La prima giornata del Quirinale lascia una sola certezza: si tratta anche per il governo

Come previsto la prima votazione per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica si è chiusa con un nulla di fatto. La linea della scheda bianca ha tenuto senza troppi scossoni. Pochi, 16, i voti raccolti da Mattarella, insignificanti gli altri rimasti sotto quota 10.

Ma se la votazione è stata di fatto inutile la giornata è stata ricca di spunti e di incontri; con una certezza: Matteo Salvini è il vero regista (o King Maker, come si dice adesso). Una posizione da protagonista che il leader della Lega non si è auto regalato ma che ha avuto con il benestare del premier Draghi. La prima notizia infatti della giornata è stata proprio quella dell’incontro tra il numero 1 della Lega ed il Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi.

Un faccia a faccia che di fatto ha aperto le danze. Draghi poi ha incontrato anche Letta e Conte e tra i tre principali leader di partito della maggioranza di governo ci sono stati anche incontri riservati. Tutti chiusi con comunicati stampa identici da ciascuno dei due schieramenti come a far capire che l’unità sia stata ritrovata. E anche i singoli parlamentari hanno raccolti le indicazioni dei segretari con dichiarazioni che di fatto non dicevano nulla se non raccontare l’impegno comune per un nome autorevole e condiviso dalla maggior parte possibile dei grandi elettori.

Di sicuro il dialogo ormai è doppio: perché non è solo il Quirinale al centro al centro degli incontri. Altrettanto centrale infatti è la questione del governo, sia che Draghi resti a Palazzo Chigi, con un ampio rimpasto che dovrebbe vedere i leader dei partiti impegnati in prima persona, sia che Draghi traslochi al Colle e qui serve invece un accordo per l’esecutivo fino a fine legislatura che veda il Pnrr al primo posto. Questo tranquillizzerebbe soprattutto i grillini pronti a qualsiasi cosa pur di non andare al voto anticipato (da cui uscirebbero di fatto cancellati dallo scacchiere politico) mentre Fratelli d’Italia tifa per andare a riscuotere il prima possibile i numeri dei sondaggi.

Questa la situazione dal punto di vista strategico: nomi? Oltre a quello del premier si parla di Casini ma resta sempre valida l’opzione donna. cartaccia o Belloni, sta di fatto che in serata, proprio mentre lo spoglio alla Camera sta per chiudersi arriva la nota di Salvini che porta tutti alla buonanotte: «Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani n meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale».

Senza contare che sullo sfondo c’è la sensazione che la politica stia cercando di riprendersi un po’ quel ruolo istituzionale che la chiamata di Draghi a Palazzo Chigi di fatto gli ha tolto.

Si tratterà ancora nelle prossime ore e anche domani. Difficile, ma non escluso, che si possa arrivare ad un accordo per la seconda votazione sempre alle 15, domani.

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