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ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Economia

Voucher, perché potrebbero rientrare nel decreto dignità

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio aveva deciso di tenere i voucher fuori dal suo decreto dignità, perché li riteneva uno strumento di precarizzazione da non rinvangare. Ma di fronte alle insistenze che arrivano non solo dall’opposizione, ma soprattutto da parte della Lega, ossia dallo stesso alleato di governo, dovrà molto probabilmente ricredersi.

La richiesta della reintroduzione dei voucher è diventata infatti un vero e proprio cavallo di battaglia di Forza Italia, ma soprattutto un punto forte della politica del nuovo ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, supportato in questa sua posizione nientemeno che dallo stesso leader del Carroccio, e del governo, Matteo Salvini.

Ma vediamo quali sono le ragioni di queste richieste e quale strada potrebbe essere percorsa per permettere questa reintroduzione dei voucher.

Lo chiede l’agricoltura

L’insistenza con cui il tema dei voucher è ritornato di stringente attualità è legato alle pressanti richieste che sono arrivate soprattutto dal mondo agricolo per una loro immediata reintroduzione. Alle viste infatti c’è l’inizio della vendemmia, e tante aziende agricole potrebbero ritrovarsi in seri problemi nel reclutamento di lavoratori stagionali.

Una posizione che il ministro dell’Agricoltura Centinaio ha fatto totalmente propria, chiedendo con forza al ministero del Lavoro di rivedere le proprie idee in materia. "Il mio obiettivo è reintrodurre i voucher in agricoltura – ha annunciato Centinaio -. Mi sto confrontando con il ministro Di Maio e sto facendo capire che in quel settore servono e le associazioni li richiedono".

Passaggio parlamentare

In realtà tecnicamente il decreto dignità sarebbe già definito, anche se manca il via libera ufficiale del presidente della Repubblica. Questo significa che un eventuale sua modifica, che preveda appunto la reintroduzione dei voucher almeno in agricoltura, potrà avvenire soltanto in Parlamento in fase di conversione del testo di legge.

Una soluzione sulla quale tra l’altro spinge lo stesso leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha supportato apertamente la posizione del proprio collega di governo e di partito Centinaio. “I voucher – ha avuto modo dire in maniera molto lapidaria Salvini – sono stati ipocritamente cancellati, sono fondamentali in alcuni settori, vanno reintrodotti".

La posizione di Forza Italia

E su questa battaglia, in Parlamento la Lega potrà trovare supporto anche in una parte consistente dell’opposizione. In particolare Forza Italia ha presentato un proprio progetto di legge alternativo al decreto dignità, che tra le altre cose prevede appunto la reintroduzione dei voucher non solo in agricoltura, ma anche e soprattutto nel settore del turismo.

“L'abolizione dei voucher – ha evidenziato Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, durante la presentazione della proprio proposta di legge -  è stato un grandissimo errore. Non sono aumentati i contratti a tempo indeterminato, né il numero degli occupati, è semplicemente aumentato il lavoro nero”.

Cgil contraria. E il Pd?

Scontata invece la presa di posizione contraria da parte della Cgil, che a suo tempo aveva proposto addirittura un referendum proprio per l’abolizione dei voucher.

“Al ministro Centinaio – fa sapere in una nota il sindacato guidato da Suanna Camusso - vogliamo dire che in agricoltura, come in tutti i settori, i lavoratori si tutelano con contratti e regole sul mercato del lavoro, non certo con i voucher. E vogliamo ricordare che in agricoltura già esistono e si possono usare per studenti, pensionati e disoccupati”.

La Cgil però in Parlamento non ha voce in capitolo, mentre un ruolo potrebbe giocarlo il Pd. A questo proposito a suo tempo, fu proprio il governo Gentiloni, per evitare il citato referendum richiesto dalla Cgil, ad abolire i voucher sostituendoli con due nuovi strumenti, il libretto famiglia e il contratto di prestazione occasionale, che però si sono dimostrati del tutto inefficaci.

Chissà ora quale posizione deciderà di assumere in Parlamento il Pd quando si tratterà di votare per un’eventuale loro reintroduzione. Di Maio, per forza di cose, sembra essere stato condotto a più miti consigli dall’alleato di governo, per il invece Pd la scelta non appare per niente scontata. Staremo a vedere.

Per saperne di più

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