A febbraio, con l’inizio dei Giochi olimpici, «l’Italia sarà al centro del mondo» ha annunciato il ministro dello Sport, Andrea Abodi. Che ha aggiunto che «il governo, in tutte le sue espressioni, ha una visione che va oltre il suo mandato per proposte e capacità di visione. Non è un caso che consideriamo i grandi avvenimenti punti da collegare l’un con l’altro». Ad affrontare il tema dell’eredità delle Olimpiadi è stato poi il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Le «legacy» sono sia immateriali che materiali. Le prime sono i valori, le seconde «sono tutte opere richieste dai territori» che «saranno fondamentali per migliorare la vita dei cittadini». Opere che «erano necessarie»: quindi è stata «colta l’occasione delle Olimpiadi per anticiparne la realizzazione». Riguardo alla Lombardia «i nuovi impianti sono tutti sostanzialmente privati, come il Villaggio olimpico che diventerà uno studentato e l’Arena Santa Giulia». Fontana ha poi fatto presente che nella Regione lombarda «si sta mettendo a terra un investimento complessivo di circa 5,1 miliardi di euro, di cui 440 milioni stanziati dalla Regione principalmente attraverso il Piano Lombardia». Questo «consentirà di intervenire per il 40,8% del totale sul potenziamento delle infrastrutture stradali, per il 47% su miglioramento del trasporto ferroviario e della mobilità sostenibile e per il restante 12,2% sull’adeguamento e rinnovamento delle infrastrutture sportive».
Riguardo all’evento sulla sanità, a cui il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dato forfait all’ultimo, mandando solo un videomessaggio, sono emersi alcuni dati poco incoraggianti. Il vice presidente della Corte costituzionale, Luca Antonini, ha osservato che «oggi la nostra sanità sta vacillando: la Corte dei conti ha detto che l’anno scorso due milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure sanitarie. Stiamo attraversando un periodo di povertà sanitaria. Penso che non ci sia nulla di più umiliante che non curare qualcuno che sta male. Quello che preoccupa di più è il trend: sono 600.000 persone in più rispetto all’anno scorso». La causa sono i tagli intrapresi tra il 2012 e il 2019, quando «40 miliardi di tagli nella spesa sanitaria» sono stati usati per finanziare «bonus edilizi e ristrutturazioni». Il coordinatore della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, Antonello Aurigemma, ha poi evidenziato che «dal 2012 non sono riviste le tariffe delle prestazioni». Dunque: «Abbiamo le regioni virtuose che riescono ad aggiornare le tariffe, le regioni meno virtuose, dal Lazio in giù, costringono i cittadini a fare viaggi sanitari». Il paradosso è che «la prestazione è pagata dalla regione di residenza ma viene fornita da una regione del Nord».
A intervenire invece a una tavola rotonda sulla transizione energetica è stato l’europarlamentare e responsabile energia di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini. «L’energia dovrebbe essere trattata come una zona franca, al riparo dal ping pong politico delle democrazie. Certe scelte e investimenti richiedono tempo per maturare: se a ogni cambio di governo cambia la politica energetica, il sistema non regge» ha dichiarato. Il vero «game changer» è «la fusione nucleare» ha annunciato, spiegando che «la nostra generazione sarà capace di governare l’energia che ha creato l’universo. I più ottimisti parlano di meno di 10 anni, i più cauti di 20. Non è più il se, è il quando».
Tra gli ospiti presenti oggi al Meeting: il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara e Enrico Letta.
