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L’Europa risponde: al via controdazi sui prodotti americani per 20,9 miliardi di euro

L’Europa risponde: al via controdazi sui prodotti americani per 20,9 miliardi di euro

I Ventisette (ma senza l’Ungheria) approvano le contromisure in tre fasi. Si parte il 15 aprile. Bruxelles resta aperta al dialogo: “pronti a sospendere se ci sarà intesa”.

L’Europa risponde agli Stati Uniti: via libera a controdazi per 20,9 miliardi di euro. Con un voto quasi unanime, unica contraria l’Ungheria, i Ventisette hanno approvato, come previsto, le contromisure tariffarie contro Washington. Sono dazi del 10% e 25% che colpiranno una vasta gamma di prodotti statunitensi a partire dal 15 aprile.

L’ok è arrivato da un comitato tecnico della Commissione europea, secondo il meccanismo chiamato comitatologia, la procedura tecnica attraverso cui i rappresentanti degli Stati membri esaminano e approvano gli atti esecutivi della Commissione europea. Quindi si parte, con una reazione in tre fasi.

La prima tranche di dazi, di 3,9 miliardi di euro, sarà operativa dal 15 aprile. La seconda, che si aggira intorno ai 13,5 miliardi, entrerà in vigore il 16 maggio. L’ultima, da 3,5 miliardi, scatterà il primo dicembre. Sulla maggior parte dei prodotti americani sotto dazi si applica il 25%. Una percentuale più bassa di quelle di cui parlano Washington e Pechino, ma quello che rende la risposta europea particolarmente significativa è l’estensione delle categorie merceologiche coinvolte.

A finire nel mirino sono centinaia di prodotti americani, dai beni agricoli a quelli industriali, fino al settore dell’arredo e del tessile. La lista è suddivisa in quattro allegati. Il primo è quello che partirà il 15 aprile e riporta in vita la precedente lista di contromisure adottate nel 2018 e poi sospesa nel 2021, ad eccezione del whisky e del bourbon escluse alla fine di lunghe trattative interne. Comprende riso, cereali, frutta, succhi, tabacco, tessuti, carta, ceramiche, vetro, materassi, articoli di arredo e anche imbarcazioni da pesca. Il secondo e il terzo allegato rispondono all’inasprimento delle tariffe americane sull’alluminio primario (dal 10% al 25%) e all’ampliamento delle misure ai derivati della siderurgia e della metallurgia. Il quarto, che scatterà a dicembre, include prodotti sensibili come mandorle e semi di soia.

Una risposta “dilazionata” che lascia spazio per la diplomazia. Bruxelles, nel rendere note le contromisure, ha infatti ribadito la propria disponibilità a sospenderle “in qualsiasi momento”, qualora gli Stati Uniti accettassero un negoziato “equo ed equilibrato”. È un segnale chiaro: Bruxelles non cerca lo scontro, ma non è nemmeno disposta a tollerare ulteriori pressioni commerciali unilaterali. “Ho detto alla Camera di Commercio americana presso l’Ue che l’Europa è aperta al commercio e agli investimenti. Negoziamo, non inaspriamo le tensioni, per mantenere fluide e forti le catene di approvvigionamento Ue-Usa”, ha scritto su X poco dopo il voto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Tutto come previsto dunque, a parte il voto contrario dell’Ungheria, che conferma la sua linea spesso divergente in Europa. Ora resta da vedere come sarà la risposta della Casa Bianca da qui al 15 aprile o, più possibile, al 16 maggio. Se si riuscirà ad andare ad un tavolo, aldilà delle dichiarazioni del presidente Trump: “I Paesi mi chiamano e mi baciano il cu…. Muoiono per fare accordi”…

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