzini spendono la paghetta di solito per pagarsi le uscite con gli amici (pizza, cinema, discoteca), ma anche per giocare online e comprarsi un paio di sneakers alla moda. E la carta prepagata consente una tracciabilità da parte dei genitori. C’è infatti una correlazione tra “paghetta” e comportamenti a rischio, secondo uno studio di qualche tempo fa dell’Istituto Superiore di Sanità, con l’Istituto Mario Negri e l’Università Cattolica di Milano. La ricerca fatta sui giovani in Lombardia aveva l’obiettivo di scoprire come i diversi schemi di paghetta (entità e frequenza o assenza) influivano sui comportamenti a rischio degli adolescenti: fumo, alcol, uso smodato di alcol, uso di droghe, gioco d’azzardo. E alla fine i numeri hanno dimostrato che la disponibilità certa di una cifra a settimana è associata ad una maggiore probabilità di comportamenti a rischio. Ecco perché molti genitori e educatori preferiscono la moneta digitale.

Tornando alle abitudini i giovani italiani prendono la paghetta settimanalmente (65,2%). Solo il 20,8% la riceve una volta al mese e il 14,1% su richiesta. La ricerca di Facile.it sottolinea però che la frequenza dipende anche dall’età: dopo i 15 anni è soprattutto settimanale. Ma appunto a che età si prende la paghetta? In media a 12 anni, ma con dei distinguo. Nel Nord-Ovest il 41,1% dei ragazzi inizia a ottenerla a 10 anni, nel Centro Italia il 40,7% a 14 anni. E con il passare degli anni i soldi sembrano arrivare sempre prima: i 15-18enni di oggi hanno iniziato a riceverli quando avevano poco più di 13 anni, mentre i 10-14enni odierni hanno iniziato a averli a poco meno di 11 anni.

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