Mentre il settore vive la sua più profonda trasformazione, il governo prevede quasi un miliardo di euro d’incentivi per rinnovare il parco macchine italiano. Ecco le modalità e i possibili vantaggi. Con l’incognita sul gradimento dei veicoli a batteria da parte degli acquirenti.
Questa volta il meccanismo dovrebbe funzionare nonostante l’ormai proverbiale ritrosia degli automobilisti. La platea è più ampia, gli incentivi più robusti e mirati alle fasce deboli, esattamente quelle che detengono il parco auto più vetusto. L’ennesima sfida del bonus per spingere a rinnovare le vetture circolanti e a indirizzare i consumatori verso prodotti sostenibili, poco inquinanti e soprattutto a dare una spinta alle elettriche, è stata lanciata. La domanda che circola tra gli addetti ai lavori, case costruttrici e concessionari è sempre la stessa: questa volta i soldi messi a disposizione dallo Stato saranno tutti assorbiti, movimentando il settore o vincerà ancora una volta la diffidenza verso i veicoli a batteria? La risposta non è semplice, perché legata a diversi fattori. Innanzitutto il costo del nuovo, che anche se coperto in parte dall’aiuto pubblico resta pesante per l’italiano medio con una busta paga sempre più magra a causa dell’inflazione. Poi la convinzione, avvalorata dalle prestazioni dei modelli base e dalle ancora scarse infrastrutture (le colonnine di ricarica) che le EV, le elettriche, siano essenzialmente vetture da città, la seconda auto da affiancare a quella principale.
L’extra-bonus per i redditi bassi però potrebbe risultare convincente.
Prima di tentare una previsione, di andare a scovare le opportunità del mercato, vediamo come sono articolati i nuovi incentivi. Innanzitutto la tempistica. I fondi stanziati sono pari a 930 milioni. I contributi saranno disponibili dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo. Il piano, sarà illustrato il prossimo 1° febbraio nel tavolo Automotive presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Una volta pronto il testo (al momento esiste una bozza), va aggiornata la piattaforma informatica per prenotare i contributi. Il meccanismo del bonus prevede tre fasce e premia in modo più generoso l’acquisto di vetture meno inquinanti, favorisce chi ha un Isee (l’indicatore della situazione economica), fino a 30 mila euro e chi rottama la vecchia auto. Per l’elettrico i contributi sono pari a seimila euro senza rottamazione (7.500 con Isee sotto i 30 mila euro); novemila euro rottamando un Euro 4 (11.250 con Isee ridotto); 10 mila euro rottamando un Euro 3 (12.500 con Isee ridotto), 11 mila euro consegnando un Euro 2 (13.750 con Isee ridotto).
Per l’acquisto di ibride plug-in, quattromila euro senza rottamazione (cinquemila con Isee ridotto), 5.500 rottamando un Euro 4, seimila un Euro 3, ottomila un Euro 2 (che diventano rispettivamente 6.875, 7.500 e 10 mila con Isee ridotto). Per le auto non elettriche ma con emissioni tra 61-135 grammi di CO2 per chilometro percorso, gli sconti sono invece di 1.500, duemila e tremila euro a secondo dell’auto rottamata e senza differenziazione di reddito. Quindi l’aiuto può arrivare nel caso di acquisto di un’elettrica fino a 13.750 euro. Il tetto di prezzo del nuovo per le tre fasce, sempre secondo la bozza del decreto, è rispettivamente (Iva esclusa) di 35 mila per prima e terza fascia e 45 mila per seconda fascia. Un’altra novità che dovrebbe favorire l’utilizzo dei fondi, è che ne possono usufruire anche le aziende e il noleggio a lungo termine. «È un buon risultato aver esteso il bonus pieno alle aziende, così si amplia la platea. Sarebbe utile un report sui fruitori degli incentivi, cioè se sono più le persone fisiche o le aziende. Aiuterebbe il mercato a capire quale è la platea dei consumatori. Troppo basso il tetto a 35 mila euro per il prezzo delle elettriche. Così si dimezza la scelta» afferma Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae. Il manager è ottimista sulla riuscita degli incentivi. «Con un Isee basso e la rottamazione, si arriva fino a quasi 15 mila euro di sconto. Dovrebbe essere la volta buona per svecchiare il parco auto circolante». Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi promotor, lamenta l’effetto annuncio che «ha bloccato il mercato. Chi voleva acquistare un’auto si è fermato in attesa degli aiuti pubblici. Un danno per le case automobilistiche». Positivo il parere sul meccanismo dei contributi, «congegnati meglio di quelli precedenti e tali da premiare chi rottama auto molto vecchie». Nuovo però non significa necessariamente elettrico. Il problema, avverte Quagliano, «è la mancanza di una domanda spontanea di questo tipo di veicoli. Sono ancora considerati come un secondo mezzo da usare solo in città. Mancano le condizioni perché costituiscano un prodotto di massa».
Previsioni? «Mi aspetto che vadano subito esauriti i fondi per la terza fascia di veicoli endotermici, a benzina, diesel, ibride a basse emissioni». Nei precedenti incentivi, i 150 milioni stanziati sulle auto di questa fascia sono finiti dopo appena cinque settimane dal via. Non è azzardato prevedere che succederà di nuovo così. E ora uno sguardo ai modelli che potrebbero essere più appetibili con i contributi. Cominciamo dalle elettriche. Tra le più convenienti si colloca la Dacia Spring Essential 45, che in listino a 21.450 euro scende a 15.450 euro senza rottamazione. Se ci si vuole disfare di un’auto vecchia, fino a Euro 2, Euro 3 ed Euro 4 il costo cala a 10.450 euro, 11.450 euro e 12.950 euro. Con l’Isee sotto la soglia indicata e la rottamazione di una Euro 2, lo sconto è super: l’auto arriva a costare 7.700 euro. La popolare biposto, Smart EQ Fortwo, nell’allestimento Pure 82 Cv e prezzo di listino 25.210 euro, con il bonus scende a 19.210 mentre con lo smaltimento della vecchia auto arriva fino a 14.210 euro. Se oltre alla rottamazione di un Euro 2 si ha anche l’Isee basso, il costo è di 11.460 euro. Il prezzo base di una Fiat 500 scende a 22.950 e con la rottamazione fino a Euro 2 a 17.950 euro. Per un Isee basso, il costo cala a 21.450 euro e con la rottamazione di un modello fino a Euro 2, a 15.200 euro. La Peugeot e-208 da un prezzo di listino di 35.080 euro, scende con l’incentivo «puro» a 29.080 euro e con il mix Isee e rottamazione di Euro 2 a 21.330 euro. La nuova Citroën e-C3, presentata ad ottobre 2023, arriverà nel mercato nel corso di quest’anno. Sarà proposta a 23.900 euro ma con gli incentivi può scendere da un minimo di 17.900 euro (senza rottamazione) fino ad un massimo di 10.150 euro (con rottamazione di un Euro 2 e Isee sotto i 30 mila euro). Una Renault Twingo Electric Equilibre si può acquistare a 10.300 euro da 24.050 euro, abbinando sempre l’Isee basso e la rottamazione. Con l’incentivo «puro» viene a costare 18.050 euro.
In questa fascia rientra anche la Tesla Model 3, di recente svelata nel nuovo modello, che a listino sta a 42.490 euro nella versione a trazione posteriore. Con le due condizioni, rottamazione Euro 2 e Isee, si può acquistare a 28.740 euro. Tra le ibride economiche c’è la Lancia Ypsilon 1.0 FireFly S&S Hybrid Oro, mild hybrid da 69 cavalli da 17.650 euro, scende a 14.650 euro rottamando un Euro 2. Nella terza fascia, tra le più vendute c’è la Panda ma non sono previsti incentivi senza la rottamazione. Il massimo dello sconto è di tremila euro se ci si libera di un’Euro 2. La 1.0 FireFly S&S Hibrid 70 scende da 15.500 euro a 12.500. A benzina e gasolio c’è la Volkswagen T-Roc. La 1.0 TSI 110 cavalli ha un prezzo base di 29.900 euro mentre la 2.0 TDI SCR 116 a gasolio di 34.150 euro. Con il contributo di tremila euro e la rottamazione di un’Euro 2, i prezzi scendono rispettivamente a 26.900 e 31.150 euro. La sfida, per tutte le tasche, è lanciata.
