Dara Khosrowshahi
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Economia

Chi è Dara Khosrowshahi, il nuovo amministratore di Uber

È un rifugiato politico dell’Iran e (ex) ceo di Expedia il candidato scelto dal consiglio di amministrazione di Uber per sostituire Travis Kalanick, l'amministratore delegato che ha dato le dimissioni lo scorso giugno. La nomina arriva a sorpresa dopo che il consiglio di amministrazione si è ritrovato durante il weekend per votare una shortlist di tre candidati che, oltre a Khosrowshahi, comprendeva anche Meg Whitman, ceo di Hp Enterprise e Jeff Immelt, ex ceo di General Electric. 

Da dove viene

Arrivato a nove anni negli Stati Uniti in seguito alla rivoluzione irananiana, Khosrowshahi si è trasferito con la famiglia a Tarrytown, nello stato di New York nel 1978. Per sei anni della sua vita, è stato cresciuto solo dalla madre, perché il padre, ritornato a Teheran per ragioni familiari, è stato incarcerato dal regime. Dopo una laurea in ingegneria elettronica alla Brown University, il futuro ceo comincia a lavorare come analista presso Allen & Co. 

La svolta di Expedia

Con la diffusione di internet, Khosrowshahi assume una serie di ruoli di primo piano nella rete via cavo Usa Networks che, nel 2001 acquisisce Expedia di cui il manager viene nominato ceo nel 2005. Sotto la sua guida e grazie a una serie di acquisizioni - fra cui Trivago, Orbitz e Travelocity - il giro d’affari dell’azienda ha toccato 23 miliardi di dollari, con ricavi in crescita da 2,1 a 8,7 miliardi di dollari lo scorso anno. 

Il ceo più ricco del mondo

Se Expedia ha conquistato un ruolo di primo piano nell’industria del turismo, due anni fa Khosrowshahi, grazie a una serie di incentivi, ha raggiunto il podio degli amministratori delegati con il più ricco paycheck, secondo la classifica di Standard & Poors 500, ricorda il Guardian. Accettare l’incarico di Uber, fa sapere Forbes, significherà rinunciare a una buona fetta del bonus da 95 milioni di dollari che Expedia ha promesso al manager in cambio della sua fedeltà fino al 2020.

L’impegno sul fronte politico

Proprio perché si considera l’incarnazione del sogno americano, Khosrowshahi ha sempre esplicitato - nelle comunicazioni ai dipendenti, agli analisti e su Twitter - la propria opposizione alle politiche divisive del nuovo presidente Donald Trump. Una scelta in controtendenza con Travis Kalanick che, sottolinea Forbes, ha fatto invece parte del comitato di advisor di Donald Trump, fino alla campagna di boicottaggio del servizio lanciata dai consumatori. Insieme a Microsoft e Amazon, inoltre, Expedia è stata una tra le prime società a sostenere gli sforzi per far dichiarare incostituzionale l’ordine esecutivo sull’immigrazione voluto da Donald Trump.

Le sfide per il nuovo ceo

Khosrowshahi non ha davanti un compito facile. Infatti, dovrà riformare la cultura aziendale di Uber, assumere nuovi manager - fra cui un chief financial officer e un chief operating officer - e gestire alcune battaglie legali. Oltre che per accuse di molestie sessuali e discriminazione, Uber è stata citata per furto di proprietà intellettuale da parte Waymo, lo spin-off di Google che progetta auto che si guidano da sole. Per contro, Tech Crunch evidenziache il nuovo ceo è un attivo sostenitore dell’uguaglianza di genere sul posto di lavoro e un manager che auspica una maggiore presenza di donne nelle posizioni manageriali.

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