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Mediazione, ecco perché funziona discutere con il fisco

Mediazione, ecco perché funziona discutere con il fisco

Nei primi tre mesi del 2016 le controversie tributarie davanti alle Commissioni provinciali e regionali sono diminuite del 18,4%

La stagione del dialogo con i contribuenti aperta da qualche tempo dall’Agenzia delle entrate sembra dare i primi frutti: nel periodo che va da gennaio a marzo 2016 infatti, i nuovi contenziosi tributari pervenuti alle Commissioni provinciali e regionali si sono ridotti del 18,4% mentre le controversie tributarie perdenti sono diminuite del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati sono stati forniti dal ministero dell’Economia che ha anche rilevato che in termini assoluti nel primo trimestre 2016 le controversie pervenute in entrambi i gradi di giudizio sono state 64.560, con un calo di 14.516 ricorsi rispetto allo stesso periodo del 2015.

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Insomma, si litiga di meno con il fisco, o perlomeno, quando si hanno divergenze di vedute si cercano altre strade prima di aderire le classiche vie legali. E infatti una delle spiegazioni più efficaci addotte per spiegare il fenomeno della riduzione delle controversie è rappresentata proprio dall’istituto della mediazione, che permette al contribuente di recarsi presso la sede più vicina dell’Agenzia delle entrate a spiegare in maniera dettagliata e documentata la propria posizione cercando in questa sede extragiudiziale di far valere le proprie ragioni. A volte succede anche che questo confronto franco e trasparente sia di contro l’occasione per il contribuente per rendersi conto che effettivamente le richieste espresse dal fisco avevano una loro fondatezza, e per accettare dunque eventuali decisioni contestate in prima battuta.

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Il tutto in ogni caso, come sottolineato, con il risultato finale di alleggerire il carico di lavoro delle Commissioni provinciali e regionali e soprattutto di accorciare i tempi di risoluzione delle potenziali controversie. A questo proposito è lo stesso ministero dell’Economia a rilevare dunque che il calo di ricorsi alle commissioni è determinato “principalmente dall’estensione dell’istituto del reclamo/mediazione, già operativo per gli atti emessi dall’Agenzia delle Entrate, da tutti gli enti impositori e dalle società di riscossione”. Tra l’altro, nell’occasione si rileva anche che i ricorsi definiti, pari a 62.429, mostrano una riduzione del 7,3% rispetto all’analogo periodo del 2015.

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Entrando infine nello specifico dell’attività delle diverse commissioni, si evidenzia che in quelle regionali la quota di giudizi completamente favorevoli al fisco è stata di circa il 47%, per un valore complessivo di circa 854 milioni di euro, mentre quella dei giudizi completamente positivi nei confronti dei contribuenti è stata pari a circa il 39%, per un valore complessivo di poco superiore a 1.000 milioni di euro. Nelle commissioni provinciali invece la quota di giudizi completamente favorevoli al fisco è stata di circa il 46%, per un valore complessivo di circa 2.800 milioni di euro, mentre quella dei giudizi completamente favorevoli ai contribuenti è stata di circa il 32%, per un valore di 1.500 milioni di euro.

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