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Non solo la figlia della Meloni: il prof di tedesco minacciò anche i figli di Tajani e Salvini

Non solo la figlia della Meloni: il prof di tedesco minacciò anche i figli di Tajani e Salvini

L’assurda difesa di Stefano Addeo: «Colpa dell’Ia». Valditara annuncia provvedimenti. Giorgia Meloni: «Spirale d’odio».

La violenza verbale che schizza fuori dal profilo social del prof Stefano Addeo, insegnante di tedesco in un istituto superiore della provincia di Napoli, non ha colpito solo la figlia di Giorgia Meloni, alla quale ha augurato la stessa fine di Martina Carbonaro, la quattordicenne di Afragola lapidata dall’ex fidanzato. In un post precedente (poi rimosso), includendo sempre la figlia della Meloni, aveva esteso l’augurio anche ai figli di Antonio Tajani e di Matteo Salvini. Questa volta, però, ai tre discendenti ha auspicato «la stessa sorte dei palestinesi a Gaza». L’immagine che accompagnava le parole mostrava proprio i tre esponenti del governo mentre stringevano la mano al premier israeliano Benjamin Netanyahu. E infine ha coinvolto anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Voi rubate i soldi e il cibo dei nostri figli. Quindi confermo l’augurio anche ai tuoi», corredando il tutto con i nomi delle due ragazze. Con la misura ormai colma, Addeo, intervistato dal quotidiano napoletano Il Roma, si è giustificato: «È stato un gesto stupido, scritto d’impulso». Poi si è scusato: «Chiedo scusa per il contenuto del post. Non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina». E, ai microfoni del Tgr Campania, ha aggiunto: «Sono stato superficiale e ho chiesto supporto perfino all’intelligenza artificiale per comporre il post». Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha già annunciato provvedimenti severi, che saranno formalizzati martedì 3 giugno. «La figura del docente è di straordinaria importanza nella formazione dei giovani», ha spiegato il ministro, «non solo per impartire saperi, ma anche per educare al rispetto degli altri. Non possiamo più tollerare comportamenti che tradiscono il decoro e la dignità che devono caratterizzare una professione così delicata. Il ministero sanzionerà quanti non sono degni di far parte della nostra scuola». E la Procura di Roma attende una prima informativa dalla polizia postale. I pm coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi valuteranno la competenza territoriale del fascicolo. Mentre la Meloni, che ha ricevuto una telefonata di solidarietà dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha scelto X per il suo commento: «Queste minacce dimostrano che non siamo davanti a episodi isolati, ma a una spirale d’odio alimentata da un fanatismo ideologico che ha superato ogni limite. La mia piena solidarietà a Salvini e a Piantedosi. Nessuna divergenza politica, nessuna battaglia ideologica può mai giustificare l’attacco ai figli, ai bambini, alla parte più intima e sacra della vita di una persona». Salvini, che ieri ha anche pubblicato i contenuti di un profilo anonimo su X zeppo di insulti volgari diretti a sua figlia, punta il dito contro «certa stampa e certa politica»: «Un conto è il confronto politico, anche acceso. Tutt’altro sono le minacce e gli insulti ai familiari e ai bambini. Questo non si può tollerare in alcun modo. Criticate pure me, ma lasciate stare i miei figli». Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso solidarietà: «L’ennesimo attacco infame che travalica ogni limite». Eccetto Laura BoldriniPina Picierno e pochi altri, i dem sono rimasti in silenzio. Come i pentastellati. Fatta eccezione per l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi: «Gli attacchi sul Web contro i loro figli sono da vigliacchi». E ora è finito proprio Addeo nel mirino. Ieri ha denunciato di essere stato a sua volta minacciato: «Mi hanno tirato pomodori contro le vetrine di casa. Ho sporto denuncia alla polizia postale. Non ho cancellato il post per paura, ma perché mi sono reso conto da solo che era sbagliato». Ma mentre da una parte invoca comprensione, dall’altra non arretra sulle sue convinzioni. E rivolgendosi a Valditara ha affermato: «Non accetto che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo». Ma il punto non è cosa pensa il prof Addeo del governo o del conflitto in Medio Oriente. Il punto è come ha scelto di esprimere quel pensiero.

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