Un aereo da combattimento collaborativo (Cca), ovvero senza pilota a bordo, progettato dalla divisione Skunk Works di Lockheed Martin ha cominciato la fase delle prove di volo nelle ultime settimane. Si chiama Common Multi-Mission Truck-X (Cmmt-X) e dopo aver completato i voli in modalità vincolata, presto eseguirà il primo collaudo insieme con un velivolo tradizionale, come ha dichiarato il direttore generale della Skunk Works, l’ingegner O.J. Sanchez, in un’intervista alla stampa specializzata avvenuta a margine del Salone aerospaziale di Parigi.
La sigla Cmmt-X, che gli addetti ai lavori pronunciano “Comet-X“, rappresenta così il primo drone di una nuova famiglia di velivoli multi-missione, ma trae le sue origini dal concept Speedracer presentato nel 2021.
La corsa USA ai nuovi prototipi autonomi
Nell’aprile scorso il maggiore generale Joseph Kunkel, direttore della progettazione e integrazione delle forze armate presso l’ufficio Air Force Futures, aveva dichiarato di essere favorevole a procedere speditamente e dopo il primo incremento dei Cca, l’Aeronautica Militare statunitense ha assegnato contratti per realizzare prototipi alla società Anduril per il Yfq-42 e alla General Atomics per lo Yfq-44.
Entrambi rappresentano velivoli a reazione all’incirca della stessa classe dei droni General Atomics Mq-9 Reaper, ma il problema dei costi troppo elevati porterà probabilmente a prevedere di realizzare velivoli Cca a un prezzo inferiore. Intanto il Ccmt-X aviolanciato sembra adattarsi a questo profilo, aggiungendo un’opzione Lockheed Martin Skunk Works al mix di candidati per l’assegnazione delle forniture di Cca alle forze armate statunitensi nei prossimi dieci anni.
Nonostante nell’ultimo decennio siano state esplorate le potenzialità di questi sistemi, ovvero di un singolo aeroplano con pilota a bordo a capo di uno stormo di velivoli autonomi collaboranti tra loro e con esso, ed anche portatori di missili che dialogano tra loro scambiandosi le priorità dei bersagli, resta ancora tantissimo lavoro da svolgere.
Il programma europeo Neuron e i ritardi UE
In Europa dal 2010 è stato realizzato il Neuron (Francia, Italia, Svezia, Spagna, Svizzera e Grecia), frutto di un programma europeo cominciato dalla francese Dassault che però non prevedeva la costruzione in serie dell’Ucav ma la realizzazione di un numero limitato di unità sperimentali in vista dell’inizio dei programmi industriali per i velivoli sostituti dei Rafale francesi e degli Eurofighter.
Era il 2003 e il primo volo del Neuron avvenne nel 2012 presso la base francese di Istres e nel dicembre 2022 Neuron ha festeggiato 170 voli. La forma ricorda quella dello Rq-170 Sentinel di Lockheed Martin, è quindi avanzata, mentre i motori sono tradizionali, trattandosi degli inglesi Rrtm Adour Mk951 imbarcati sui velivoli Bae Hawk.
L’armamento di Neuron prevede due bombe a guida laser contenute in una stiva interna, mentre il nuovo Cca statunitense potrebbe averle installate all’esterno. L’Italia ha partecipato al programma con 90 milioni di euro (circa il 23% della spesa totale) rappresentando il secondo finanziatore del progetto dopo la Francia.
Dopo tale programma l’Europa ha rallentato molto nella ricerca, dedicando risorse a droni pattugliatori differenti per classe e scopo come l’ormai nascente Euro-drone. Ma come sempre, i programmi comunitari si rivelano complessi da gestire e troppo lenti da concludere in tempo per arrivare a un progetto che possa essere prodotto in serie e fornito alle singole forze aeree nazionali.