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Conte approva le semplificazioni e poi delega i ministeri a farle. Nei prossimi mesi

Conte approva le semplificazioni e poi delega i ministeri a farle. Nei prossimi mesi

«Sarà punibile chi violi specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità». Per spiegare il fallimento del Decreto Semplificazioni basta leggere le due righe precedenti. Sono quelle che riguardano il nuovo reato di abuso d’ufficio.


Voi ci avete capito qualcosa? Vi sembra davvero una materia semplificata? O siamo ancora all’assurdo, alla libera interpretazione di un giudice o di un funzionario?

Ma non finisce qui. Perché alla fine il governo, dopo settimane di discussioni e divisioni, dopo rinvii ed al termine di un consiglio dei ministri partito in ritardo e terminato alle 4 del mattino, ha licenziato un provvedimento “salvo intese” e che dovrà anche essere vagliato da ogni singolo ministero coinvolto. Un decreto sul quale alcuni partiti (leggi Italia Viva) ha fatto mettere persino a verbale i propri dubbi in merito ad alcune norme.

Di fatto quindi ci troviamo davanti ad un decreto che non c’è.

E che lascia ampi dubbi sulla questione principale: quella delle grandi opere. Non si sa infatti se partiranno, come e quali. Si sa sono che saranno una 50ina, da commissariare. Ma non si sa come. Si dovrebbe partire dalle deroghe concesse per la ricostruzione del Ponte Morandi, una sorta di “Modello Genova” che però per le sue norme troppo particolari non convince Pd e Leu. Anche perché al momento la decisione su quali siano le opere da realizzare sembra spetti al premier stesso e solo a lui.

Per il resto c’è un po’ di tutto: appalti, commissari, Green economy (quella non manca mai, deve andare parecchio di moda soltanto nominarla e scriverla), digitalizzazione e un paio di cose strane. Ad esempio: ci piacerebbe che qualcuno spiegasse cosa c’entra nel decreto semplificazioni, all’articolo 14 tre, la “semplificazione in materia di organizzazione del sistema universitario”. Come? Perché?

La sensazione è che, come diceva Cossiga tanti anni fa, alcune leggi vengono infilate, anzi agganciate come dei vagoni ad un treno che passa, nella speranza che arrivi a destinazione.

Ovviamente il premier ha la sua personale visione del Decreto che ha definito “la madre di tutte le riforme”, ma ai suoi annunci abbiamo fatto il callo. Tra il dire ed il fare infatti c’è di mezzo il mare, dove per mare si intendono le sacre ferie estive del parlamento. E così il Decreto tra analisi e modifiche non sarà approvato prima della fine di settembre.

Ma Conte ovviamente da oggi proverà a convincere l’Europa (alla vigilia dell’incontro decisivo sul ricoveri Fund) della bontà di questo ultimo decreto e della sua efficacia immediata.

Ma la realtà è purtroppo ben diversa. La maggioranza litiga, i decreti sono solo annunci, il paese è in ginocchio o al massimo bloccato per ore in coda lungo le autostrade per raggiungere la Liguria, il vero simbolo della semplificazione di questa estate. Ovviamente versando poi all’arrivo il pedaggio ad Autostrade per l’Italia.

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