Home » Attualità » Economia » Bonus in busta paga: le tre soglie che possono cambiare (in peggio) lo stipendio

Bonus in busta paga: le tre soglie che possono cambiare (in peggio) lo stipendio

Bonus in busta paga: le tre soglie che possono cambiare (in peggio) lo stipendio

Fringe benefit e bonus affitto per i neoassunti: ecco i limiti di esenzione. Superarli fa scattare la tassazione ordinaria e può trasformare il premio in reddito tassato

Bonus in busta paga, eccoli arrivare con la fine dell’anno. Ma attenzione, ci sono tre numeri da tenere a mente: mille, duemila e cinquemila euro. Superarli può fare la differenza tra un bonus netto e uno tassato come reddito ordinario.

Bonus in busta paga e fringe benefit: soglie di mille e duemila euro

La normativa prevede che i bonus inseriti in busta paga nel corso dell’anno, in particolare i cosiddetti fringe benefit possano essere esclusi da tassazione ordinaria entro determinati limiti. Per il triennio 2025-2027, la soglia di esenzione è stata innalzata rispetto al regime ordinario e fissata a mille euro per la maggior parte dei dipendenti. Il tetto sale a 2mila euro per chi ha figli o figlie fiscalmente a carico. Il limite di 2mila euro spetta per intero a ciascun genitore lavoratore, anche se il figlio è uno solo, purché fiscalmente a carico di entrambi.
Rientrano nelle regole non solo i classici benefit aziendali, ma anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche, dell’affitto dell’abitazione principale o degli interessi sul mutuo. Si fa la somma e se il valore complessivo dei fringe benefit supera la soglia prevista, l’intero importo, e non solo la parte eccedente, viene assoggettato a tassazione ordinaria. Niente esenzioni.
Attenzione, ai fini fiscali vanno prese in considerazione tutte le somme percepite entro il 12 gennaio dell’anno successivo. Quindi i bonus riconosciuti a cavallo tra dicembre e inizio gennaio possono comunque incidere sul conteggio del 2025.


Bonus affitto fino a 5mila euro: come funziona e quando conviene

C’è poi una soglia che riguarda il bonus affitto per i neoassunti. In questo caso il limite da considerare è decisamente più alto, cioè di 5mila euro. Il bonus è riservato ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato nel 2025, che nel 2024 non hanno superato i 35.000 euro di reddito e che hanno trasferito la residenza nel Comune della sede di lavoro, che deve essere distante oltre 100 chilometri da dove risiedevano prima. In questo caso, a differenza dei fringe benefit tradizionali, i 5mila euro sono una vera e propria franchigia. Se l’importo complessivo dei rimborsi per l’affitto e spese di manutenzione supera questo limite, solo la parte eccedente viene tassata come reddito di lavoro dipendente. In più i limiti del bonus affitto sono cumulabili con quelli dei fringe benefit. In pratica un lavoratore può arrivare a beneficiare di un’esenzione fino a 5mila euro per l’affitto e, in aggiunta, fino a mille o 2mila euro per gli altri bonus in busta paga.

© Riproduzione Riservata