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Voglio una vita assicurata

Voglio una vita assicurata

Con la pandemia e, ora, con l’incertezza economica internazionale cresce negli italiani la sensibilità per la protezione assicurativa, con un aumento significativo delle polizze in tutti i settori. Dai viaggi alla salute, dal rischio informatico a quello climatico, si comincia a uscire dalla vecchia logica fatalista. E si pensa al futuro.


Nessuno poteva prevedere che in soli due anni le vite di milioni di persone sarebbero cambiate in modo così profondo da mettere in crisi abitudini consolidate. E ogni cambiamento si porta dietro la sua dose di incognite e di precarietà. Covid, incertezza economica ed emergenza climatica, con il loro impatto su ogni aspetto della quotidianità, hanno fatto aumentare la percezione e la consapevolezza del rischio a tutti i livelli e indotto anche i meno prudenti a una valutazione razionale dei danni potenziali. Così l’Italia, che è sempre stata fanalino di coda in Europa per polizze assicurative, ha visto in questo periodo un incremento della sottoscrizione di prodotti in grado di fornire un paracadute nei vari momenti della vita privata e lavorativa. Voglia di sicurezza, insomma.

Secondo le rilevazioni dell’Ania, l’associazione delle imprese assicurative, nel 2021 l’assicurazione danni ha registrato un aumento di quasi il 6 per cento della raccolta di tutti i rami, al netto della Rc Auto. Nel turismo la copertura dai rischi è diventata parte integrante dei viaggi. La vacanza senza pensieri è ormai una rarità. Tra pandemia e cancellazioni dei voli – quest’estate lo dimostra – chi parte deve mettere in conto anche di non riuscire a viaggiare nei tempi stabiliti con conseguenti ricadute economiche. Axa Partners Italia quest’anno ha venduto circa il doppio delle polizze rispetto al 2021. Guido Dell’Omo, dirigente dell’azienda, si aspetta che i risultati saranno superiori al 2019. «Le persone hanno ripreso a muoversi» afferma «ma l’aumento dei contagi ha fatto riemergere il bisogno di cautelarsi contro gli imprevisti. Inoltre in tanti Paesi esteri l’assicurazione è obbligatoria per chi viaggia».

Europ Assistance fa sapere che le vendite dell’«area travel» già a maggio avevano superato quelle del 2019. Da un sondaggio della compagnia è emerso che i più prudenti non sono solo i «boomers» e le persone più mature. Anche i giovani (la fascia di età 25-35 è al secondo posto come numero di clienti) hanno cominciato ad acquistare le polizze viaggio per tutelare, oltre alla salute, l’investimento economico. Per il 48 per cento del campione, oggi l’assicurazione legata alle vacanze è diventata quasi indispensabile e comunque è più importante rispetto al passato. Le coperture proposte dalle compagnie sono le più varie; vanno dall’annullamento del viaggio alle spese mediche per malattia o infortunio, all’assistenza stradale. C’è anche la tutela del proprio animale domestico e dei familiari rimasti a casa.

Alcune assicurazioni rimborsano persino la prenotazione dell’ombrellone, in caso di disdetta anticipata o per cause che rendano impossibile l’arrivo nello stabilimento. Vanno per la maggiore, le polizze «on demand», che rispondono a un bisogno temporaneo dell’utente. Coprono addirittura le gite fuori porta o un week-end, cui si deve rinunciare per un acquazzone. La compagnia rimborsa fino al 50 per cento dei costi sostenuti per hotel o prenotazioni di attività all’aperto. Ci sono polizze per le attività sportive in vacanza, non solo per quelle estreme come parapendio e canyoning, ma anche per i più tranquilli racchettoni. Un altro settore in evoluzione è quello del cosiddetto «cyber risk». La pandemia e la digitalizzazione di ogni atto della pubblica amministrazione hanno moltiplicato le ore passate davanti al computer così come i casi di pirateria informatica. Si stima che nel 2024 le perdite per l’Italia possano toccare i 20-25 miliardi. Un problema sentito inizialmente solo da grandi realtà imprenditoriali che ora coinvolge anche piccole imprese e professionisti. Assiteca, società attiva nella gestione dei rischi d’impresa e nel brokeraggio assicurativo, dice che nell’ultimo anno le richieste di copertura sono cresciute di oltre il 50 per cento.

La pandemia ha poi aumentato la percezione del rischio per quanto riguarda la salute. Negli ultimi due anni il Servizio sanitario nazionale è entrato in crisi per la gestione ordinaria. Le liste di attesa si sono allungate e l’assistenza per i casi meno gravi è venuta meno. Si è fatta quindi strada una maggiore attenzione da parte dei cittadini per la capacità delle polizze di adeguarsi ai nuovi modelli di tele-consulto e tele-monitoraggio, più in linea con i loro bisogni. Nel 2021, fa sapere l’Ania, c’è stato un aumento di circa il 5,5 per cento della raccolta delle polizze sanitarie.

L’offerta dei prodotti assicurativi si sta allargando. C’è chi propone piattaforme su cui fruire, con un semplice click, di tele e video-consulti con medici generici e specialisti, prestazioni domiciliari, consegna di farmaci e di qualsiasi prodotto in vendita presso le farmacie, infermieri e network sanitari e del benessere con oltre 3.500 strutture convenzionate a prezzi agevolati. Una compagnia ha lanciato un nuovo modello di polizze con cui il cliente costruisce il proprio «percorso salute», che si evolve durante tutta la vita. Bastano alcune cifre per rendersi conto della posta in gioco. La spesa sanitaria totale ammonta a 140 miliardi di euro, 38 miliardi dei quali di spesa privata: 4 miliardi sono intermediati da polizze individuali, fondi sanitari e mutue, mentre i restanti 34 miliardi sono i soldi messi dagli italiani di tasca propria.

Altro fronte in cui il rischio sta aumentando è quello legato ai riscaldamento climatico. Siccità e alluvioni oggi sono sempre più comuni ed è diventato urgente il tema della valutazione potenziale delle conseguenze per le attività agricole e degli alti costi a carico dello Stato. Nonostante i danni siano sempre più frequenti, solo il 10 per cento delle aziende è assicurata – circa 70 mila a fronte di 700 mila imprese agricole, dice l’Ania – per un valore di produzione assicurato di 8-9 miliardi. Il che indica che a proteggersi sono soprattutto le grandi realtà, mentre le medio-piccole fanno fatica. Per incentivare le imprese è intervenuto anche lo Stato con contributi pubblici che assorbono fino al 70 per cento del costo della polizza. Ma il mercato al momento non ha reagito.

Nel frattempo la legge di Bilancio 2022 ha istituito un fondo mutualistico nazionale a copertura degli eventi avversi ai danni dell’agricoltura a partire dal 2023, con stanziamenti per oltre 645 milioni di euro fino al 2027. Le compagnie, da parte loro, hanno avviato un percorso di collaborazione con le associazioni di categoria per trovare un sistema di integrazione tra pubblico e privato per la gestione del rischio. E si punta a proporre anche prodotti avveniristici. Un gruppo assicurativo ha lanciato un nuovo strumento che mappa il rischio di alluvione, attuale e futuro, e consente di valutare le inondazioni costiere. L’estrema diversificazione delle polizze è la cartina di tornasole che la domanda di protezione sta aumentando. E in parallelo cresce la consapevolezza che il paracadute pubblico non basta più, o almeno non può essere l’unico punto di riferimento in uno scenario sempre più complesso.

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