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Agnelli, terremoto in aula: Margherita presenta un testamento inedito. Elkann: “Non cambia nulla”

Agnelli, terremoto in aula: Margherita presenta un testamento inedito. Elkann: “Non cambia nulla”

IUdienza a Torino: depositato testamento del 20/1/1998 attribuito all’Avvocato. Per Margherita il 25% di Dicembre era di Edoardo; Elkann: «Nessun impatto»

Un colpo di scena scuote la disputa sull’eredità Agnelli. Nell’udienza civile a Torino, i legali di Margherita Agnelli hanno depositato un testamento inedito attribuito a Gianni Agnelli, datato 20 gennaio 1998. Un atto che, secondo la parte attrice, può incidere sull’architettura dei poteri nella società semplice Dicembre, la cassaforte da cui discende il controllo dell’impero di famiglia. La mossa riapre il dossier sulla volontà testamentaria dell’Avvocato e sulla legittima destinazione delle partecipazioni oggi in mano agli Elkann, i cui legali, però, raffreddano gli entusiasmi: «Non cambia nulla».

Cosa direbbe il documento del 1998

Secondo quanto emerso e riferito in aula, il testamento del 1998 – olografo e prodotto in copia fotostatica – prevederebbe una disposizione chiara: «A modifica di altre disposizioni precedenti lascio a mio figlio Edoardo la mia partecipazione nella società semplice Dicembre pari all’incirca al 25%». Nel testo, l’Avvocato confiderebbe anche nell’accettazione della scelta da parte degli altri congiunti già soci.

Dicembre, la chiave del controllo

Dicembre è il perno dell’assetto proprietario. Nello schema attuale, John Elkann detiene il 60%, mentre il restante 40% è ripartito fra Lapo e Ginevra Elkann. Se il documento del 1998 fosse riconosciuto valido ed efficace, potrebbe rimettere in discussione l’origine e la destinazione di quella quota del 25%, riaprendo le domande su chi dovesse esserne titolare.

Le posizioni in campo

Per i legali di Margherita Agnelli (Dario Trevisan e Valeria Proli), il testamento dimostra che la successiva intestazione a John Elkann non rispecchierebbe l’ultima volontà dell’Avvocato: la partecipazione sarebbe stata destinata a Edoardo e, in sua mancanza, ai suoi eredi legittimi (Margherita Agnelli e Marella Caracciolo). Di segno opposto la linea difensiva degli Elkann: il presunto testamento del 1998, prodotto solo ora e in copia, «non incide in alcun modo» né sulla successione Agnelli né su quella Caracciolo, e dunque non altera l’assetto proprietario di Dicembre.

Il mosaico precedente: testamenti e “lettera di Monaco”

Finora, l’unico testamento noto dell’Avvocato era composto da tre schede manoscritte, aperte nel 2003 dal notaio Morone a Torino: testi focalizzati su beni immobili e esecutori testamentari, senza riferimenti diretti a Dicembre. Nel quadro entra anche la “lettera di Monaco” del 1996, in cui l’Avvocato avrebbe indicato John Elkann come successore nella gestione della holding: documento non equiparabile a un testamento e di portata diversa rispetto a una disposizione patrimoniale.

Il processo civile e l’inchiesta penale

Il deposito del nuovo atto si inserisce in un contenzioso più ampio: Margherita contesta la validità del testamento di Marella Caracciolo e dell’accordo successorio del 2004, sostenendo di essere stata lesa nei propri diritti. In parallelo corre un filone penale: la Guardia di Finanza ha acquisito documenti relativi a presunte operazioni di occultamento patrimoniale e frodi fiscali tramite trust e società fiduciarie. Nelle ricostruzioni emerse, John Elkann avrebbe versato circa 175 milioni di euro per sanare contestazioni dell’Agenzia delle Entrate. Il 27 ottobre è attesa la decisione del GIP sulla richiesta di archiviazione presentata dalla difesa Elkann.

Cosa può succedere adesso

La validità e l’efficacia del testamento del 1998 saranno oggetto di accertamenti tecnici e giuridici: autenticità, eventuale revoca, compatibilità con il diritto successorio italiano ed eventuali profili transfrontalieri. Sullo sfondo, la verifica della residenza fiscale di Marella Agnelli al momento del decesso – passaggio non secondario per l’individuazione della normativa applicabile – e la mappatura delle strutture di trust. Se il documento supererà i vagli, l’impatto potrebbe essere diretto sulla ripartizione delle quote di Dicembre; se non li supererà, resterà un tassello di contesa in un processo già stratificato.

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