Victoria Cabello: "Dopo un anno di stop, ricomincio da X Factor 8"

Ricomincia da X Factor 8Victoria Cabello. Un anno lontano dal piccolo schermo può essere un'eternità per certi artisti, specie per quelli meno corazzati o abituati ad andare in onda anche quando il video è spento (per dirla con una frase storica di Funari). I dodici mesi sabbatici non hanno invece scalfito l'ironia della Cabello, che è riuscita a trasformare la pausa forzata in occasione per mettersi in discussione, per scrivere un nuovo progetto a cui tiene molto e anche per dire qualche no. A poche ore dalla nuova edizione di X Factor - in onda da questa sera su Sky Uno con la prima puntata delle selezioni - il nuovo giudice del talent show si racconta a Panorama.it .

Victoria, partiamo dalle selezioni. Come definiresti fino a questo momento la tua esperienza ad X Factor?

Un bellissimo viaggio. Certo, giudicare è meno facile di come può sembrare da casa, anche perché il livello degli aspiranti concorrenti che si sono presentati ai casting è molto alto. E poi mi sono commossa, anzi, credo di non avere mai pianto così tanto perché le emozioni vissute sono tante.

Qual è stata la tua prima reazione quando ti hanno proposto di diventare giudice del talent?

Beh, di grande felicità. Ho pensato che poteva essere un’esperienza divertente. Poi è una cosa che non poggia solo sulle mie spalle e da questo punto di vista mi sento protetta: sai, quando va bene un programma 'bravi tutti', quando va male 'che schifo la Cabello'. Un altro aspetto che mi piace molto è quello dello scouting: non l’ho mai fatto in ambito musicale, ma nei miei show televisivi ha sempre scelto io il cast, mi piace individuare e lanciare nuovi talenti.

Vedi Virginia Raffaele.

L’ho scovata a Roma, in uno spettacolo teatrale con Lillo e Greg, poi l’ho rivista in un corridoio mentre facevo Victor Victoria: le ho chiesto di fare un provino al volo, leggendomi una cosa con voce meccanica. Alla fine l’ho presa. Poi è andata a Quelli che il calcio e quando sono arrivata io ci siamo ritrovate: conoscendo il grande talento di Virginia, è stato chiaro dove volevo portarla.

A X Factor come declinerai questo aspetto?

In questo show non deciderò molto perché è un impianto rodato. Però con le mie ragazze della categoria Under 24 Donne, sarò totalmente libera di decidere e anche di sbagliare. Durante il primo incontro che abbiamo fatto qualche settimana fa, ero più emozionata di loro.

Nel 2015 festeggerai i tuoi primi vent’anni di carriera. Un traguardo importante.

Ho realizzato tutto quello che volevo fare. Sono chiaramente più matura e guardo a certe cose del passato con molta simpatia: a volte mi riguardo e penso “che pirla”. Forse non sono cambiata più di tanto, ho semplicemente macinato dei chilometri televisivi e non mi sento nemmeno più sicura.

Il tuo percorso professionale l’hai pianificato in maniera strategica?

Non pianifico niente, nemmeno le vacanze. Le uniche due volte in cui ho preso un aereo in anticipo, è capitato di tutto. Per me è impossibile fare programmi, nemmeno nel quotidiano. Mi piace vivere alla giornata, mi elettrizza questo aspetto di non sapere cosa succederà. Ho molto chiaro il mio gusto, quello che mi piace televisivamente, quello che farei e quello che voglio fare.

In futuro cosa farai?

Ho un sogno nel cassetto, che è lì da cinque sei anni e che sono certa di realizzare. È una declinazione diversa di quello che ho fatto finora, non un one woman show. È una cosa che non voglio anticipare finché non chiudo X Factor.

È un’idea che hai proposto a Sky?

Che ho proposto (dice restando sul vago). Ma potrebbe essere anche per il web, non escludo questa cosa.

Attenta perché Simona Ventura, ha già una web tv tutta sua e si rischia un nuovo scontro Nei mesi scorsi non ti ha lesinato qualche punzecchiatura.

(ride) Non mi alzo la mattina e scelgo di andare al posto della Ventura. Nel momento in cui mi è stato proposto di fare Quelli che ilcalcio o X Factor– entrambe le volte dopo che Simona aveva scelto di lasciare – non mi sono messa ad inseguire qualcuno col fiato sul collo: c'è una rete e ci sono tante persone che decidono. Lei è una grandissima professionista, è stata la regina indiscussa della tivù per molti anni e probabilmente lo è ancora. Non mi sento in competizione con lei: mi hanno solo offerto un lavoro e ho accettato. 

Torniamo a te. Com’è stato quest’anno sabbatico?

Ho avuto modo di sviluppare un progetto di cui ti accevvano prima e che e non riuscivo mai ad approfondire perché risucchiata dagli impegni. Era faticoso scrivere tre ore e mezzo di diretta di Quelli cheil calcio: quando lavoro su un programma mi ossessiono con quello, non riesco a fare due cose contemporaneamente. Poi mi sono dedicata a leggere, a viaggiare e fare altro.

Hai sofferto quando non arrivavo delle nuove proposte?

Non parlerei di sofferenza, ma mi sono messa in discussione. Mi sono chiesta “da che cosa riparto? Cosa mi piacerebbe fare?”. 

È vero che ti avevano chiesto di rimanere a Quelli che il calcio?

Sì, poi però è cambiato qualcosa. Tornando indietro sono contenta che sia andata così: esserci sempre non aiuta a rinnovarsi, a cambiare, ad andare in crisi. Prendersi un tempo, è utile. Se fossi rimasta, avrei rischiato di ripetermi.

Ti avevano chiamato anche per The Voice?

Sì, avrei dovuto condurlo. Mi è stato chiesto ma per evitare polemiche specifichiamo che la dirigenza di Rai Due è fatta di tante persone. Io avevo dei referenti che mi hanno proposto questa cosa. Non lo trovavo molto nelle mie corde, non era un percorso che m’interessava.

Chiudiamo con una piccola curiosità. Nel boom dei social, tu non hai un profilo Twitter e non sei nemmeno su Facebook. Come mai questa scelta?

Non me ne frega nulla. Per qualcuno è un mezzo per arrivare al successo, per altri sono i famosi 15 minuti di celebrità. Io non sento l’esigenza di raccontarmi: come diceva CorradoGuzzanti, “Non c’ho un cazzo da dire”. Non faccio una vita così meravigliosa. Poi sono riservata, mi piace tenere un confine tra l’aspetto pubblico e quello privato. I social li lascio a chi ha voglia di apparire e di mostrarsi in quel modo lì.

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