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Bitcoin da record: spingono dazi, ETF e effetto Trump

Bitcoin da record: spingono dazi, ETF e effetto Trump

La corsa delle criptovalute accelera grazie anche all’attesa Crypto Week a Washington. Gli analisti vedono un target tra 140 e 160mila dollari entro fine anno, mentre dazi e instabilità spingono gli investitori verso le valute digitali

Il Bitcoin vola e sarà rally inarrestabile fino a anno, secondo gli analisti. Il caos dazi e l’instabilità generalizzata spingono le criptovalute, così come l’effetto Trump che appena insediato non ha nascosto di voler trasformare gli Stati Uniti nella “crypto capitale del mondo”. E così la regina delle monete digitali ha superato la soglia dei 122mila dollari di valore in apertura di settimana, portata in volata anche da una cosa chiamata “Crypto Week” a Washington che potrebbero cambiare il quadro normativo degli asset digitali.

Bitcoin oltre i 122mila dollari grazie a dazi, ETF e l’effetto Trump

Il Bitcoin ha superato in apertura di settimana la soglia dei 122mila dollari, segnando un nuovo massimo storico e il mercato inizia a scommettere che questa corsa sia solo all’inizio. I dazi e le tensioni commerciali tra Stati Uniti, Europa e Messico, con le tariffe Usa al 30% annunciate da Washington, hanno innescato una fuga verso asset considerati alternativi, tra cui Bitcoin. In un mercato tradizionale indebolito dalle incertezze politiche e da una retorica protezionistica inasprita, le criptovalute diventano per molti investitori un rifugio, sfruttando la loro natura decentralizzata e la capacità di restare isolate dagli scossoni macroeconomici.

Ma il rally del Bitcoin è sostenuto anche da fattori interni al mercato: i forti afflussi sugli ETF spot americani (23.831 BTC acquistati in cinque giorni, quasi dieci volte i nuovi bitcoin minati) hanno squilibrato il rapporto domanda-offerta, spingendo i prezzi verso nuovi record. A questo si aggiunge il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, che ha promesso di trasformare gli Stati Uniti nella “crypto capitale del mondo”. Dalle elezioni americane di novembre il Bitcoin ha guadagnato oltre il 77% grazie a un contesto favorevole e a un rinnovato appetito istituzionale verso le criptovalute come riserva di valore e asset strategico, in un momento in cui le banche centrali mantengono politiche monetarie espansive e la domanda di strumenti alternativi cresce.

Crypto Week a Washington: il mercato scommette su nuove regole

A spingere il Bitcoin sopra i 122mila dollari c’è anche l’attesa per la Crypto Week a Washington, che potrebbe segnare un punto di svolta per la regolamentazione degli asset digitali negli Stati Uniti. Il Congresso sta discutendo tre disegni di legge fondamentali: il Clarity Act, che punta a creare un quadro normativo chiaro per le criptovalute; il Genius Act, già approvato dal Senato e in attesa del via libera alla Camera, che aprirebbe alla regolamentazione delle stablecoin ancorate al dollaro con Amazon e Walmart pronte a scendere in campo; e il CBDC Act, pensato per bloccare la creazione di una valuta digitale della banca centrale americana per tutelare la privacy finanziaria dei cittadini.

L’ottimismo generato da questi sviluppi normativi ha trascinato l’intero comparto crypto e le azioni correlate. Secondo alcuni analisti il prezzo di Bitcoin potrebbe raggiungere tra i 140 e 160 mila dollari entro fine anno, alimentato da flussi istituzionali e da una regolamentazione che mira a stabilizzare e a rendere più trasparente il mercato. Ma le incognite, come le future mosse della Federal Reserve, restano un fattore di potenziale volatilità.

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