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Boom delle crociere: trend in crescita tra nuove navi, isole private e investimenti record

Boom delle crociere: trend in crescita tra nuove navi, isole private e investimenti record

Secondo uno studio Decalia, banca d’investimenti svizzera, il settore delle crociere è in forte espansione: nuove navi, esperienze su isole private e una crescente domanda trainano il mercato. MSC World America salpa verso i Caraibi, mentre gli investimenti e i bilanci tornano a sorridere. Ecco perché non è troppo tardi per salire a bordo — anche per gli investitori.

Dopo aver spostato le lancette sull’ora legale, sicuramente molte famiglie hanno iniziato a fare programmi per le vacanze, e la prenotazione di una crociera è una scelta sempre più diffusa. Il lancio di nuove navi ampiamente pubblicizzato, un tasso di penetrazione ancora basso, investimenti in isole private e bilanci risanati: questi sono solo alcuni dei contributi alla crescita del settore crocieristico, da parte di passeggeri e investitori.

Il 27 marzo l’ultima nave di MSC, la World America, ha lasciato il cantiere di Saint-Nazaire (Francia) alla volta di Miami (Stati Uniti), dove presto imbarcherà 6.672 ospiti (e circa 2.000 membri dell’equipaggio) per lussuose crociere nei Caraibi. Anche se la crescita del numero di passeggeri ora è maggiore in Asia, Germania e Cina, il Nord America continua a rappresentare oltre la metà (52%) del mercato crocieristico globale e i Caraibi il 12% delle mete prescelte.

Secondo le stime il numero di croceristi, che ormai ha ampiamente superato i livelli pre-pandemia, registrerà una crescita annua del 5,9% fino al 2027. Questo grazie a un solido quadro dei consumi, ma anche, e in modo più specifico, a un livello di penetrazione ancora basso rispetto agli alberghi sulla terraferma (32 milioni di croceristi rispetto a 2 miliardi di ospiti) e a un divario di prezzo di quasi il 25%. E per sfatare il mito che la crociera sia destinata agli anziani, il passeggero medio ha un’età compresa tra i 47 e i 50 anni.

A questi fattori macroeconomici favorevoli si aggiunge inoltre l’effetto alone delle nuove mega navi, come la MSC World America. Le sensazionali campagne aumentano la consapevolezza dei consumatori, come dimostra il numero di ricerche di crociere su Internet, e i biglietti vengono venduti a prezzi più alti, riflesso di una gamma più ampia di servizi, con un aumento dei ricavi a bordo. Analogamente, a spingere al rialzo i rendimenti sono gli investimenti a terra effettuati dalle compagnie di crociera. Per i passeggeri, la possibilità di trascorrere una giornata in un luogo privato, spesso un’isola, rende l’esperienza più semplice (e sicura) rispetto allo sbarco in un porto pubblico. Dal punto di vista dell’operatore crocieristico, questo comporta un maggior controllo sull’esperienza degli ospiti e sul denaro speso a terra, tasse portuali più basse, e può essere un modo per attirare nuovi clienti. Ad oggi, 14 di queste destinazioni sono operative, tutte nei Caraibi: Carnival vanta una quota del 49% e Royal Caribbean (con la sua offerta “Perfect day at CocoCay”) è al secondo posto, in rapida crescita.

Per quanto riguarda i bilanci delle compagnie di crociera, duramente colpiti dalla pandemia, ora sta tornando la luce grazie alla minore dipendenza dalle agenzie, all’ottimizzazione del portafoglio, al passaggio dagli sconti al marketing per riempire le navi e alla crescita delle curve di prenotazione. Sul fronte negativo, sul settore continuano a pesare le preoccupazioni ambientali, nonostante i progressi compiuti in termini di carburante ed efficienza delle navi. Più di recente, la preoccupazione maggiore ha riguardato il fronte fiscale, dopo le dichiarazioni del Segretario al Commercio degli Stati Uniti, secondo cui le esenzioni fiscali sul reddito in base alle quali operano le compagnie di crociera (sezione 883 dell’IRS) potrebbero subire modifiche.

Anche se i prezzi di tutti i titoli delle compagnie di crociera hanno subito una brusca correzione dopo questa minaccia, i guadagni registrati dalla fine del 2022 sono impressionanti: al 28 marzo, Royal Caribbean (prima in termini di qualità) è cresciuta del 323%, Carnival e Norwegian (per loro è un revival) hanno guadagnato il 150% e il 56% e Viking (operatore di nicchia che offre crociere fluviali di lusso) ha segnato un +50% dall’IPO. Questo significa che è troppo tardi per investire? Secondo noi, no. Forse in futuro non navigheremo in acque tranquille, ma l’opportunità di crescita è reale e le valutazioni non sono eccessive.

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