
Promenade des Anglais, Nizza, ricordo e “Rispetto” per le vittime dell’attentato del 14 luglio 2016

Promenade des Anglais, Nizza, ricordo e “Rispetto” per le vittime dell’attentato del 14 luglio 2016

Promenade des Anglais, Nizza, ricordo e “Rispetto” per le vittime dell’attentato del 14 luglio 2016

Promenade des Anglais, Nizza, ricordo e “Rispetto” per le vittime dell’attentato del 14 luglio 2016

Persone davanti al memoriale della strage di Nizza su Promenade des Anglais – 16 luglio 2016

Una donna in preghiera davanti al luogo dell’attentato di Nizza – 15 luglio 2016

Il camion del killer di Nizza trivellato di colpi dalla polizia – 15 luglio 2016

Fiori e candele davanti all’ambasciata francese a Mosca – 15 luglio 2016

Persone in preghiera davanti al luogo dell’attentato di Nizza – 15 luglio 2016

Fiori davanti al consolato francese a New York – 15 luglio

Il documento d’identità di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l’attentatore di Nizza

Momenti di silenzio sul luogo dell’attentato di Nizza – 15 luglio 2016

Cartelli contro la violenza terroristica lungo Promenade des Anglais a Nizza – 15 luglio 2016

Persone in preghiera davanti al luogo dell’attentato di Nizza – 15 luglio 2016

Una donna lascia dei fiori su Promenade des Anglais a Nizza – 15 luglio 2016

Un cartello con #PRAYFORNICE 14 Juillet 2016″ su un taxi di Londra – 14 luglio 2016

Sean Copeland e il figlio Brodie di 11 anni, morti nella strage di Nizza – 14 luglio 2016

Due giovani davanti all’ambasciata francese a Berlino – 15 luglio 2016

Una ragazza lascia una candela davanti all’ambasciata francese a Berlino – 15 luglio 2016

La finestra della casa di Mohamed Lahouaiej Bouhlel a Nizza

Fiori e candele su Promenade des Anglais a Nizza – 15 luglio 2016

Fiori e candele su Promenade des Anglais a Nizza – 15 luglio 2016

Fiori e candele su Promenade des Anglais a Nizza – 15 luglio 2016

Una donna commossa su Promenade des Anglais, Nizza – 15 luglio 2016

Persone in preghiera davanti al luogo dell’attentato di Nizza – 15 luglio 2016
Morbosi astenersi. Chi pensava di andare in edicola e comprare l’ultimo numero del settimanale Paris Match con le immagini inedite dell’attentato di Nizza, resterà deluso.
La procura di Parigi ha disposto del ritiro dalle edicole del numero attuale citando in giudizio il settimanale francese che contiene le foto, particolarmente crude, ottenute dai sistemi di videosorveglianza del comune sull’attacco avvenuto il 14 luglio 2016.
Attentato Nizza: il poliziotto ucciso mentre inseguiva il camion
La polemica sulla pubblicazione di Paris Match
A un anno dall’attentato rivendicato dall’Isis, dove sono morte 86 persone (tra cui 6 italiani), la pubblicazione del giornale ha fatto scatenare l’ira dei familiari delle vittime e del sindaco della città francese.
LEGGI ANCHE: Attentato a Nizza: chi sono le vittime
Un référé pour empêcher la diffusion de Paris Match https://t.co/f1SO10BAim
; Eric Morain (@EricMorain) 12 luglio 2017
Ça me rappelle ce tweet du 15 juillet 2016 à 01h05.
; Eric Morain (@EricMorain) 12 luglio 2017
Mais ça c’était avant @ParisMatch pic.twitter.com/9o5eIcQCrd
Photos de l’attentat: des kiosquiers niçois boycottent Paris-Match https://t.co/8j22AxU6YI pic.twitter.com/ceCtEHPprl
— Nice-Matin (@Nice_Matin) 13 luglio 2017
Pensées aux familles endeuillées et aux blessés. A deux jours de la journée commémorative, ces images sont insoutenables et abjectes.
; Christian Estrosi (@cestrosi) 12 luglio 2017
Per questo motivo è prevista un’udienza d’urgenza affinché si possa decidere del blocco anche nel formato online. La procura ha anche aperto un’inchiesta per “violazione del segreto investigativo“.
L’attentato del 14 luglio 2016
Quella sera doveva essere una festa di piazza, di tutti. Una grande festa fatta di musica e fuochi d’artificio per ricordare la presa della Bastiglia. Invece alle 22.34 un killer di Isis, il tunisino Mohamed Lahouaijei-Bouhel a bordo di un camion, si lancia sulla folla della Promenade des Anglais falciando centinaia di persone, uccidendone 86 e ferendone 450.
La difesa del settimanale
Paris Match ha difeso “il diritto all’informazione” sostenendo che dalle immagini fornite le persone non sono identificabili.
