Wolfenstein, tutti i giochi della serie - Immagini

Muse Software

Castle Wolfenstein – 1981
Dieci anni prima che W diventasse quello che è adesso, debuttava su Apple II in forma di action-adventure con inquadratura dall'alto in due dimensioni (ma con gli omini visti di profilo); anche lo sviluppatore, Muse, era diverso da quella id Software che poi vedremo sempre o quasi all'opera sulla serie. L'obiettivo del gioco è di riuscire a fuggire dal castello, e per farlo bisogna agire senza farsi beccare: in pratica, CW è un pioniere dello stealth.


Muse Software

Beyond Castle Wolfenstein – 1984
Visto il successo del primo gioco, un paio di anni dopo Muse sforna il sequel per Apple II e Commodore 64. La logica di fondo è la stessa, con qualche nuova dinamica (tipo la possibilità di nascondere i cadaveri - ricorda niente?). Invece di evadere, però, questa volta lo scopo è piazzare una bomba davanti alla porta della sala riunioni di Hitler. Boom, e addio Furher.


Apogee Software

Wolfenstein 3D – 1992
Il gioco che cambia tutte le regole. Il marchio viene preso in mano da id Software che pon le fondamenta dello sparatutto in prima persona come lo intendiamo oggi, un anno prima di Doom. Insomma, stiamo parlando di una pietra miliare, uno di quei titoli che fanno la storia dei videogame. Due note: debutta William 'B.J.' Blazkowicz, da qui in poi protagonista fisso, e lo scontro finale con Hitler è semplicemente memorabile.


FormGen Corporation

Spear of Destiny – 1992
Pochi mesi dopo il primo capitolo 3D viene pubblicato il prequel, pressoché identico a parte i boss. Le strane manovre commerciali di una volta (ehm).


Activision

Return to Castle Wolfenstein – 2001
Blazkowicz scompare dai radar per quasi dieci anni, per poi tornare in scena nel reboot della serie, pieni di nazisti vivi e in formato zombie. È presente anche una modalità multiplayer, che diventa l'elemento più apprezzato del gioco.


Activision

Wolfenstein: Enemy Territory – 2003
Niente Blazkowicz, questa volta: si tratta infatti di un titolo esclusivamente multiplayer, che pone di fronte il team degli Alleati a quello dell'Asse.


Activision

Wolfenstein – 2009
Il sequel di Return to Castle Wolfenstein ci rimette nei panni di B.J. e torna l'impostazione sparatutto tipica delle serie, condita in abbondanza di mostri sovrannaturali. Il gioco non è niente male, anche se definirlo memorabile sarebbe un filino esagerato.


Bethesda Softworks

Wolfenstein: The New Order - 2014
Il nuovo capitolo è il primo in vent'anni sviluppato senza il coinvolgimento della storica id Software: il lavoro è stato affidato a MachineGames, un team al debutto. Che però dimostra subito di aver capito cosa ci vuole per un W come piace a noi: un sacco di proiettili e un sacco di nazisti da mandare al creatore, una certa atmosfera old style e poche concessioni alle mode del momento (quelle che rendono gli sparatutto di oggi tutti uguali). La storia è ambientata nel 1960, in un contesto distopico nel quale Hitler e amichetti hanno vinto la guerra. C'è solo un uomo che può rimetterli al loro posto: Blazkowicz, e chi altri. Lo abbiamo giocato tutto, e confermiamo: avrà pure qualche difettuccio, ma è molto divertente e un giretto con Wolfenstein fa sempre piacere.


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