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Dirigente premiato, ma non c’è risultato

Dirigente premiato, ma non c’è risultato

Gli alti funzionari della Presidenza del Consiglio non solo beneficiano di stipendi stellari. Anche per raggiungere obiettivi minimi vengono gratificati con cospicui riconoscimenti supplementari.


Uno degli obiettivi che doveva raggiungere nel corso del 2021 il dipartimento delle Politiche antidroga mirava alla «Realizzazione della Conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope». Si dirà: più che obiettivo, dovrebbe essere l’ordinario. Quasi lo scontato. E invece no: a Palazzo Chigi è considerato un merito particolare. Tanto che nella scheda sulla «performance» del dipartimento, che fa capo direttamente alla presidenza del Consiglio, si parla di «target» raggiunto «al 100%». Perché? Semplicemente, è stata organizzata una conferenza. Impegno gravoso, non c’è che dire.

Esattamente come lo sarà stato quello del dipartimento degli Affari regionali: i dirigenti in questo caso hanno dovuto monitorare «il procedimento di adozione dei provvedimenti afferenti il Programma di governo e l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza», sottoposti ai vari accordi e intese della Conferenza Stato-Regioni. Risultato? «Obiettivo raggiunto al 100%». Fa niente se, in realtà, mancano all’appello una marea di decreti che bloccano vari provvedimenti e fondi. Curioso poi l’obiettivo del dipartimento delle Politiche Ue: «Promuovere tra i cittadini iniziative mirate ad alimentare il dibattito sul futuro dell’Europa». Tra gli indicatori si sarebbe dovuto specificare il numero delle iniziative che manca. Bisogna fidarsi, però: obiettivo raggiunto al 100%.

Sono, questi, soltanto alcuni esempi dei risultati previsti e poi raggiunti dai vari dipartimenti di Palazzo Chigi. A scorrere le varie tabelle che compongono le performance e dei vari uffici della presidenza del Consiglio, si resta estasiati: tutti hanno raggiunto al massimo i target prefissati. Non è un aspetto banale: si traduce in ricchi premi di risultato per i dirigenti. Che tra Covid, pandemia e crisi economica non guasta mai.

Ma di quanto parliamo? Secondo i dati riferiti al 2020 (ultimo dato disponibile) da Palazzo Chigi «l’ammontare dei fondi stanziati per la retribuzione di risultato dei dirigenti di prima fascia e seconda fascia» è pari a 4,8 milioni di euro. Non male considerando che molti di loro già godono di sostanziose retribuzioni.

Un dirigente di prima fascia, stando alle tabelle visionate da Panorama, percepisce 56.200 euro di stipendio base, cui si aggiunge una retribuzione di posizione che tra parte fissa e variabile può arrivare a 115.000 euro, per un totale di circa 170.000. Infine, il tanto agognato premio di risultato in molti casi è pari a 34.600 euro e, di fatto, fa sfondare il muro dei 200.000 euro lordi annui.
Lecito chiedersi se in tempo di pandemia non sarebbe il caso di calmierare stipendi così pingui. A maggior ragione se gli scopi da conseguire sembrano essere del tutto ordinari. Prendiamo il dipartimento della Funzione pubblica: tra gli obiettivi c’era la definizioni delle «azioni del dipartimento della funzione pubblica sul Recovery fund».

Eppure si parla analisi che rientrerebbero nell’agire quotidiano di chi lavora in quegli uffici. Ma non è tutto. Al dipartimento per le Pari opportunità, guidato dalla ministra renziana Elena Bonetti, nel 2021 si è chiesto, tra le altre cose, di realizzare «interventi di prevenzione e di sensibilizzazione sul fenomeno del cyberbullismo». Proprio quello che dovrebbe fare a prescindere dai lauti premi di risultato. Nonostante questo, si legge, «il target è stato conseguito al 100%». Come? Predisponendo «un’ipotesi di brief esplicativo della campagna» di prevenzione e scrivendo lo storyboard dello spot di 30 secondi andato poi in onda in tv.

Singolari anche alcuni parametri per cui sono stati giudicati i dirigenti del dipartimento per le Riforme istituzionali, come l’analisi sulla trasparenza negli altri Paesi, monitoraggi vari e, udite udite, la «diffusione di una newsletter» sulle riforme stesse. Il dipartimento avrebbe dovuto indicare pure il numero di iniziative, ma non c’è. Unica nota: «Sono state realizzate tutte le iniziative previste nella Direttiva e tutte le scadenze state rispettate». Amen.

In altri casi, ancora, i target fanno riferimento solo alla scadenza nella consegna dei report, al di là poi del giudizio sul contenuto dei report stessi. Un esempio arriva dall’ufficio per i Rapporti col Parlamento: l’anno appena trascorso si è occupato della «percentuale di documentazione dematerializzata in relazione a ciascuna Conferenza dei capigruppo» a Montecitorio. Target raggiunto? Certo, visti i «zero giorni di ritardo nella trasmissione del report».

Ma chiudiamo in bellezza. Diversi dipartimenti hanno posto come indicatore anche la «valorizzazione del ricorso allo strumento del lavoro agile». Obiettivo raggiunto. Quasi bisognerebbe ringraziare il lockdown: lavoro da casa da una parte, ricchi premi dall’altra.

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