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Chi sono gli scassatutto – Panorama in edicola

Chi sono gli scassatutto – Panorama in edicola

Nel nuovo numero di Panorama, l’Italia tra svolte e fratture: la Cgil di Landini cambia pelle e abbandona il lavoro per Gaza, clima e politica, mentre l’estrema sinistra si ricompatta nelle piazze con toni sempre più radicali. Sul fronte politico, i giochi per il Quirinale del 2029 agitano Pd e alleati, mentre a Milano la demolizione di San Siro divide la città. In salute, una rivoluzione di civiltà: l’Italia è il primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come malattia cronica.

L’editoriale del direttore:
Si scrive Landini, ma si legge Mélenchon

La Cgil di Maurizio Landini ha abbandonato i temi tradizionali del lavoro per abbracciare battaglie politiche e ideologiche, come Gaza o il clima. Dietro la svolta c’è la strategia personale del segretario, deciso a contrastare i sindacati autonomi e a prepararsi a una carriera politica, spostando la confederazione su posizioni sempre più radicali e militanti, nel tentativo di trasformarla in un vero movimento di sinistra antagonista..

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La copertina: Chi sono gli scassatutto

La galassia dell’estrema sinistra italiana si sta ricompattando intorno alla causa pro Palestina, con un fronte che va dai centri sociali agli anarchici fino ai sindacati di base. L’intelligence segnala un aumento di aggressività e soprattutto un abbassamento dell’età dei militanti, con adolescenti attratti dalla violenza come forma di ribellione. Pur non emergendo segnali di una nuova lotta armata su larga scala, alcune frange puntano alla sovversione dell’ordine democratico, evocando simboli e linguaggi degli anni di piombo. Tra i gruppi più attivi figurano il Calp di Genova, l’Usb, Rete dei Comunisti, Potere al Popolo e collettivi studenteschi come Osa e Cambiare Rotta, spesso in contatto con ambienti filorussi e filopalestinesi. Nelle piazze si mescolano militanti esperti, ragazzini radicalizzati sui social e una nuova ondata di “maranza islamici” di seconda generazione. Il rischio, avvertono fonti di sicurezza, è che la protesta degeneri in violenza, alimentata da un clima di rivolta permanente e da un pericoloso processo di sdoganamento dell’odio dopo il 7 ottobre, ora sempre più presentato come “resistenza” anziché terrorismo.

Politica – Piddini a rotta di colle

Le elezioni regionali in corso potrebbero avere un effetto decisivo sul futuro del Quirinale. Per la prima volta, a causa della riduzione del numero dei parlamentari, le Regioni peseranno di più nell’elezione del Presidente della Repubblica del 2029. Ciò spaventa il centrosinistra, che teme una scalata del centrodestra, già oggi dominante in 13 regioni e con numeri sufficienti per eleggere il prossimo capo dello Stato. Si moltiplicano così le manovre sotterranee: Dario Franceschini, Renzi, Bettini e Conte lavorano ciascuno a proprie strategie e alleanze per evitare che Giorgia Meloni, nel 2029 cinquantenne e quindi eleggibile, possa diventare la prima donna al Quirinale. Il centrodestra, intanto, valuta un baratto politico: o il Pd accetta la riforma del premierato, o FdI punta direttamente al Colle. In ogni caso, oggi le carte vincenti sembrano nelle mani della Meloni.

San Siro – Un calcio alla città

Il Consiglio comunale di Milano ha approvato la vendita di San Siro per 197 milioni di euro, aprendo alla demolizione del Meazza e alla costruzione di un nuovo stadio da 1,2 miliardi, firmato Foster e Manica. Il progetto, sostenuto da Inter e Milan con i fondi americani Oaktree e RedBird, segna una svolta storica: al posto della “Scala del calcio” nascerà un impianto privato, di cui resterà solo una parte della curva Sud. La decisione, vista come una resa culturale, contrasta con le scelte di molte città europee — da Madrid a Londra, da Liverpool a Berlino — che hanno rinnovato i loro stadi senza cancellarne la memoria. Restaurare San Siro sarebbe costato meno di costruirne uno nuovo.
Lo stadio milanese, teatro di grandi finali, leggende e momenti iconici del calcio mondiale, è stato per quasi un secolo cuore identitario di Milano. Con la sua fine, la città perde non solo un impianto sportivo, ma un simbolo collettivo della propria storia.

Salute – La «grossa» malattia

L’Italia è il primo Paese al mondo a riconoscere ufficialmente l’obesità come malattia cronica con la legge Pella, approvata il 2 ottobre. Una norma di civiltà che mira a superare lo stigma sociale e a garantire prevenzione, cure e diritti ai sei milioni di italiani obesi. La legge prevede fondi limitati (1,7 milioni l’anno) e un percorso graduale per l’inserimento nei Lea, mentre si discute sulla rimborsabilità dei nuovi farmaci anti-obesità, costosi ma efficaci. Gli esperti chiedono un approccio pragmatico: investire oggi in prevenzione per ridurre i costi futuri di ricoveri e complicanze.
Come ricordano i medici, l’obesità è strettamente legata a diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Ma la sfida più grande resta culturale: imparare a vedere l’obesità come una patologia, non come una colpa.

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