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OnlyFans e il mito dei soldi facili

OnlyFans e il mito dei soldi facili

Che sulla piattaforma usata per condividere contenuti erotici si facciano guadagni strepitosi, è una mezza bufala. Lo dicono i numeri: soltanto il 10 per cento di chi offre video porta a casa mille euro al mese. In realtà, gran parte dei «creator» fallisce.


Ci si iscrive a OnlyFans con l’idea di cambiare la propria vita. Ci si ritrova senza un quattrino, additate in salumeria». Scherza così Elisa T., 23 anni, che si definisce «maggiorata per benedizione del chirurgo». Lei, napoletana di periferia con il sogno di un appartamento al Vomero, con i suoi 93 follower guadagna poco meno di mille euro al mese. «Sì, lo so, è pochissimo ma mi sono appena iscritta» spiega, come a scusarsi. «E poi» ammette «non è per niente facile come pensavo. Ero convinta bastasse postare foto senza veli per essere seppellite dai soldi».

A spiegare il meccanismo e l’arte che si nasconde dietro una delle piattaforme più note al mondo è Natasha Ottavi, 41 anni, romana che ama definirsi «un’antifemminista con animo identitario e tradizionalista», votata attraverso il suo «erotismo a risvegliare il maschio». E lei questo maschio ha deciso di rianimarlo prima attraverso Instagram, poi sulla piattaforma che è diventata una sorta di reddito. «Per me OnlyFans» afferma «è la vecchia locandiera che per tre denari faceva vedere il seno al brigante. Insomma, uno strumento che dà voce a un’arte antichissima, e lo fa con tutto lo spettro del contemporaneo».

Il sistema è semplice: il content creator si iscrive e decide se pubblicare contenuti gratuiti o a pagamento. Il gioco viene da sé: foto o chat hanno un costo relativamente basso, con i video espliciti si sale di prezzo. Il successo di OnlyFans (circa 188 milioni di utenti registrati e 2 milioni di creator) è in realtà figlio dei tempi, come spiega Giovanni Pagnini, psicologo e sessuologo, secondo cui «il cambiamento della sessualità in relazione all’utilizzo dei social network è la diretta espressione della realtà iper-moderna in cui viviamo. Gli esseri viventi hanno dei bisogni, tra cui la sessualità, e i social rappresentano uno dei tanti strumenti con i quali soddisfarli».

Né è necessariamente un male dato che «il facile accesso a contenuti sessuali online ha permesso a molte persone di superare le barriere culturali che vedevano il parlare di sessualità come un tabù». Resta tuttavia il dubbio, assai concreto, se possa diventare per tutti gli iscritti un vero business. «Mi sono iscritta su suggerimento della mia fan base» racconta Natasha. «Se non avessi loro però farei la fame. Il mio introito varia da mese in mese, dai 5 mila ai 2 mila euro, ma mi sento una privilegiata visto come vanno le cose». Le cose infatti vanno – evidentemente – malissimo per tante iscritte perché, sempre per dirla con le parole di Natasha, «la concorrenza è spietata e l’uomo, da sempre cacciatore, è ossessionato dal nuovo».

Che il mito del guadagno facile sia un’utopia? Ilaria Borgonovo, a nemmeno 26 anni, con una laurea in Giurisprudenza in bacheca, ha dichiarato di guadagnare anche 10 mila euro al mese. La showgirl Antonella Mosetti ha svelato di mantenersi grazie alla piattaforma, e hanno ottenuto successo anche l’influencer Naomi De Crescenzo («guadagno più di un politico») e la modella Martina Vismara, che ha svelato di aver comprato una casa grazie agli introiti di OF. Scalpore, ancora, ha fatto la vicenda di Ilaria Rimoldi, la ragazza a cui apparentemente Gardaland non avrebbe rinnovato il contratto per la sua iscrizione alla piattaforma (ma le incongruenze sono diverse) e che, almeno a leggere alcuni giornali, con OnlyFans guadagnerebbe migliaia di euro al mese (in un’intervista la stessa Ilaria parla di 2 mila euro, altrove si dice 5 mila).

Difficile, ovviamente, sapere se tutto ciò risponda al vero. Certo è che alla base del successo della piattaforma c’è una galassia di persone che, in realtà, guadagnano poco o pochissimo. Anche se magari spacciano incassi formidabili e un seguito da vip. È il caso di Marika, che con il suo ragazzo ha creato un canale con tanto di nickname accattivante dove pubblica, dietro pagamento ovviamente, video hard. Nelle chat con i followers e sugli altri profili social la coppia parla di soldi importanti e di richieste dal mondo del porno professionale: «Ma non è vero niente» rivela lei, con la garanzia dell’anonimato. «Al momento mettiamo insieme qualche migliaia di euro l’anno. Però sappiamo che vogliamo e dobbiamo crescere. Puntiamo a fare della nostra coppia un brand: se crei il personaggio ricercato capace di darti video esclusivi, la fan base crescerà».

Certezze granitiche in cerca di conferme. «Nel mondo di OnlyFans» puntualizza ancora Natasha «per avere successo devi avere qualcosa fuori dal comune. Ci sono ragazze bellissime che però non hanno niente che spicchi, e difficilmente riescono a intercettare follower. Io, anche se ho 41 anni, mi sono fatta il mio pubblico grazie alla mia fisicità». Il riferimento è alla quinta di reggiseno «tutta mia» che Natasha mostra – o nasconde, a seconda della situazione – sui suoi account. «Grande merito però è dei fan, raccolti su internet o attraverso le ospitate televisive. Senza, non si va da nessuna parte». OnlyFans infatti crea un punteggio per ogni utente in base alla sua capacità di intercettare pubblico pagante. Si tratta di una sorta di classifica a fasce privata – vi può accedere solo l’utente interessato – che parte da 0 (il valore di chi ha più abbonati) per arrivare a 10. Una classifica segreta che svela molto anche dei guadagni.

Lo racconta bene Elisa T., che si è registrata per la prima volta su OF nove mesi fa e festeggia per ogni nuova iscrizione al suo canale. «Un abbonato» dice «è per la vita. Ma non è affatto semplice riuscire a intercettare nuovi utenti, perché la classifica premia chi è più seguito e spiccare nella competizione mondiale, fra donne bellissime pronte a tutto, è ogni giorno una sfida. Non mi vergogno ad ammetterlo: la mia fan base, anche se risicata, è composta da uomini che vado quasi a cercare uno per uno, magari su altri social. È grazie a loro se ho lasciato il lavoro di commessa part time, e se ogni mese mi arriva un gruzzoletto, per molti misero, ma almeno non mi obbliga a lavorare».

Qualcuno direbbe: sono le leggi del mercato. Un mercato che non si è mai rivelato tanto crudele. «Ho perso un follower» continua Elisa T. «perché mi sono rifiutata di mandargli in privato un video dove squirtavo (eiaculavo, ndr). Un altro invece mi ha costretto a mandargli video dei miei piedi e ha voluto che gli spedissi dei calzettoni di spugna. Se non lo avessi fatto, non avrebbe rinnovato l’abbonamento. Questo fa capire come, se non si è sempre disposte a cedere, si viene subito sostituite». Il sogno si spinge oltre i limiti, e diventa quello di essere «uniche nella categoria di riferimento» o quantomeno capaci di elaborare un personaggio bravo ad acchiappare più degli altri. «Nel mio caso» precisa Natasha Ottavi «un’altra fortuna è stata che ho creato un dialogo erotico con i miei followers. Sono molto generosa e a loro questo piace. Non sono una che per ogni richiesta pretende un pagamento. Mi piace pensare a OF come a un sistema circolare: dare erotismo, per riceverlo» prosegue maliziosa. «Il pagare fa sentire l’uomo libero di fare ciò che vuole, come con una mignotta. Di certo la piattaforma è una macchina e per non farsi del male bisogna imparare a guidarla. Mettere il pilota automatico è il primo passo per lo schianto».

Uno schianto che ha costretto molte – soprattutto giovanissime – a cambiare prospettive. Come Elisabetta M., 24 anni, romana dalle tendenze coatte e iperboliche: «Mi sono iscritta con la certezza di fare un pacco di soldi. Invece di entrare in una profumeria o in una gioielleria, mi sono trovata al mercato. Solo che non si vendevano frutta e ortaggi, ma video porno e scatti osé. All’inizio ci sono stata, ho cercato di adescare più utenti possibili facendo anche cose oscene, ma con sforzi sovrumani non sono arrivata neppure a 50 followers paganti. Su OF siamo tutte disperate: per guadagnare di più bisogna dare di più». Perifrasi che si riferisce alla moltitudine di attività in cui le creator sono chiamate a esercitarsi per aumentare il loro gruzzoletto. E così spazio a video privati, chat, dirty speaking (letteralmente conversare in modo esplicito se non rozzo), ma anche al «dick rating» ovvero la «valutazione del pene», uno dei principali trend del momento.

«Praticamente» spiega ancora Elisabetta M. «un utente ti manda una foto o un video del suo pene perché venga recensito. Esistono perfino delle guide che insegnano a farlo per bene, si parte da 5 euro per arrivare a 200. I valori da considerare sono tanti, come lunghezza, curvatura, volume, colore e armonia delle misure. Io ne ho fatte un paio e basta, perché poi mi sono cancellata». Il sogno di Elisabetta M., se così può definirsi, a inizio anno si è concluso: «Uno del quartiere mi ha visto, è successo un casino. Lo hanno saputo anche i miei genitori. E allora, un po’ per questo, un po’ perché ci andavo a rimessa fra completini intimi e tempo perso a circuire disperati sperando che mi pagassero, ho chiuso l’account».

Accanto alle storie ci sono poi i freddi numeri. Che parlano per tutti. Partiamo da un dato: chiunque può regalare contenuti (di qualunque tipo) o venderli sulla piattaforma, attraverso abbonamenti che vanno dai 4,99 ai 49,99 dollari. C’è poi la percentuale che OF trattiene: il 20 per cento. Cui vanno aggiunte le tasse perché, come spiega Elisa T., «siamo in tutto e per tutto libere professioniste, e qualcosa dovremo pur pagare per giustificare i bonifici che con cadenza precisa arrivano in banca». La piattaforma infatti permette di traslare i soldi sul proprio conto corrente ogni giorno, ogni settimana o ogni mese. Per arrivare a guadagni stellari la strada è lunghissima e tutta in salita. Ed è riservata, questa la realtà, a pochissimi. Secondo gli esperti, solo il 3-5 per cento dei fan di un creator è disposto a pagare. Altroché decine di migliaia di persone.

Non a caso il guadagno medio mensile su OF è 150 euro. Dunque soltanto il 10 per cento dei creator riesce a fatturare più di mille euro al mese, mentre solo l’1 per cento arriva a guadagnare anche oltre 20 mila euro, con punte che si innalzano vertiginosamente fino a raggiungere centinaia di migliaia di dollari. Ma sono pochissimi quelli che ce la fanno e vantano milioni di fan. Come puntualmente accade in questi casi, a vincere è sempre il banco considerando che l’azienda ha un fatturato di circa un miliardo di dollari. Resta, però, il fatto che Only Fans è un fenomeno destinato a rinforzare il suo successo: «Non credo sia una bolla che si sgonfierà» sostiene Nicola Palumbo, uno dei più autorevoli social media manager italiani. «Anche le star del porno stanno migrando dai siti tradizionali su OF perché quest’ultima prevede fee più alte. L’unico caso in cui potrebbe perdere la propria forza sarebbe quella di avere come rivali piattaforme già molto consolidate della galassia Pornhub & C. Ma dovrebbero decidere di rendere assai più esclusivi e personalizzati i propri contenuti». Un modello di business che potenzialmente funziona di più. A patto che il creator – o più prosaicamente il porn creator – sia molto seguito. Altrimenti il rischio fake è per tutti dietro l’angolo.

Un fenomeno nato nel 2016, e poi esploso durante la pandemia

«Tecnicamente non è un social network» puntualizza il social media manager Nicola Palumbo. Non tutti sanno infatti che OnlyFans, nato nel 2016 per la condivisione e la monetizzazione di contenuti, era rivolto quasi esclusivamente a personal trainer. «OF si è poi caratterizzato per il materiale hot: i content creator che offrivano contenuti porno o vietati ai minori si sono raccolti qui».

Un fenomeno che è esploso in pandemia, con lo stop alle produzioni di film e video porno. Nei 12 mesi più caldi della pandemia (2020), secondo i dati di Forbes, la società guidata dalla ceo indiana Amrapali Gan ha registrato entrate per 400 milioni di dollari, con una crescita del 540 per cento rispetto all’anno precedente, che a loro volta sono salite a circa 2,5 miliardi nel 2022.

Il numero di creatori di contenuti è quasi quintuplicato ed è arrivato a 1,6 milioni, mentre gli iscritti superano i 188 milioni. Il risultato è che il proprietario della piattaforma, il 40enne ucraino Leonid Radvinsky (la acquistò nel 2018 dalla famiglia britannica Stokely che evidentemente non ne aveva capito il potenziale), è diventato miliardario.

Per quanto sia accessibile a chiunque, i ruoli sono piuttosto definiti: il 69 per cento di chi pubblica foto o video sono giovani ragazze; l’87 per cento di chi è disposto a sottoscrivere un abbonamento sono uomini tra i 35 e i 44 anni. Il successo poggia su basi anche psicologiche, come spiega il sessuologo Giovanni Pagnini: «A differenza di altre piattaforme di consumo di materiale pornografico, in cui la visione di un video o di un’immagine avviene solo dopo un attento e accurato filtraggio da parte di chi guarda, OnlyFans permette all’utente di mantenere un filo diretto con la sua beniamina, scegliendo il piano tariffario dell’abbonamento, oppure l’acquisto di singoli contenuti. La percezione di “attività” – sono io che decido cosa vedere – ed “esclusività” – solo io posso vedere questo contenuto perché lo pago -, unite a quella di “rarità del prodotto”, che esiste esclusivamente perché fornito da quella specifica persona, diventano così determinanti nel rendere Only Fans vincente».


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