Asja e il Totem che dà energia alla casa
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Tecnologia

Asja e il Totem che dà energia alla casa

L'azienda guidata da Agostino Re Rebaudengo ha rilanciato un prodotto che produce energia elettrica e che abbate i costi del 40 per cento

Avete mai provato a sostituire la caldaia di casa con un totem? Giochi di parole a parte, il Totem prodotto da Asja, società torinese che da vent’anni gioca un ruolo  di primo piano nel settore dell’energia rinnovabile, è in realtà un microcogeneratore di nuova generazione che promette di risparmiare sul riscaldamento e sull’elettricità.

A renderlo ancora più interessante è il fatto che si tratta di una tecnologia totalmente made in Italy, sviluppata da Fiat negli Anni 70 e che dopo fortune avverse sembra aver trovato oggi il suo giusto spazio di mercato. “Circa tre anni fa abbiamo raggiunto un’intesa con Fca per la cessione del marchio e abbiamo iniziato a sviluppare il prodotto per poi partire quest’anno con le vendite” spiega Agostino Re Rebaudengo (foto),presidente di Assorinnovabili nonché fondatore di Asja. “I risultati sono più che incoraggianti, ma al momento si tratta di un prodotto che piace molto in Gran Bretagna e Germania, dove la cultura della cogenerazione è più diffusa. Per l’Italia ci vorrà forse un po’ più di tempo, ma stiamo facendo una grosso lavoro di formazione e divulgazione”.


Il pregio di Totem è che può essere alimentato con metano, biofuel o biogas e può anche integrarsi con eventuali impianti fotovoltaici casalinghi. Funziona come una normale caldaia, cioè riscalda l’acqua producendo calore, ma sviluppando allo stesso tempo anche energia elettrica e garantendo un risparmio di circa il 40 per cento sulla bolletta energetica a fronte di una minima aggiunta sui costi del gas. Fatti due conti, tutto il calore risulterà gratuito con in più la consapevolezza di aver ridotto di circa il 95 per cento le emissioni di anidride carbonica in atmosfera.


Il gruppo  Asja, nato nel 1995 fattura complessivamente (comprese le controllate) 130 milioni di euro. Totem invece va oltre gli impianti fotovoltaici, eolici o a biomasse. “E’ un prodotto ideale per le villette da 400 metri quadrati in su, ospedali, centri sportivi, piscine o residence, condomini o piccole imprese artigianali” continua Re Rebaudengo. “Siamo molto ottimisti sulla sua diffusione futura. Puntiamo soprattutto all’Europa ma anche a Stati Uniti e Canada, dove ci muoveremo a partire dal 2017”.


Un Totem costa dai 27 ai 33 mila euro a seconda della potenza sviluppata, ma la spesa si riesce ad ammortizzare in poco tempo, da 16 mesi a tre anni. “Quando fu inventato il Totem non ebbe grande diffusione e Fiat alla fine cedette il brevetto, ma non il marchio” spiega ancora Re Rebaudengo  “E anche il tentativo dell’imprenditore che rilevò il brevetto, ovviamente cambiando nome al prodotto, non ebbe grandissime fortune e alla fine il Totem è rimasto per un po’ nel dimenticatoio”. Sino a quando non è arrivata Asja, che si è assicurata come partner Fca (ex Fiat) che fornisce i motori della Fiat 500 con cui funziona anche il microgeneratore, e Magneti Marelli, che contribuisce con i sistemi elettronici e la centralina di controllo motore. “Hanno aderito con entusiasmo a un progetto che recupera il valore della creatività e dell’innovazione italiana” conclude il presidente di Asja. E la riscoperta della tecnologia Totem dopo 40 anni ne è l’ennesima prova.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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