Prende forma il nuovo programma di Cyber Capacity Building tra Italia e Ghana, un’iniziativa strategica volta a rafforzare resilienza digitale, competenze tecniche e capacità di cyber diplomacy del Paese africano. Il progetto, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e coordinato da Cyber 4.0 come soggetto attuatore, è stato annunciato a Roma nel corso della Seconda Conferenza Nazionale dell’Ecosistema Italiano di Cyber Capacity Building.
L’iniziativa consolida il ruolo dell’Italia come attore di primo piano nella cooperazione internazionale in materia di cybersicurezza e rafforza il posizionamento di Cyber 4.0 come player tecnico-operativo di riferimento nelle aree strategiche extraeuropee.
La conferenza di Roma e le priorità strategiche italiane
La Conferenza, ospitata il 5 dicembre presso l’Università Luiss Guido Carli, è stata organizzata dal MAECI e dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, con il supporto di Cyber 4.0 e del Center for International and Strategic Studies della Luiss. L’evento ha riunito istituzioni italiane e internazionali, delegazioni straniere, accademici ed esperti del settore pubblico e privato, offrendo un confronto approfondito sulle nuove sfide della sicurezza digitale globale.
Le tre sessioni principali hanno messo a fuoco le geografie considerate prioritarie per l’azione italiana: la resilienza digitale dell’Ucraina, il rafforzamento delle capacità cyber nei Balcani Occidentali e le opportunità di cooperazione nel continente africano. Un perimetro che riflette le scelte strategiche dell’Italia in un contesto internazionale segnato da instabilità geopolitica e crescente competizione tecnologica.
Il Ghana come partner strategico in Africa
Il programma Italia-Ghana mira a supportare l’attuazione della strategia nazionale di cybersicurezza del Paese africano, rafforzando le competenze dei professionisti locali e favorendo la condivisione di buone pratiche. Sono previste attività di formazione avanzata, fellowship, seminari specialistici e iniziative di coinvolgimento nei principali forum internazionali di settore.
La partecipazione del Direttore Generale della Cybersecurity Authority del Ghana alla Conferenza ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa e la volontà condivisa di costruire una collaborazione duratura, sotto la guida operativa di Cyber 4.0.
Ucraina, Balcani e Africa: il perimetro della cooperazione cybe
Nel corso dei lavori è stato ribadito come l’Ucraina, i Balcani Occidentali e l’Africa rappresentino oggi le tre aree più rilevanti per lo sviluppo della cooperazione internazionale in ambito cyber. In Ucraina, il Tallinn Mechanism continua a sostenere la ricostruzione delle infrastrutture digitali colpite dalla guerra. Nei Balcani Occidentali, la definizione delle strategie nazionali di cybersicurezza evidenzia l’importanza della cooperazione pubblico-privata, modello nel quale l’esperienza italiana può fungere da riferimento.
In Africa, il programma con il Ghana conferma l’interesse strategico dell’Italia per il rafforzamento della sicurezza digitale del continente, considerato sempre più centrale negli equilibri geopolitici e tecnologici globali.
Il ruolo di Cyber 4.0 nella proiezione internazionale dell’Italia
Commentando l’iniziativa, il Direttore di Cyber 4.0, Matteo Lucchetti, ha sottolineato come il programma rappresenti un passo concreto per rafforzare il ruolo dell’Italia nella cooperazione cyber internazionale. La Conferenza, ha evidenziato, ha dimostrato la capacità di istituzioni, settore privato e centri di competenza di lavorare insieme per costruire ecosistemi digitali sicuri e innovativi.
Fin dalla sua costituzione, Cyber 4.0 supporta la proiezione internazionale dell’Italia in campo cyber, mettendo a disposizione competenze specialistiche, capacità progettuale e una rete consolidata di relazioni con istituzioni e organizzazioni globali. Con il programma in Ghana e la partecipazione ad altre iniziative in America Centrale, America Latina, Ucraina, Balcani Occidentali e Africa, il Centro rafforza il proprio impegno per tradurre le scelte di politica internazionale in risultati concreti per la cybersicurezza globale.


